Una comunità intera ieri, durante
il funerale di Antonio De Petra, si è stretta attorno ai
familiari straziati dal dolore per la tragica scomparsa del loro
congiunto, avvenuta a Lanciano la mattina del 21 Luglio, quando
in preda alla disperazione, il presidente della Cooperativa
Croce Gialla di Lanciano si è lanciato nel vuoto precipitando da
un'altezza di tre piani di una palazzina sita in via De
Crecchio, dove si trova la sede amministrativa della società. Ad
accompagnarlo nel suo ultimo cammino, sono stati i suoi colleghi
in divisa. Presente a salutarlo, una folla commossa, incredula
ed allo stesso tempo anche piena di rabbia.
Di chi è la colpa, perchè è successo? Cosa c'è dietro
questa storia? Come è andata avanti la gestione della
cooperativa da Novembre 2014 tra un mutuo e una settantina di stipendi da
erogare, non possiamo saperlo, ma di sicuro sappiamo che le cose
sono precipitate (e diventate insostenibili e difficili da
accettare per una persona onesta come il De Petra), dopo
la notizia apparsa online solo su "il Centro"
esattamente una settimana prima
della tragedia e che porta il titolo: "Croce Gialla, c’è la
bancarotta fraudolenta" (leggi
l'articolo)
"Il trucco per amministrare bene questa
azienda - diceva nella nostra
intervista dell'estate scorsa - è fidarsi dei
propri collaboratori e io mi fido ciecamente delle persone che
mi seguono. Ringrazio chi mi ha voluto come presidente
scegliendomi tra le numerose persone che formano il gruppo della
Croce Gialla e ringrazio chi mi ha lasciato questa eredità" .
Antonio De Petra credeva molto nel
suo lavoro e lo portava avanti con molto impegno e serietà, sin
da quando operava nella Croce Gialla come autista del 118, sia
dopo, come presidente, trovandosi subito ad affrontare battaglie
legali contro quella manovra architettata sotto il periodo
natalizio, che fece sottrarre da un giorno all'altro e per 18
mesi (a lui e all'azienda), il lavoro. E' riuscito (sempre
insieme ad altri), a riprendersi ciò che era ingiustamente stato
tolto!! Ma non è bastato! Dopo un paio di mesi dalla fine della
battaglia che ha permesso alla C.G. di tornare ad operare nel
nostro territorio, quando finalmente sembrava tutto risolto, la
lotta è ricominciata, ma per le dovute fatture non pagate della
Asl e per la conseguente situazione economica già compromessa
dall'inizio, che, aggravandosi, non lasciava respiro. Numerosi
sono stati infatti gli appelli del presidente della Croce
Gialla, anche attraverso i media (guada
il video), per segnalare i gravi problemi che stavano
affrontando lui, i dipendenti della cooperativa Croce Gialla
(che aveva tanto a cuore) ed anche le altre unità operative di
soccorso come Croce Rossa e Valtrigno.
Ma, tornando
indietro di qualche anno, fino alla famosa delibera n. 1821 del
30 Dicembre 2013, ci chiediamo: come mai, allora, la Asl aveva 2ml
di euro a disposizione per la Croce Rossa e dopo, nel 2015, non pagava le fatture, nè alla
Croce Gialla, nè alla Croce Rossa e nè alla Valtrigno?
Come mai
la Asl trascura un ramo della sanità estremamente importante per
l'entroterra, come quello del trasporto malati (leggi
l'articolo), nel momento che hanno chiuso e riconvertito i
piccoli ospedali e l'organizzazione sanitaria adesso punta tutto
su una rete di soccorsi molto efficiente?
Un'altra cosa è
certa: dietro questa grave tragedia, dietro questo gesto
disperato c'è anche una bella responsabilità politica!
Clicca sull'immagine per ingrandire