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Il Disseppellimento del Monastero di S. Martino in Valle
Convegno di Italia Nostra del 18-12-2004 a Fara S. Martino 

Il Disseppellimento del Monastero di S. Martino in Valle

Tra gli invitati sono intervenuti anche il Sindaco Tavani, il Vicepresidente del Parco della Maiella Rocco Micucci,  il Consigliere Provinciale Alex Caporale e Mario Pellegrini del Wwf Abruzzo. 

Ferretti:  «Non ci sono interessi che si stanno difendendo, ma solo l'amore per il luogo» 

a cura di Maria C. Ricci

L'incontro di Sabato 18 Dicembre a Fara S. Martino, organizzato da Italia Nostra Abruzzo (rappresentanto dal prof. Emiliano Giancristofaro), da Italia Nostra sezione di Lanciano (rappresentato dall'arch. Pierluigi Vinciguerra) e dal Comitato per la Salvaguardia della Valle di S. Spirito rappresentato dal geom. Alfonso Cocco, è stato il primo passo verso un dialogo, che fino a ieri non si era ancora stabilito per discutere apertamente e democraticamente sugli scavi, senza ricorrere a volantini, articoli su giornali ed altri mezzi di comunicazione per esprimere il proprio parere. Hanno introdotto l'argomento l'arch. Piero Ferretti, Consigliere Nazionale di Italia Nostra, il prof. Franco Tassi, direttore "storico" del Parco Nazionale d'Abruzzo, ed il coordinatore dei i lavori il prof. Emiliano Giancristofaro, presidente di Italia Nostra Abruzzo, sono inoltre intervenuti : il Sindaco di Fara S. Martino Antonio Tavani, il Vicepresidente del Parco della Maiella Rocco Micucci, il Consigliere Provinciale dei Verdi Alex Caporale, Mario Pellegrini del Wwf Abruzzo, il progettista delle opere arch. Enrico Del Pizzo, l'avvocato Ricciuti,  l'ex componente del consiglio direttivo dell'Ente Parco Antonucci, ex componenti del comitato scientifico C.A.I. come Franco Trapani e Di Marino, il fondatore della sezione Wwf  di Fara S. Martino Giuseppe Cipolla, sono inoltre intervenuti anche alcuni cittadini di Fara e dei paesi limitrofi come Altino e Casoli.  

Ad iniziare il discorso sul tema della conferenza, sono stati i promotori del convegno: il Comitato per la Salvaguardia della Valle di S. Spirito, l'arch. Vinciguerra di Italia Nostra sez. di Lanciano ed il prof. E. Giancristofaro di Italia Nostra Abruzzo. Il primo intervento è stato dell'arch. Ferretti,  che ha inquadrato prima di tutto  il problema dal punto di vista legislativo, ricostruendo le tappe fondamentali delle normative nazionali che dal 1909  ad oggi hanno disciplinato il nostro patrimonio storico, ambientale e culturale, per approdare al codice Urbani e ad una delle leggi più distruttive per  il patrimonio storico-culturale, per l'ambiente ed in particolare per i parchi e le zone protette:  il Condono Edilizio.

L'arch. Piero Ferretti», ha espresso preoccupazione per il mancato rilascio da parte dell'Amministrazione Comunale, della documentazione progettuale richiesta il 19-07-2004 con regolare domanda ed a firma del geom. Alfonso Cocco. La mancata visione degli elaborati progettuali secondo Italia Nostra ostacola una valutazione più accurata della questione. « Ignoriamo - ha detto Ferretti - se i lavori in corso rispettano il primo progetto, finalizzato al semplice dissotterramento dell'Abbazia o se, corrisponde alla realizzazione delle opere indicate nel cartellone esposto in località Colle Marino quali: mura di contenimento semicircolari, tensostrutture pararasassi, manufatti di accoglienza turistica, impianti, staccionate ed elementi di arredi vari ».  La preoccupazione maggiore dunque, è rivolta a tutto quello che andrà a svilupparsi intorno all'antico monastero disseppellito, ad incominciare dalle opere di urbanizzazione  indicate nel cartellone 3m x 2m (percorsi e zone pavimentate, anfiteatri, ecc.. ) che potrebbero trasformare la Valle in una perfetta area urbanizzata ed omologata a qualsiasi piazza cittadina, per finire con la definitiva rottura del silenzio che ha regnato incessantemente fino ad oggi in quel luogo sacro e  con tutte le conseguenze sulla fauna locale e l'ambiente. « Un esempio - ha detto ancora Ferretti - ci viene da Santa Maria in Valle Porclaneta ». Si ricorda infatti, che il Comitato Popolare ed Italia Nostra si è opposto alla variante al progetto poichè si trattava di un intervento seriale, quindi uguale ad altri luoghi dal Nord al Sud e che snaturava il luogo fino a realizzare una "valorizzazione turistica" e non un restauro finalizzato alla restituzione di quel luogo nella sua integrità storica, architettonica, artistica e religiosa. L'arch. Ferretti, spera che, sia stato fatto almeno uno studio di fattibilità, una valutazione di incidenza ambientale, delle rappresentazioni 3D del progetto per aiutare a capire cosa accadrà realmente in quella Valle una volta ultimati i lavori.  « Non ci sono interessi che si stanno difendendo, ma solo l'amore per il luogo » così ha concluso il proprio intervento l'architetto Piero Ferretti, Consigliere Nazionale di Italia Nostra.

