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Un nuovo profilo per gli ospedali della Asl Lanciano-Vasto
Ospedale di Casoli destinato al trattamento dei pazienti cronici e alla sperimentazione di nuove formule organizzative come l’Utap e l’ospedale di comunità
O.K. del Commissario regionale al nuovo Piano Industriale della Asl. Un ruolo per ciascun ospedale, senza duplicazioni e spreco di risorse, secondo una logica di integrazione finalizzata al miglioramento dell’assistenza e dell’efficienza. Questo il senso delle azioni contenute nel Piano industriale della Asl, di recente approvato dal Commissario ad acta per il risanamento del sistema sanitario regionale, Gino Redigolo, il quale lo ha giudicato coerente con il progetto sistematico di riequilibrio economico finanziario della Regione. Riorganizzazione e sviluppo sono le parole d’ordine del documento, che prevede una contrazione dei costi, grazie ad azioni di ristrutturazione, e un incremento dell’offerta, da conseguire attraverso progetti di sviluppo necessari per garantire servizi in settori rispetto ai quali l’Azienda era carente. E che si tratti di azioni declinate alla crescita, e non di tagli selvaggi finalizzati unicamente al risparmio, lo si evince dal quadro economico allegato, dove è positivo il saldo tra riduzione dei costi, determinata da riconversioni, e investimenti per nuove attività, il che vuol dire che alla fine si andrà più a spendere che a risparmiare ma secondo una logica di miglioramento dei servizi e di eliminazione degli sprechi. Insomma le risorse economiche saranno impiegate là dove servono e non più per finanziare inutili e costosi doppioni, secondo il criterio dell’appropriatezza e dell’efficienza. Istituzionalizzato il presidio ospedaliero unico, articolato in cinque stabilimenti di produzione, caratterizzati da funzioni diverse ma comunque integrate e complementari: così Lanciano e Vasto, pur condividendo un profilo di base comune, presentano ciascuno delle specificità che ne diversificano l’attività, come, per il “Renzetti” la chirurgia maxillo facciale, la stroke unit, il trauma team, mentre il “San Pio” punta, tra l’altro, su emodinamica, endoscopia digestiva, malattie infettive. Differenziare è anche la parola d’ordine per gli ospedali minori: attività chirurgica multidisciplinare programmata e ricoveri acuti per Atessa, mentre Casoli e Gissi sono destinati al trattamento dei pazienti cronici e alla sperimentazione di nuove formule organizzative come l’Utap e l’ospedale di comunità, che prevedono il coinvolgimento dei medici di medicina generale nella continuità dell’assistenza e nella gestione diretta di alcuni posti letto. Ma i progetti di sviluppo riguardano anche il territorio,
dove resta al primo posto il potenziamento della rete dell’emergenza, che da
sola richiede un investimento pari a 2,2 milioni di uro, senza trascurare il
potenziamento del sistema delle cure domiciliari e della residenzialità
assistita. Fonte: www.piazzarossetti.it |