Polemiche a non finire in questi giorni (come sempre) sulla sanità ma proprio non si riesce a capire perché, se gli obbiettivi che erano stati imposti ai manager sono stati raggiunti, portare a 4 le Asl
Manager 'promossi' da cacciare. Caporossi: 'risanato i conti'
Il 22 settembre una leggina istituisce 4 Asl provinciali e
licenzia i 6 manager.
A meno che non si vogliano utilizzare i direttori in carica come commissari.
Il che non sembra, visto che la decisione è politica. Infatti è il modo di
onorare una cambiale con gli elettori ai quali era stato promesso: «cacceremo i
manager nominati dal centrosinistra il giorno dopo le elezioni».
A quasi un anno dall'insediamento di Chiodi, i falchi della giunta hanno rotto
gli indugi ed hanno chiesto una leggina di riforma delle Asl – che sarà
approvata il 22 settembre - per arrivare al commissariamento dei vertici
aziendali.
A pochi giorni dal “licenziamento” dei manager Asl e nel pieno delle polemiche
sull'approvazione da parte del Commissario governativo dei Piani industriali
delle sei Asl abruzzesi (in pratica una promozione a pieni voti da parte del
Governo dell'operato dei sei direttori generali), abbiamo chiesto a Michele
Caporossi, Asl Lanciano Vasto, se sono fondate le accuse più ricorrenti per
giustificare il prossimo defenestramento.
LE ACCUSE: «DECISIONI POCO PARTECIPATE». LA DIFESA:«NON È VERO NIENTE»
Per esempio è vero che il suo Piano è nato quasi di nascosto, senza il
coinvolgimento della Regione o del Comitato dei sindaci?
«Non entro nelle polemiche politiche – chiarisce il manager – ma mi attengo ai
fatti. Da tecnico quale sono, il commissario Redigolo mi ha incaricato di
elaborare il Piano industriale. Io ho portato a termine il lavoro e certamente
non da solo. Ho lavorato sempre in accordo con l'assessore fin da aprile scorso
e a giugno mi sono visto due volte con la giunta regionale. Tra maggio e giugno
ho presentato il Piano e ad agosto ne abbiamo discusso in Quinta commissione
regionale. Aggiungo che sono stato in contatto continuo con il Comitato
ristretto dei sindaci. Come dire: tutti sapevano tutto».
Cosa c'è dentro questo Piano?
«Non solo il risparmio, i tagli, gli accorpamenti di cui tanto si parla –
continua Caporossi – certo c' è il rientro economico, ci sono le indicazioni per
centrare gli obiettivi del Piano di risanamento».
«IL RISANAMENTO DEI CONTI NON È IL RIENTRO DAI DEBITI»
«Sottolineo risanamento e non rientro dai debiti», specifica Caporossi, «non è
una questione lessicale, ma sostanziale. Il Piano industriale è uno strumento
all'interno del Piano di risanamento per ristabilire le condizioni di
sostenibilità e di equilibrio della sanità. E poiché si parla di Federalismo
fiscale, il livello della sanità dipende dal livello delle risorse fiscali
generali».
Com'è concepito questo Piano industriale?
«La prima parte contiene le misure di contenimento della spesa. La seconda
presenta progetti di sviluppo. Per la prima parte le misure sono state per lo
più già attuate. La seconda presenta investimenti necessari per la qualità
dell'assistenza. Il commissario Redigolo ha approvato la parte relativa ai costi
ed alla razionalizzazione delle strutture» spiega il Manager.
Ma il risanamento c'è stato o no?
«Il Bilancio del 2005 aveva 65 milioni di debito, cioè 380 euro a cittadino. Nel
2008 ci sono solo 25mila euro di deficit, cioè 0,013 centesimi a testa. Tengo
poi a precisare che il nostro bilancio è redatto secondo le norme europee e
secondo il Codice civile italiano, cioè si tratta di un bilancio economico
patrimoniale, con valori veri e non finanziari, compresi i saldi per la mobilità
che negli ultimi due anni è migliorata per circa 4 milioni di euro».
MOBILITÀ ATTIVA, SPECIALIZZAZIONE DEGLI OSPEDALI, SICUREZZA NELLE PRESTAZIONI
Sulla mobilità, cioè sui malati che vanno a curarsi fuori Asl, gioca molto la
libera scelta del cittadino visto che non siamo in un regime autarchico.
