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CURE PRIMARIE A CASOLI SI SPERIMENTA UN'ASSISTENZA A MISURA DI PAZIENTI
Si chiama Unità Complessa di Cure Primarie la novità presentata il 20 Novembre presso il Presidio Territoriale di Assistenza (PTA) 'Consalvi' di Casoli

CURE PRIMARIE A CASOLI SI SPERIMENTA UN'ASSISTENZA A MISURA DI PAZIENTI

L'UCCP è basata sull’integrazione tra medici, servizi dell’Azienda sanitaria locale, specialisti ospedalieri e dell’area territoriale e personale infermieristico. La finalità è ridurre gli eventi critici e le complicanze, migliorare la risposta ai farmaci e fornire assistenza appropriata e puntuale ai pazienti cronici, misurando i risultati attraverso la riduzione di ricoveri e accessi al Pronto soccorso.

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La medicina del futuro passa per le aree interne e muove i primi passi da Casoli, dove Asl e medici di medicina generale sperimentano nuove forme di assistenza rivolta ai pazienti fragili, per età e patologie. Si chiama Unità complessa di cure primarie la novità presentata questa mattina presso il Presidio territoriale di assistenza (Pta) “Consalvi”, basata sull’integrazione tra medici, servizi dell’Azienda sanitaria locale, specialisti ospedalieri e dell’area territoriale e personale infermieristico.
Foltissima la platea di medici, amministratori e operatori che hanno preso parte all’evento e assistito alla sottoscrizione dell’accordo stipulato tra la Asl Lanciano Vasto Chieti e i medici di medicina generale del territorio. Parimenti nutrita la rappresentanza istituzionale: erano presenti la Direzione della Asl al completo, Pasquale Flacco, Giulietta Capocasa e Vincenzo Orsatti, il direttore del Pta, Fioravante Di Giovanni, Rodolfo Sammarone in rappresenta dei medici di medicina generale, il sindaco di Casoli, Massimo Tiberini, il presidente della provincia di Chieti, Mario Pupillo, il consigliere regionale Antonio Innaurato e l’assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci.

L’Unità Complessa di Cure Primarie (UCCP) realizza un’aggregazione multiprofessionale con la finalità della presa in carico del paziente con malattie croniche e degenerative, quali ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco e malattie cardiovascolari, broncopneumopatie croniche, disturbi cognitivi e demenze. Funziona così: i soggetti identificati come fragili vengono individuati sulla base di alcuni parametri (numero dei ricoveri, accessi al Pronto soccorso, età, prestazioni specialistiche ambulatoriali ricevute), contattati per acquisirne la disponibilità a partecipare al percorso, e presi in carico in modo attivo, vale a dire sottoponendoli a un monitoraggio costante, in presenza e a distanza attraverso gli strumenti della telemedicina. Per ciascun paziente, quindi, viene stilato un piano di assistenza individuale che specifica il fabbisogno e gli obiettivi di cura da perseguire. Si tratta, in sostanza, di stabilire, in rapporto alle condizioni cliniche e generali, cosa è necessario per ognuno, dalla visita a domicilio al controllo dell’aderenza alla terapia, di parametri clinici e dei comportamenti del paziente, a programmi di riabilitazione.

La finalità è ridurre gli eventi critici e le complicanze, migliorare la risposta ai farmaci e fornire assistenza appropriata e puntuale ai pazienti cronici, misurando i risultati attraverso la riduzione di ricoveri e accessi al Pronto soccorso.
Ha parlato del “modello Casoli” il direttore generale della Asl: «In questo presidio abbiamo creato tutta la filiera assistenziale territoriale - ha messo in evidenza Flacco - a servizio di una popolazione ampia che presenta proprio le caratteristiche della fragilità. L’esperienza sviluppata qui andrà replicata anche in altre realtà della nostra Azienda».

Sulla valenza del lavoro fatto in questo territorio ha insistito anche l’assessore regionale alla Programmazione sanitaria Silvio Paolucci: «E’ il raffronto con il passato a raccontare quanto è stato realizzato in questi ultimi anni - ha detto Paolucci -. Quella di oggi è una condizione nemmeno paragonabile al deserto trovato nel 2014, dove a Casoli c’era solo un ospedale chiuso che ora per fortuna è tornato a essere luogo affollato e offre prestazioni a un’utenza che trova qui le risposte di salute adeguate. I soccorsi in emergenza sono garantiti oggi con tre ambulanze, così come tutto l’asse delle cure intermedie che non trovano spazio negli ospedali. Il diritto alla salute è stato ripristinato».

L’Unità complessa di cure primarie è articolata in tre sedi, quella principale a Casoli, con presenza di personale di studio dalle ore 8 alle 20, e quelle satellite di Lama dei Peligni e Torricella Peligna, attive nella stessa modalità dalle ore 8 alle 14. L’Azienda sanitaria mette a disposizione gli specialisti ambulatoriali, gli infermieri, addetti di segreteria e gli ambulatori, facendosi carico delle spese di gestione e la fornitura di attrezzature, computer, arredi e materiali di consumo. I medici associati, per propria parte, garantiscono la loro attività a turno facendo in modo da assicurare continuità assistenziale nelle ore diurne, prestata al di fuori del servizio presso i rispettivi studi.
Un importante ruolo viene svolto anche dagli infermieri, parte attiva nell’erogazione dell’assistenza e supporto prezioso nelle relazioni con i pazienti e le loro famiglie.
Nell’ambito territoriale di Casoli, Lama dei Peligni e Torricella Peligna i medici di medicina generale sono 18 e servono un bacino di utenza di circa 21.000 residenti. Di questi, 4.000 sono classificati come fragili, in un contesto caratterizzato dalla presenza massiccia di popolazione anziana. In alcuni Comuni la percentuale degli ultra 65enni è pari al 50 per cento, a fronte di una media nazionale che si ferma al 25 per cento.

Inserito da Redazione il 22/11/2018 alle ore 15:54:59 - sez. Ospedale - visite: 3398