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Cluviae oggi
Negli anni successivi alla sua identificazione, l'antica città, ha comunque subito trasformazioni derivanti da un'attività edilizia poco controllata

Cluvienses Carricini

di Maria C. Ricci

Grazie all'acquisizione della tabula patronatus, documento epigrafico redatto nell'anno 383 d.C. per conto dei Cluvienses Carricini, è stata identificata il 12 Dicembre del 1966, la città sannitica di Cluviae  nella località chiamata Piano Laroma, che era però all'epoca conosciuta come Pagus Urbanus
In quel periodo, l'attività edilizia era regolata da un semplice Piano di Fabbricazione, questo fino alla metà degli anni '80, quando finalmente con l'adozione del primo PRG, la zona delimitata dalla Soprintendenza nel 1977 sulla mappa catastale (clicca), viene recepita dal nuovo strumento urbanistico.
Come si evince dalla foto aerea inserita, il territorio, negli anni successivi alla identificazione dell'antica città, ha comunque subito trasformazioni derivanti da un'attività edilizia non (o poco) controllata e, dopo ben 42 anni, si riscontrano carenze anche nell'ultimo PRG (leggi), in quanto, le zone edificabili intorno all'area archeologica, dove, secondo il rilievo del '67 redatto dalla Soprintendenza di Chieti,  si estendono le necropoli, non sono salvaguardate dai nuovi insediamenti. Sottoporre a tutela tramite strumento urbanistico Comunale, anche la fascia limitrofa della zona archeologica, non significa vietare qualsiasi attività edilizia, ma dare la possibilità al Comune di vigilare e controllarla meglio durante gli scavi di sbancamento (che potrebbero riportare alla luce antiche tombe) e, soprattutto, dare la possibilità di regolamentarla con  norme specifiche inerenti la tipologia costruttiva e l'uso dei  materiali, poichè, quelle generiche del PRG non bastano. Tutto ciò è necessario, al fine di evitare che intorno alla zona archeologica si continui a costruire manufatti rurali o insediamenti produttivi  che somigliano a capannoni industriali.
E' vero che l'area archeologica di Cluviae ha bisogno di altri fondi per nuove campagne di scavi (l'ultima risale al 1990), ma è necessario prima di tutto conservarla mediante lavori di ripristino e manutenzione (simili all'intervento effettuato dalla Soprintendenza del mese di Giugno 2008) e poi rivalutarla, promuovendo e sostenendo un Progetto di Recupero, che  riesca ad innescare un processo inverso avvenuto finora, controllando in maniera dettagliata ogni attività edilizia sui manufatti esistenti tramite l'individuazione di un intervento specifico per ogni singolo edificio che aiuti il progettista a ridurre al minimo l'impatto negativo che oggi molti di questi manufatti rurali hanno sulla zona, inoltre, il citato P.R. dovrà consentire ai privati di gestire nuove attività compatibili con l'interesse culturale dell'area.

IMMAGINI A CONFRONTO

La zona archeologica di Cluviae in una foto aerea del 2006 (da minambiente.it)

Clicca qui per vedere la delimitazione sulla mappa catastale

 
La zona archeologica di Cluviae nel rilievo del 1967 (da "Atti dell'Accademia dei Lincei")

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La zona Sud-Est di Cluviae in una foto aerea del 2006 (da minambiente.it)

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La zona Sud-Est di Cluviae nel rilievo del 1967 (da "Atti dell'Accademia dei Lincei")

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La zona centrale di Cluviae in una foto aerea del 2006 (da minambiente.it)

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La zona centrale di Cluviae nel rilievo del 1967 (da "Atti dell'Accademia dei Lincei")

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La zona Nord-Ovest di Cluviae in una foto aerea del 2006 (da minambiente.it)

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E' possibile notare come nuovi fabbricati di una certa consistenza siano sorti anche

su quella zona che la Soprintendenza individua come NECROPOLI

 
La zona Nord-Ovest di Cluviae nel rilievo del 1967 (da "Atti dell'Accademia dei Lincei")

Clicca qui per vedere la delimitazione sulla mappa catastale

Inserito da Carmen il 16/02/2009 alle ore 11:29:52 - sez. Archeologia - visite: 10946