Il tentativo, spiegano alla Asl, è di arrivare ad un equilibrio, cioè ad un
saldo che tende a zero tra mobilità passiva ed attiva, cioè tra i malati che
partono e i malati che vengono a curarsi nella Asl Lanciano-Vasto.
E per ottenere questo sarebbe necessario anche un reclutamento mirato di primari
che per il momento è bloccato.
L'immagine che viene fuori dal Piano presentato ed approvato è che la Asl
Lanciano-Vasto presenta 5 ospedali (il manager li chiama «stabilimenti di
produzione»): Lanciano, Vasto, Atessa, Casoli e Gissi, con ruoli diversi e
ineliminabili: da ospedali generalisti a ospedali specializzati.
E le polemiche per la chiusura di alcuni reparti, come il Punto nascite di
Atessa?
«Al di là dei numeri, si facevano 230 parti, è stata la Commissione rischi della
Asl a dire stop visto che non c'erano tutte le condizioni di sicurezza richieste
oggi per partorire».
«CHI CONOSCE I PROBLEMI EVITA POLEMICHE INUTILI»
Insomma rispedisce tutte le critiche al mittente?
«La critica è il sale della democrazia, ma bisogna stare ai fatti – conclude
Caporossi – sono legittime le proteste, ma conoscendo più a fondo i problemi si
arriva a comprendere. La filosofia del Piano è anche un'altra: oggi, così come
sono organizzati gli ospedali, ruotano i medici e gli operatori e non i
pazienti, le prestazioni saranno erogate solo al massimo della sicurezza, verrà
rispettata la vocazione territoriale dei piccoli presìdi e non ci saranno più
tagli di posti letto: siamo già al 2,9 per mille rispetto al 3,5 regionale. Cioè
siamo oltre il 3 per mille che ci chiede il governo. Se chi polemizza avesse
letto bene tutto, forse avrebbe fatto altri discorsi».
E non ci sarebbero minacce di licenziamento?
«Su questo non rispondo, ma possiamo parlare di altro. Io sono romanista e lei?»
LE CRITICHE DELL’OPPOSIZIONE ALLA POLITICA DELLA GIUNTA CHIODI
ABRUZZO. «Piani industriali delle Asl approvati, rientro dai debiti in sanità,
assessore Venturoni contro il Commissario governativo Redigolo, comitati in
difesa dei piccoli ospedali (ieri Atessa, l'altro ieri Guardiagrele, prima
ancora la Marsica e il Teramano), ogni giorno nuove ricette e proposte, mai
organiche, mai chiare fino in fondo. Ma sempre un modo per distrarre i cittadini
dai fatti veri: ad esempio che anche in questo caso il Centrodestra abruzzese ha
abdicato al suo ruolo e i giochi si svolgono altrove».
Il senatore Angelo Orlando, già presidente della Commissione regionale Bilancio
della passata legislatura, attualmente Consigliere provinciale di Chieti per
Rifondazione comunista, giudica molto negativamente il comportamento della
Giunta Chiodi sulla sanità.
«La mia non è un'impressione epidermica, ma basata sui fatti. Ad esempio il
Piano di rientro dai debiti è stato realizzato con i risparmi ed i tagli nel
settore pubblico e non certo con i sacrifici del privato. Infatti,
nell'ordinanza 68/2008 del Tar Abruzzo, che rinvia alla Corte Costituzionale la
L.R. 5/2007, meglio conosciuta come Piano di rientro dal disavanzo sanitario, è
scritto che quella legge, definita come legge-provvedimento con i caratteri
dell'atto amministrativo, vìola gli artt.41-42 e 43 della Costituzione, perché
ostacolerebbe la libertà di iniziativa privata. E vìola anche gli artt. 3 e 97
(eccesso di potere per ingiustizia e irrazionalità manifeste) – spiega il
senatore Orlando - In sostanza una legge regionale che definisce la
programmazione autonoma in materia sanitaria, secondo i privati ricorrenti e
secondo i magistrati è illegittima dal punto di vista della Costituzione, cosa
che non sarebbe probabilmente tagliando solo posti letto pubblici. Ad oggi non
si conosce il punto di vista della Regione su questa vicenda. Ma c'è una Regione
che legifera, che detta gli indirizzi, che sceglie? Non la vedo».
Eppure la giunta di centrodestra si è fatta sentire per la sanità, visto che ha
chiesto di inserire nel decreto per il terremoto la sospensione delle aziende
ospedaliere universitarie, che pure aveva voluto lo stesso centrodestra.
