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www.bertapiero.it
“Il 25 aprile dovrebbe essere un giorno per
ricordare i morti causati dalla guerra civile, non un'occasione per
festeggiare la vittoria di una parte sull’altra.” Commenta così
Armando Travaglini, presidente della Giovane Italia Valle Aventino.
“Ricordare tutti i martiri della guerra civile e non solo chi era tra
i vincitori è un dovere. - Afferma Travaglini -
Festeggiare la fine di una guerra fratricida fra italiani non è il modo
migliore di unire il Paese e onorare la storia. La storia non può essere
cancellata dalla politica e da chi ha nascosto per anni e tuttora
continua a nascondere le pagine più buie della resistenza e
dell’arrivo degli alleati. Pagine di storia come la strage di
Canicattì e il massacro di Biscari per opera degli americani
su civili e militari italiani non possono più essere nascoste, né
tantomeno le stragi e massacri perpetrati dai partigiani sui militari
dell’esercito regolare italiano e sui volontari della Repubblica di Salò,
tra le tante la strage di Oderzo e l’eccidio dei Monti Manfrei.
Le molte ausiliarie di Salò stuprate e torturate dai partigiani dopo
la fine del conflitto mentre tornavano a casa. Stragi nascoste ai
libri di storia e agli Italiani per anni”. Afferma il presidente dei
giovani del PDL.
“Questo - conclude Travaglini - non vuol dire
dimenticare le morti di molti partigiani e civili causate dai nazisti,
soprattutto nelle nostre zone, ma dare la giusta dimensione ad una
guerra civile che fece vittime tra entrambi gli schieramenti.
Vittime italiane, fratelli e amici che si uccidevano l’un l’altro. Il 25
aprile sia un’occasione per ricordare tutti i morti della guerra
civile solo così può iniziare un tentativo di riconciliazione nazionale.
Il 25 aprile unisca invece di dividere.”