Il rispetto della dignita' umana e la tutela della salute dei lavoratori
Il rispetto della dignita' umana e la tutela della salute
dei lavoratori (metalmeccanici).
di Massimiliano Travaglini
Cari "amici", cari colleghi metalmeccanici (e non metalmezzadri!), dal mio
modesto ed umile punto di vista mi permetto di scrivere questo/a articolo/comunicazione su aspetti che da molto tempo, per analogie e
similitudini all'interno degli stabilimenti produttivi metalmeccanici abruzzesi, mi hanno sempre interessato e coinvolto.
Penso che i due termini (sostantivi) dignita' e salute, presenti nel titolo e dei quali parlero' piu' dettagliatamente in seguito, sono parte integrante
della vita quotidiana di ognuno di noi, personale e professionale-lavorativa
(presunta tale!).
Cio' per il semplice motivo che ognuno di noi, volenti o nolenti, consapevoli od inconsapevoli, per vissuto diretto od indiretto, con questi
due termini si e' sempre dovuto confrontare, soprattutto se su "una catena di montaggio, in un forno di verniciatura, in un reparto di saldatura" e
piu' in generale nel proprio ambiente di lavoro.
La dignita' dell'uomo come uno degli elementi, o meglio, uno dei valori insiti e propri di ogni essere umano. Perche' ogni uomo e', o dovrebbe
essere, diverso dall'altro?
Certamente per l'altezza, il peso, il colore degli occhi e dei capelli, gli aspetti fisionomici piu' in generale, il grado di cultura, il ruolo
professionale (e che professioni!), l'appartenenza familiare, le esperienze vissute, il conto corrente bancario (ed affini!) E qualsivoglia altro
elemento di carattere oggettivo, cioe' quantificabile (cm, kg, ...lire/euro...etc).
Ma io penso che oltre a quanto evidenziato poc'anzi, la vera diversita' degli uomini sia anche e, soprattutto, rappresentata da questa stupenda
quanto straordinaria parola che viene definita dignita': "il rispetto che l'uomo, consapevole del proprio valore sul piano morale, deve sentire nei
confronti di se stesso e tradurre in un comportamento e in un contegno adeguati" (da: il dizionario della lingua italiana
Devoto-Oli edizione
2003). E cercando di tradurre con delle simpatiche frasi dialettali comuni e conosciute ad ognuno di noi abruzzesi:
"..é 'na persona sèrie, 'na persone che dice sèmpre la veretè pure quend'é
scomede, 'na persone che na mèje' arrubbate, 'na persone che n'n pèrde la
facce" ...tutto cio' semplicemente per evidenziare che la dignita' di ognuno di noi e' rappresentata dalla propria
"coerenza", dai propri sacrifici, dal rispetto che si ha per l'interlocutore di turno a prescindere dal ruolo professionale, permettetemelo dire, ..dalla
propria "integrita' morale". Tutto cio' a prescindere dagli elementi oggettivi prima evidenziati, tutti atteggiamenti e comportamenti questi non
certamente casuali ed occasionali, che se presenti e vissuti in ognuno di noi, ne fanno automaticamente scaturire il rispetto della dignita' umana
altrui.
La salute dell'uomo ed in particolare del lavoratore, sia essa fisica che psichica, intesa come bene supremo ed irrinunciabile.
Provate a riflettere e pensare attentamente che cos'e' un uomo senza la propria salute? Quanti di voi, dopo anni ed anni di attivita' lavorativa
all'interno di uno stabilimento produttivo, soprattutto se su "una catena di montaggio, in un forno di verniciatura, in un reparto di saldatura" e piu'
in generale nel proprio ambiente di lavoro, oggigiorno hanno problemi di salute? Per quale motivo al mondo, guadagnarsi il proprio salario deve anche, purtroppo, dover significare
compromettere, a volte
irrimediabilmente, la propria salute?
A differenza della dignita', la salute e' unica e comune a tutti i lavoratori, nella fattispecie metalmeccanici.
Salute: "condizione di benessere fisico e psichico dovuta a uno stato di perfetta
funzionalità dell'organismo" (da: il dizionario della lingua
italiana Devoto-Oli edizione 2003).
E cercando di tradurre con delle simpatiche frasi dialettali comuni e conosciute ad ognuno di noi abruzzesi:
"..pienze a la salute ca é la prima cose, quènde ce stè la salute ce
stè tutte cose, la morte de lu lópe é la salute de la pecure ..etc".
Cio' ad evidenziare che ognuno di noi e', o
dovrebbe essere, padrone e custode della propria salute, anche e soprattutto al cospetto di chi, pur immedesimato legittimamente nel proprio ruolo prof.le, non ha alcun diritto di compromettere la salute
altrui, con le piu'
svariate ed impensabili forme ed atteggiamenti (non me ne vogliano i distinti, competenti quanto professionali
sigg.
capiturno, caporeparti e
dirigenti compresi del n/s contesto metalmeccanico abruzzese!).
Oltretutto la tutela della dignita' e della salute dell'uomo, sono sanciti costituzionalmente. Nella fattispecie in base agli artt. 2, 4, 32 (la
repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo...la legge non puo' in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della
persona umana) e art. 41 (l'iniziativa economica privata e' libera. Non puo' svolgersi in contrasto
in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla
liberta' alla dignita' umana) della costituzione italiana. L'art. 2087 cod. Civile, il quale
dispone: "l'imprenditore e' tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa tutte le misure che, secondo la particolarita'
del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrita' fisica e la personalita' morale dei prestatori di lavoro" e gli
artt. 1175 e 1375 cod. Civile, "il datore di lavoro e' garante della sicurezza sul luogo di lavoro. Tale concetto
comprende non solo la
sicurezza fisica dei lavoratori, ma anche quella psichica, cosicché grava sul datore di lavoro l'obbligo di adottare ogni misura idonea a tutelare
l'incolumita' e l'integrita' psico-fisica del lavoratore.
Piu' in generale i d.l. (decreto legge) 626/94, 242/96, 359/99, 66/00, e lg.422/00 oltre che le direttive
CEE 89/391-654-655-656, 90/269-270-394-679, 93/88, 97/42, 99/38, e per concludere, tutte quelle norme anche di carattere penalistico.
Tutti aspetti e concetti sopra evidenziati, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, che,
purtroppo, non sempre trovano riscontro ed applicazione all'interno delle aziende/imprese del nostro caro ed amato
Abruzzo, che detiene, numeri alla
mano, uno dei piu' tristi quanto desolanti primati riguardanti gli infortuni e morti sul lavoro dell'intera
Italia. Non certamente da meno, come una delle sicure future concause primarie (mi auguro di sbagliarmi!), le piu'
recenti, svariate e variegate forme di occupazioni precarie (e non flessibili!) Con il piu' totale ed assoluto annullamento delle coscienze umane, prim'ancora che degli aspetti fisici. Noi tutti, "onesti abruzzesi",
distanti e distinti da meri quanto squallidi puri interessi economici, abbiamo l'obbligo morale e civile di comportamenti coerenti quotidiani, nel
rispetto di quei sacrosanti principi di sana ed incorruttibile convivenza civile e democratica.
Massimiliano Travaglini
Dipendente "Honda Italia Ind.le s.p.a."
Componente Direttivo Provinciale F.I.M. (Fed. Italiana Metalmeccanici-CISL)
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