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Di seguito l'articolo tratto dal giornale online
primadanoi.it:
Il progetto, voluto dal Comune di Moscufo e
cofinanziato dalla Fondazione Pescara Abruzzo, viene portato avanti
anche quest’anno in collaborazione con l’Archeoclub di Pescara e
sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni
archeologici dell’Abruzzo, nella persona del coordinatore di zona
Andrea Staffa, con la partecipazione degli studenti di archeologia
dell’Università la Cattolica di Milano.
Il campo di ricerca, autorizzato dalla Soprintendenza per i Beni
archeologici dell’Abruzzo di Chieti, è alla seconda edizione e offre
l’occasione a molti giovani di avvicinarsi al mondo dell'archeologia
stando direttamente a contatto con gli "addetti ai lavori".
L’attività andrà avanti tutto il mese di ottobre e sarà curata dai
volontari dell’Archeoclub e dagli studenti di archeologia della
Università Cattolica di Milano, che arrivano a Moscufo da tutta Italia e
non solo, alternandosi in turni di sette giorni.
Il sindaco di Moscufo, Alberico Ambrosini, ribadisce che
questo progetto «è una delle azioni concrete poste in essere
dall’amministrazione comunale per la valorizzazione e la riscoperta
del patrimonio archeologico del nostro territorio. Ricordo che si
tratta di uno dei punti inseriti nel programma di governo e che servirà
a promuovere lo sviluppo turistico del paese. Un settore ritenuto
di grande rilievo e proprio per questo ho affidato l’apposita delega al
presidente del Consiglio C○munale, Domenico Orlando».
Le attività saranno effettuate sul bassopiano che costeggia il fiume
Tavo, poco a monte del fiume, dove oggi sono ancora visibili i resti del
monastero alto-medievale di Santa Scolastica “iuxta fluvium qui
dicitur Tabe”, ricordato nel Memoratorium dell'Abate Bertario
(secolo IX) e poi successivamente in tutte le riconferme dei beni
dell'abbazia di Montecassino.
Su una collinetta in posizione dominante sul corso d’acqua sono
visibili consistenti resti di muri realizzati con pietre di fiume,
riconoscibili come strutture riferibili ad un precedente abitato antico,
poi rioccupato dall'insediamento alto-medievale, portati alla luce
con i lavori effettuati durante il primo campo estivo, avvenuto ad
agosto 2010. Sia l'insediamento romano che il monastero
alto-medievale dovevano consentire il controllo di un importante
punto di guado sul Tavo lungo un itinerario antico che di qui proseguiva
verso Loreto Aprutino e Penne.
I resti del sito sono celati dalla vegetazione che avvolge i ruderi
minandone la precaria stabilità e proprio questa minaccia «rende
quanto mai necessario il recupero e la conservazione delle strutture
tramite una sistematica ripulitura e un’indagine delle murature in modo
da riportare alla luce l’impianto completo delle strutture murarie e
ricostruire la planimetria di massima del monastero», ha
aggiunto il sindaco.
Il progetto prevede inoltre, nel lungo periodo, la sistemazione del
terreno circostante, l’impostazione di una sentieristica di accesso e di
un circuito informativo e divulgativo volto alla promozione del
territorio.