C'era una volta una fontana bella come questa
Lettera aperta alla famiglia Belfatto
di Nadia Di Filippo e Domenico Comegna
Gentili signori,
abbiamo pensato di rivolgerci direttamente a Voi che, per i
motivi che spiegheremo in seguito, costituite gli interlocutori migliori; e per
questo speriamo che le nostre attese non vengano deluse bensì, quanto meno
accolte per uno scambio di vedute.
Sono passati, ormai,
circa trentacinque anni da quando l’amministrazione comunale decise di
sistemare il percorso di via Centrale eliminando i gradini per renderla
carrabile fino alla Chiesa Maggiore. Infatti i lavori, se la memoria non è
fallace, si svolsero a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio
degli anni Settanta. Era un’epoca diversa da quella attuale, caratterizzata da
una forma di modernizzazione che non aveva ancora la maturità sufficiente per
affrontare l’argomento della tutela ambientale di cui, oggi, tanto si parla.
Nell’ambito di quei
lavori, la continuità del percorso carrabile da realizzare, richiese opere di
sostegno dello stesso con trasformazioni dell’ambiente circostante. Ed è in
seno di quella trasformazione che si decise di togliere dalla zona “Roscitti”,
come veniva chiamata allora, una bella fontana a parete realizzata in ghisa
dalla fonderia di Terni e datata 1913, come attesta la sua gemella collocata su
via Garibaldi.
E’ fatto noto che
quella fontana, ebbe la fortuna di non costituire materiale di scarto per il
macero ma, fu apprezzata dalla sensibilità dell’imprenditore che realizzò i
lavori il quale, grazie alle normative dell’epoca, poté appropriarsene,
tutelandola da eventuali deturpazioni e collocandola all’interno del proprio
giardino.
Come noi, e come tutti
del resto, sapete che l’imprenditore che realizzò i lavori era il Vostro
congiunto Pietro Belfatto.
Ed ormai è chiaro il
motivo di questa nostra….. quello che vi chiediamo è la disponibilità non a
restituire, perché la legge che ha permesso allora l’appropriazione vi ha
reso pieni proprietari dell’oggetto in questione ma, di donare alla
collettività un bene che appartiene alla memoria di un’epoca evolutiva del
Centro Storico, quando arrivò la rete idrica e furono distribuite al suo
interno le fontane pubbliche.
Con la riconoscenza verso
il Vostro caro che, trentacinque anni fa, salvò la fontana dalla distruzione
alimentiamo il desiderio affinché, oggi, sia la Vostra sensibilità a
restituire al Centro Storico la sua bella fontana…
Cordiali saluti
Casoli, 14 Settembre 2004
Arch. Nadia Di Filippo
Dott. Domenico Comegna