Secondo il Consigliere Provinciale dei Verdi Alex Caporale», il problema va affrontato prima di tutto dal punto di vista politico, ricordando gli impegni e le battaglie intraprese dai Verdi su problematiche simili in difesa dell'ambiente e ribadisce quanto già chiesto nell'interrogazione del 07-10-2004 rivolto all' Assessore Ecologia Petta Nicola e all'Assessore Beni Culturali La Penna Luciano (leggi»), circa  la compatibilità degli interventi con le Direttive Ue. Inoltre, nel citato documento, Alex Caporale chiede: se è possibile in quell'area, rientrante all'interno del Parco Nazionale della Majella, la realizzazione delle opere e dei lavori in questione; la verifica e validità delle autorizzazioni e concessioni rilasciate; se con l'apertura della strada, larga 3 metri, lungo il greto del fiume Verde  non si siano commessi illeciti; e se i lavori in questione, hanno superato la valutazione di impatto ambientale e mette anche in evidenza  i dubbi che emergono intorno sull'aspetto economico dell'intervento.  

Il vicepresidente del Parco della Maiella Rocco Micucci», durante il proprio intervento, ha precisato che i lavori avviati hanno ben 13 autorizzazioni, e che l'unico lavoro non autorizzato (bloccato appena dopo la denuncia), è l'allargamento del sentiero, trasformato in una strada per il transito e manovra degli automezzi di cantiere per la quale l'Ente Parco ha emesso un'ordinanza di ripristino. «Il primo progetto approvato - dice Micucci - risale al 1997 e rispettava sin d'allora tutte le prescrizioni dettate dai vari Enti» e conclude il proprio intervento dicendo che  « non sappiamo ancora cosa accadrà durante gli scavi » quindi il controllo dell'Ente Parco avverrà durante i lavori « poichè le opere che si andranno a realizzare, avranno sicuramente bisogno di modifiche in corso d'opera ».   L'ex componente del consiglio direttivo dell'Ente Parco Antonucci, ha risposto che senza un Piano Parco, non si potrà mai dire no ad uno scempio.

Gli interventi sono proseguiti con la partecipazione dell'Avv. Ricciuti», che ha spiegato che la vera ricchezza di Fara S. Martino è proprio la bellezza della gola, quindi il progetto deve  andare avanti con molta cura e serietà e rispettare il più possibile la bellezza del luogo e si è rammaricato per il modo in cui un gruppo di "anonimi cittadini faresi" per mezzo di un vile volantinaggio denigratorio, ha diffamato con false accuse il prof. Franco Tassi», direttore "storico" del Parco Nazionale d'Abruzzo, il quale, durante il proprio intervento si è trovato costretto a smentire le calunnie con tanto di documenti alla mano « questo è quello che succede a chi difende la natura » ha detto Tassi, facendo capire a tutti, che chi svolge onestamente il proprio lavoro, spesso si trova ostacolato dalle calunnie di persone anonime che hanno ben altri interessi che salvaguardare l'ambiente. Tassi ha proseguito il proprio intervento, precisando che sul tema degli scavi, andavano organizzati più convegni, che il luogo va rispettato per il suo valore naturalistico e che qualsiasi altra opera realizzata nella Valle per recuperare anche il suo valore storico e religioso, deve essere valutata nei minimi particolari evitando qualsiasi forma di violenza verso l'ambiente circostante. Invoca quindi la mediazione tra il rispetto della natura e gli scavi che dovranno riportare alla luce l'antico monastero.

