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Cluviae, scritti di De Nino, Fiorentino e Masciantonio
Altri tre documenti da oggi vanno ad arricchire e ad integrare la documentazione già presente nella sezione Cluviae

L'ultima documentazione divulgata, ci fu inviata il 5 Giugno 2008 dall'archeologo Adriano La Regina  per la pubblicazione su casoli.org. Oggi aggiungiamo alla sezione Cluviae altri tre documenti che vanno ad arricchire e ad integrare l'archivio storico dedicato alla nostra zona archeologica.

Il primo documento riguarda lo studioso Antonio De Nino che in "Frammenti epigrafici tracce di acquedotti e avanzi di costruzioni romane a Casoli" pubblicato nel 1900, fece una descrizione dei resti di costruzioni romane individuati in Piano La Roma nella zona allora conosciuta come "Pagus Urbanus".

Il secondo documento, risale al 1966, e riguarda la ricognizione dell'area archeologica ancora conosciuta come "Pagus Urbanus" effettuata da Nicola Fiorentino, in "Localizzazione topografica dei reperti descritti da Antonio De Nino e altri recenti rinvenimenti archeologici" dove descrive ed evidenzia su una mappa allegata, la collocazione topografica dei ritrovamenti descritti dal De Nino 66 anni prima. Questa ricognizione pubblicata su "Archeologia", è il risultato di una ricerca durata oltre un mese. Il documento va ad integrare anche quanto detto dallo stesso Fiorentino all'incontro del 7 Febbraio 2010 dal titolo "Le origini di Casoli", promosso dall'associazione "Casulae Club", dove, durante la conferenza, racconta come ha svolto la sua ricognizione sulla zona archeologica dopo ben 66 anni dalle notizie del De Nino.
Nello stesso anno, in località Bufalara nel comune di S. Salvo, fu ritrovato un documento epigrafico consistente in una lastra bronzea redatta per conto dei Cluvinses Carricini nel 384 d. Cr. L'archeologo Adriano La Regina, in seguito a questa acquisizione, individua nella nostra zona archeologica l'antica città di "Cluviae" , che fino ad allora era stata erroneamente chiamata "Pagus Urbanus",  iniziando così, una campagna di rilievo insieme al disegnatore Di Marco e riportando le notizie di questa campagna in "Cluviae e il territorio carecino" (Rendiconti - Atti dell'Accademia dei Lincei), dove alla pagina 94 nella nota n.26, citando il De Nino, riporta anche il nome di Nicola Fiorentino per la pubblicazione del suo articolo su "Archeologia".

Il terzo documento, molto più recente, riguarda un articolo di Antonello Masciantonio pubblicato nel 1995 in "Noi Escursionisti - Un decennio tra casoli e la Majella" inerente la prima campagna di scavi iniziata nel 1988, diretta dalla Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo e condotta in due fasi successive: Agosto/Settembre 1988 e Maggio/Giugno 1990. Tra le strutture romane, sono emerse strade lastricate, una rete fognaria molto articolate e ben conservata, cisterne per il deposito di cereali (interrate sia sotto che a fianco alle abitazioni romane riutilizzate) e porzioni di muratura in opera reticolata sovrastata da muretti a secco in ciottoli di fiume, testimonianza di un successivo rimaneggiamento dovuto ad un'attività edilizia proseguita fino al XIII secolo, come viene testimoniato anche dal gran numero di vasellame ritrovato e appartenente a quest'epoca. Negli scavi condotti nel 1990, nell'area in prossimità delle necropoli, sono state ritrovate delle tombe a cappuccina del II secolo e III secolo e piccoli reperti, che oggi si conservano presso la Soprintendenza. 

Inserito da Redazione il 06/05/2010 alle ore 08:44:53 - sez. Archeologia - visite: 4809