«E' il secondo colpo alla potestà legislativa della Regione inferto dal
Governo», ha aggiunto Orlando, «che, su cortese suggerimento dell'assessore
Venturoni, sospende quel che non potrebbe legittimamente sospendere e cioè i
processi di aziendalizzazione di Chieti e L'Aquila».
CARAMANICO (PD): «CONSIGLIERI DEFENESTRATI»
Ieri dibattito acceso in Commissione. Per Pd e Idv «situazione paradossale» dove
assessore regionale e commissario straordinario «dicono e fanno cose opposte».
«Quello appena vissuto è stato il momento più basso di discussione e di ruolo
del Consigliere Regionale».
E' il commento di Franco Caramanico intervenuto in Commissione Regionale Sanità
sulla discussione del Piano Industriale 2009/2010 della Usl di Pescara alla
presenza del Manager della stessa.
«Stiamo dibattendo un provvedimento – ha detto il consigliere del Pd - dopo che
il Commissario Sanità Gino Redigolo, il 5 agosto con Dgr n° 62 ha già approvato
tutti i Piani Industriali. Quale ruolo abbiamo in merito alla scelta?
Personalmente ho appreso le intenzioni del Commissario Redigolo leggendo i
giornali».
Quello del Partito Democratico è un disappunto condiviso anche con gli altri
partiti di centrosinistra «totalmente defenestrati» dal dibattito in corso sulla
Sanità.
«Cosa ancora più grave - prosegue Caramanico - è la leggerezza nelle decisioni
in un settore che assorbe l'85 per cento dei fondi sanitari e discutiamo
consapevoli che non possiamo fare nulla perché tutto è già stato deciso, in
barba al vigente Piano Sanitario regionale, in barba alla L.R. 32 sulle
autorizzazione delle strutture, alla L.R. 20 sull'appropriatezza dei ricoveri e
molte altre Dgr. Mi auguro - conclude Caramanico - che il Piano possa essere
ancora oggetto di rivisitazione e tante incongruenze risanate».
Il Consigliere Marinella Sclocco nella stessa seduta ha puntato l'attenzione
sulla novità della Lungodegenza Oncologica nella Usl di Pescara e sul forte
ridimensionamento del Presidio Ospedaliero di Popoli.
«Nella logica della razionalizzazione - si domanda il consigliere Sclocco -
quale posto è riservato alla creazione di un nuovo reparto di Lungodegenza
Oncologica con 5 posti letto in più? Un reparto unico nel suo genere visto che
non se ne trovano di simili in Italia. Sempre a Pescara - prosegue -
l'assistenza sanitaria dei cittadini dell'Alta Valpescara è fortemente
penalizzata dal provvedimento di ridimensionamento del Presidio Ospedaliero di
Popoli con la cancellazione di un reparto importante come la Chirurgia
Endoscopica e il trasferito a Popoli del reparto di Riabilitazione con chiare
difficoltà di spazi idonei a tali attività».
Marinella Sclocco ha sottolineato infine come in un momento di discussione tanto
significativa, mancavano in aula proprio i consiglieri regionali del pescarese.
«Speravo di trovare – ha concluso - un confronto serio con le Istituzioni ed i
Soggetti deputati per legge a tale programmazione, ma con rammarico ho costatato
che oggi in aula erano assenti proprio i consiglieri regionali di maggioranza
del pescarese e i pochi presenti non sono intervenuti».
IDV: «SIAMO AL PARADOSSO»
«Siamo ormai al paradosso nella sanità abruzzese, visto che l'assessore
Venturoni ha sonoramente bocciato i piani industriali che, invece, il
commissario Redigolo ha approvato ad agosto», hanno dichiarato i consiglieri
regionali dell'Italia dei Valori Lucrezio Paolini e Paolo Palomba.
«Venturoni – hanno proseguito i consiglieri IdV - contesta ai manager delle ASL
di non aver messo in campo una politica di investimenti e di rilancio della
sanità, ma di aver pensato solo operazioni di riduzione e non di
riqualificazione delle spese, delle strutture e dei servizi. Dall'altro lato,
istituisce una cabina di regia che vede la Regione, il commissario Redigolo,
l'Azienda nazionale per la Sanità e il Ministero che avrebbe il compito di
elaborare il nuovo Piano sanitario regionale».
L’Italia dei Valori chiede che prima di intervenire con gli annunciati tagli
venga perfezionata la riforma delle ASL, «con un piano che veda protagoniste
tutte le componenti sociali, professionali e politiche».
Fonte:
www.primadanoi.it