V2-Day banchetto anche a Casoli
Referendum: "Libera informazione in libero Stato". Il 25 aprile la liberazione
dalla informazione viziata, parziale, disonesta
Cominciamo dal principio. Per risollevare il Paese e fare
pulizia occorre cominciare dal principio. Ed il principio è il diritto di avere
una informazione corretta. Diritto ad essere informati correttamente (valore
costituzionale che deriva dall'articolo 21 della Costituzione) E' dunque questa la priorità di Beppe Grillo che spera di bissare il successo
del primo Vday, quello dell'8 settembre che si proponeva di mandare a quel paese
la Casta dei politici. Il prossimo 25 aprile la liberazione invocata è quella
dalla informazione viziata, parziale, disonesta.
«L'informazione è un diritto. Vi è stato tolto. Per questo siamo ridotti così.
Solo attraverso una libera informazione l'Italia tornerà un Paese libero, bello,
splendente come nel Rinascimento. Io ci credo, credeteci anche voi».
Così Beppe Grillo dal suo blog invoca uno scatto d'orgoglio della gente comune
che deve difendere i propri diritti e destarsi dal soporifero trans in cui è
stata gettata dai media.
«Il 25 aprile è un'occasione per dire ai partiti, alle banche, alla Confindustria e a Testa d'Asfalto (Berlusconi ndr)
- spiega Grillo - che in
Italia comandano i cittadini. Che l'informazione deve essere al servizio della
democrazia, non dei gruppi di potere. I partiti non hanno mai fatto una legge
contro il conflitto di interessi. Domandatevi il perchè. Per beneficenza? O
perchè con una libera informazione sarebbero spariti tutti, TUTTI, il giorno
dopo per non farsi prendere a calci nel culo dagli italiani».
Il 25 aprile gli amici di Beppe Grillo in 400 città italiane organizzeranno una
raccolta di firme per i referendum per una libera informazione in un libero
Stato. «No all'ordine corporativo dei giornalisti, al finanziamento pubblico di
un miliardo di euro all'anno all'editoria, alla legge Gasparri sulle
radiotelevisioni. 400 città con musica, informazione, giovani e vecchi per una
giornata di festa».
«I magnifici 4. Influenzano l'opinione pubblica», spiega Grillo, «Possiedono le
principali televisioni, i giornali più diffusi. Li usano per difendere i loro
interessi. I direttori di testata sono loro dipendenti. Li scelgono, li pagano,
li licenziano. E se li scambiano come le figurine. Mimun passa dal Tg1 al Tg5.
Riotta dal Corriere della Sera al Tg1. La democrazia è una bella parola, ma cosa
vuol dire questa parola in realtà? Il conflitto di interessi tra i poteri
economici e i media è enorme. Ha raggiunto tali dimensioni che non lo vediamo
più. E' diventato normale che un quotidiano come il Corriere della Sera abbia
tra gli azionisti banche e gruppi industriali. Quando tutto è falso, il vero
scompare. Diventa un concetto impalpabile, metafisico».
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Fonte:
www.primadanoi.it del 21-04-2008