Il sindaco Antonio Tavani», rispondendo alle domande poste da alcuni intervenuti e che riguardano le autorizzazioni dei vari Enti, ha dichiarato prima di tutto, che il progetto è sempre quello di 18 anni fa (portato avanti da tre amministrazioni) e che sono stati recepiti tutti i pareri e le prescrizioni disposti dagli organi competenti invitati all'ultima conferenza di servizi. Precisa inoltre, che il cantiere è stato solo parzialmente bloccato per via dell'allargamento del sentiero esistente, che  è stato trasformato in "pista da cantiere" per favorire l'allontanamento dei detriti provenienti dagli scavi. « I lavori  hanno 13 autorizzazioni - dice Tavani - e le opere che si andranno a realizzare sono specificate nelle 1200 copie del giornale informativo dell'Amministrazione Comunale » precisando che è stato in questo modo, che il Comune ha condiviso con tutti i cittadini il progetto e non nega che durante i lavori ci saranno delle sorprese legate agli imprevisti , lo stesso architetto Enrico Del Pizzo» infatti, con un breve intervento, ha dichiarato di aver scritto chiaramente nella relazione a corredo del progetto, che i lavori  saranno soggetti a varianti in corso d'opera se nel corso degli scavi emergeranno degli imprevisti che sicuramente non mancheranno. 

Franco Trapani», componente del C.A.I di Pescara, si appella ai faresi di stare molto attenti a cosa si sta realmente facendo nella Valle, soprattutto con tutte le opere a servizio della zona dopo gli scavi, e a quelle di contenimento dei detriti che dovranno essere per forza realizzate, come l'ingombro dell'enorme emiciclo di circa 60 metri di diametro, che si innalzerà ed andrà ad inserirsi come un corpo estraneo nella Valle. « dice Franco Trapani - non sarà altro che un turismo di massa, che secondo alcuni avrà "effetto benefico sull’economia dell’intera zona", ma che invece, avrà un effetto devastante per quell'antichissimo luogo sacro, poichè nulla di religioso e nulla di  storico sarà riportato alla luce se non un ingannevole richiamo per masse di vacanzieri »

Un cittadino di Fara, Giuseppe Cipolla»,  ritiene che gli scavi per disseppellire l'abbazia sono necessari per Fara, in quanto i monaci che vi si insediarono portarono in quel luogo cultura e civiltà e lì sotto è sepolta la storia del paese. Un altro Giuseppe Cipolla», il fondatore della sezione Wwf  di Fara S. Martino ha ribadito quanto detto nell'intervista pubblicata su "Il Tempo" il primo settembre del c.a.: (leggi» ). 

Antonio Di Marino» (ex componente del C.A.I.) ha dichiarato di essere favorevole agli scavi, ma non alle altre opere previste, come tensostrutture, anfiteatri, e manufatti vari, che non solo deturperanno l'ambiente, ma andranno anche a rompere quella quiete che contraddistingue tutti gli eremi della Maiella. 

L'ing. De Simone Domenico» di Casoli, ha apertamente manifestato la sua posizione contro gli scavi, dicendo: « non vale la pena sbancare tutta la zona, costruire enormi muri di sostegno, inserire tensostrutture parasassi  e manufatti vari, sfigurando così, interamente la Valle per disseppellire non un monastero, ma solo quattro ruderi. Poichè è questo che resta sotto i 12 metri di detriti, soprattutto dopo che i reperti più significativi sono stati già prelevati durante i precedenti scavi ».  

L'arch. Ricciuti Gianluca» di Fra S. Martino, ha  fatto presente che sull'argomento, sin dall'inizio, non sono state mai organizzate da parte delle varie amministrazioni, adeguate manifestazioni culturali, ha detto inoltre, che gli elaborati progettuali non sono mai stati esposti al pubblico per eventuali suggerimenti, poichè sarebbe stato questo il modo più appropriato per condividere il progetto con tutti i cittadini. Dice inoltre, che non è stata mai presa in considerazione la necessità di dover intervenire con un concorso di idee, vista l'importanza dell'opera. 

Madonna» del Comitato di Salvaguardia ha fatto notare, che durante il convegno, sarebbe stato interessante avere anche il parere di un tecnico, come per esempio un geologo, al fine di discutere meglio sugli effetti che scaturiranno gli scavi del terreno interamente costituito dai detriti alluvionali. Altri interventi pro e contro gli scavi o il progetto, si sono susseguiti con la partecipazione di altri componenti del Comitato di Salvaguardia e di altri cittadini sia locali che dei paesi limitrofi. Alla fine è intervenuto anche Mario Pellegrini del Wwf Abruzzo e il dibattito si è subito dopo concluso con l'intervento del prof. Emiliano Giancristofaro (presidente di Italia Nostra Abruzzo) che ha esplicitamente invitato il Sindaco di Fara S. Martino Antonio Tavani (il quale ha accettato) ad organizzare un secondo convegno sugli scavi, tra qualche mese.

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Inserito da Carmen il 21/12/2004 alle ore 23:57:50 - sez. Archeologia - visite: 8867