Prima notizia: mai vista tanta gente
davanti ad un ospedale chiuso, come ieri a Casoli. E tanti
amministratori comunali e rappresentanti politici locali e regionali che
hanno partecipato alla manifestazione per la riapertura dell’ospedale
Consalvi.
Seconda notizia: centrosinistra e centrodestra hanno risposto
uniti all’invito di Sergio De Luca (riconfermato primo cittadino Pd
di Casoli) a difendere il Consalvi e Gissi, gli ospedali caduti sotto la
scure del Programma operativo poi bocciato dal Tar, che ha invece
salvato Guardiagrele.
C’erano infatti - senza distinzione di casacca politica - le
amministrazioni di Gessopalena, Torricella Peligna,
Palena, Archi, Taranta Peligna, Guardiagrele,
Roccascalegna, Lama dei Peligni, Fossacesia,
Altino, Sant’Eusanio del Sangro, Gissi, Fara San
Martino, Colledimacine, Montenerodomo e Lanciano
con il nuovo sindaco. Presenti anche la Comunità Montana Aventino
Medio Sangro, la Provincia di Chieti e le minoranze di
Palombaro e Guardiagrele, quest’ultima guidata dall’ex senatore
Angelo Orlando.
La richiesta è stata semplice: riaprire Casoli e Gissi, far ripartire
Guardiagrele. Ed è stata avanzata in tutte le salse ed in forma
bipartisan, con una novità politica di un certo rilievo: il nuovo
sindaco di Lanciano, per la prima volta insieme al territorio della
Frentania, vuole diventare protagonista di una diversa relazione del
territorio con la Asl, per dare e ricevere sostegno e collaborazione in
materia sanitaria e non solo. Quasi un rimpianto per Michele
Caporossi, il manager Asl precedente, che aveva risanato il bilancio e
trovato un nuovo ruolo per i piccoli ospedali poi chiusi. Insomma un
chiaro successo politico del sindaco Pd di Casoli.
«Gli amministratori comunali hanno sottolineato di nuovo che la
sanità non ha colorazione politica, ma è un diritto costituzionale di
tutti – ha spiegato De Luca – la manifestazione è stata un chiaro
segnale della volontà dei cittadini-pazienti di vedersi garantito un
sistema sanitario efficiente anche nel proprio territorio. Ma anche un
monito per Chiodi a cambiare registro».
In concreto, oltre ad una richiesta di incontro con il manager
Francesco Zavattaro per sondare le sue intenzioni circa il rispetto
della sentenza del Tar, sul tavolo della Asl, arriverà una diffida
ad adempiere ai contenuti della sentenza stessa.
«Sarà anche chiesto – specifica il sindaco di Casoli – di
riesumare il progetto di Zavattaro stesso che in qualche modo, con
la Lungodegenza e la Riabilitazione forse voleva salvare Casoli prima
che arrivassero le delibere 44 e 45 del Commissario che hanno
definitivamente bloccato questo progetto».
Il che la dice lunga su come il territorio fino a ieri poteva decidere
(cioè nulla) sulla sanità in Abruzzo. Probabilmente proprio il
mancato coinvolgimento dei sindaci è alla base degli errori del
Commissario: anche la promessa dei tavoli provinciali per la sanità
non è stata mantenuta. Di chi è ostaggio il presidente-commissario?
Consiglio regionale: se ci sei batti un colpo. (s.c.)
Fonte:
www.primadanoi.it del 03-06-2011