Il gruppo consiliare di minoranza di Casoli: 'il PTA fu una proposta già fatta in passato, ma venne rifiutata, mentre oggi le stesse persone plaudono al 'taglio del nastro' rivendicandolo come un proprio successo politico
Tilli sull'Ospedale di Comunità a Casoli
Apprezziamo, anche se pure con cauto
ottimismo, l’apertura dell’”Ospedale di Comunità”
all’interno del Presidio Territoriale di Assistenza (PTA) “G.
Consalvi” di Casoli.
La prima considerazione che emerge, dopo la lettura
degli atti ufficiali, è che l’utilizzo dell’acronimo “Ospedale di Comunità” può
indurre a facile ed errata interpretazione.
L’ospedale di Casoli,
così come lo abbiamo conosciuto nel passato, è stato ormai chiuso col
susseguirsi dei provvedimenti adottati nell’arco di un trentennio e non sarà
riaperto come invece qualcuno a voluto far credere con l’inaugurazione di ieri
mattina.
Vane sono state le tante iniziative intraprese, da cittadini ed
amministratori, a difesa dell’Ospedale G. Consalvi a cominciare dai primi anni
’90, molte con azioni ed obbiettivi concreti qualcuno con fini puramente
strumentali.
La struttura proposta è destinata a pazienti che non
necessitano di ricovero ospedaliero per acuti, ma al tempo stesso non
possono risolvere la propria patologia in ambito domiciliare. Si tratta dunque
di un modello assistenziale sperimentale, limitato a 10 posti letto,
che può rappresentare un valido supporto per quei pazienti con patologie
croniche-degenerative, per terapie programmate, per processi riabilitativi
post-acuzie e per periodi di sollievo per il familiare. Insomma nulla che possa
essere minimamente assimilato ad un sistema sanitario ospedaliero nell’accezione
più classica del termine.
Nonostante ciò, questo modello di servizi sanitari
può rappresentare una novità ed un’iniziativa utile alla collettività,
oltre una valida misura per decongestionare i grandi “ospedali”, specie se verrà
replicata in più sedi secondarie (PTA) ed ampliati nei numeri di posti letto
disponibili sia a livello di singolo presidio che in termini generali di ASL.
La ASL 02 “Lanciano-Vasto-Chieti” attua già da vari anni questo tipo di
assistenza all’interno del PTA di Gissi (Delibera del D.G. n 931 del 29.06.2012)
ed uguale proposta di attivazione era stata fatta per l’ospedale Consalvi di
Casoli
Addirittura, l’Ospedale di Comunità veniva sollecitato anche
dal Direttore Generale Michele Caporossi prima del 2010.
Allora si rifiutò questo tipo di attività sanitaria mentre oggi le
stesse persone plaudono al “taglio del nastro” rivendicandolo come un proprio
successo politico.
Si vuol ripetere la storia di cinque anni fa,
quando il Consalvi venne chiuso e quindi usare e strumentalizzare l’esigenza
primaria dell’assistenza sanitaria per scopi elettorali imminenti su Casoli dove
nel 2016 i cittadini saranno chiamati a rinnovare l’amministrazione comunale?
Chi vuol fare politica e comunicazione in tal modo avrà strada libera. Noi
abbiamo un'altra cultura ed un modo diverso di parlare con i cittadini, e
soprattutto non racconteremo mai la stessa storia in due modi diversi, secondo
le convenienze del momento.
L’evento di Lunedì 7è stato, a nostro
parere, più mediatico che sostanziale, perché si è limitato a discorsi
e brindisi di rito. L’attività vera e propria dell’Ospedale di Comunità si dovrà
ancora attivare. Ma soprattutto la struttura deve essere messa nelle serie
condizioni di operare compiutamente con mezzi, personale ed attrezzature.
Noi
gruppo di minoranza riteniamo che la proposta di Ospedale di Comunità debba
essere approfondita alla luce di esperienze similari attuate in provincia e sul
territorio nazionale e costantemente monitorato ed adattato in fase funzionale.
Auspichiamo quindi una imminente attuazione dei propositi inaugurali ed una
immediata efficacia fruibilità della struttura.
In fondo è un modello di
servizio previsto dal programma sanitario della passata amministrazione
regionale, targata Chiodi, su cui noi eravamo, nostro malgrado,
favorevoli ed ora lo sono anche chi nel passato lo aveva osteggiato.
I consiglieri di minoranza: E. Tilli, P.
Fiore, V. Lamelza, M. C. Travaglini