Angelo Orlando: «se chiudendo gli ospedali i costi non si riducono, come dicono le delibere, perché si chiudono gli ospedali?»
Ospedali tagliati, ma i costi non si riducono: «scavalcato il piano di
rientro»
E se il Piano operativo taglia-ospedali fosse solo
un’incredibile forzatura («lo chiede il Governo nazionale, siete troppo
indebitati») per far passare come obbligatoria (e forse non lo era) la chiusura
dei piccoli ospedali in Abruzzo?
E perché tanta fretta da ribaltare il senso logico dell’operazione? Sarebbe
stato sicuramente meno traumatico prima attrezzare il territorio con i servizi
sanitari sostitutivi e poi “riconvertire” gli ospedali oggi chiusi. Invece si è
fatto il contrario, con qualche confusione.
In questa ottica, il deficit della sanità – in assenza di un piano strategico
vero - sarebbe stato usato solo per ottenere i fondi previsti dal Governo per il
2010 e 2011, annualità non coperte dal Piano di rientro dai debiti. Il dubbio
nasce cercando di capire cosa c’è dietro commi e leggi che si trovano nei
decreti di nomina dei sub commissari, nell’intestazione del Piano operativo e al
suo interno (come a pagina 17, quando si parla dell’istituzione dei nuclei
operativi di controllo), nelle deliberazioni del Commissario ad acta, nei vari
numeri del Bura. Quasi sempre si rinvia al comma di una legge: il n° 88
dell’art. 2 legge 191/2009, ma c’è anche il riferimento all’articolo 79 della
legge 133/2008 (sottoscrizione dell’Accordo di programma per l’accesso ai fondi
ex art. 79 legge 133/2008).
Una doppia verità o una normale sovrapposizione di leggi ed articoli, vista la
complessità della materia?
Nella Regione Lazio un problema di questo tipo sarebbe subito chiarito: sul web
c’è tutto, proprio tutto, compresi i verbali del tavolo ministeriale di
monitoraggio a Roma. Qui in Abruzzo invece non c’è molto e i commi e le leggi
che si rintracciano rischiano di svelare che la salute degli abruzzesi è stata
barattata solo per qualche soldo in più. La trasparenza sbandierata dalla giunta
Chiodi rimane teoria.
DUE LEGGI DIETRO IL PIANO OPERATIVO: QUALE QUELLA GIUSTA?
Infatti nella documentazione disponibile si legge che la strada del risanamento
dei debiti era stata intrapresa con successo e che alcune Asl (come quella di
Lanciano-Vasto, manager Luigi Caporossi) avevano azzerato il deficit, mentre
altre (come Chieti, manager Luigi Maresca) lo avevano dimezzato. Si legge anche
che il sub-commissario alla sanità Giovanna Baraldi ha svolto compiti che forse
sono “esuberanti” rispetto alle competenze di cui alla sua nomina, che Giovanni
Chiodi continua a fare il commissario pur essendo terminato il periodo di
rincorsa al pareggio dei conti per cui il suo incarico forse è ormai scaduto.
Dunque dietro il Piano taglia-ospedali potrebbe esserci solo un calcolo
economico, senza preoccuparsi delle conseguenze sui cittadini per la
“riconversione” degli ospedali.
A sorpresa sembrerebbe si possa scovare quello che sembra un lapsus imprevisto
proprio all’interno del Piano, con il riferimento ora ad una legge ora ad
un’altra (comma 88 legge, art. 2 legge 191/2009 e art. 79 legge 133/2008).
FORSE IL PIANO TAGLIA-OSPEDALI È STATO ADOTTATO PER OTTENERE FINANZIAMENTI
Dopo le proteste su tutto il territorio abruzzese per la chiusura dei piccoli
ospedali, ci si chiede se veramente il governo aveva chiesto a Chiodi questa
severità. Il dubbio nasce perché nel Piano di rientro dai debiti firmato a
marzo 2007 dal centrosinistra c’era un crono-programma di verifiche e l’ultima
era prevista per il 15 aprile scorso (non si sa se c’è stata, perché come detto
i verbali non vengono pubblicati). Si sa però che al 31 dicembre 2009 (secondo
quanto si è appreso della verifica del 17 marzo) i conti erano a posto e
che il Piano di rientro dai debiti procedeva bene (lo aveva detto pure il
precedente commissario Gino Redigolo). E il comma 88 dell’articolo 2 della
191/2009 prevede proprio la presentazione di Piani di rientro per le Regioni
commissariate. A dire il vero nel comma è prevista anche la possibilità di
presentare altri Piani, cosa che stranamente non è stata fatta, nonostante le
critiche alla rigidità del Piano sottoscritto dal centrosinistra e che poteva
essere cambiato. Il riferimento al comma 88 apparirà anche nelle delibere
commissariali sul Piano operativo. Tra l’altro dalle motivazioni delle nomine
dei due sub-commissari (Rossini ha lasciato subito), si apprende anche che forse
Giovanna Baraldi doveva lavorare solo a iniziative connesse all'adozione del
piano di riassetto della rete ospedaliera, della rete laboratoristica e della
rete di assistenza specialistica ambulatoriale, senza diventare la protagonista
del Piano di rientro dai debiti.
Una confusione di attribuzione di incarichi che aumenta quando vengono dirottate
su di lei le competenze inizialmente attribuite a Rossini per la collaborazione
“sugli aspetti giuridici e amministrativo gestionali, per l'adozione dei
provvedimenti attuativi delle disposizioni recate dalla legge 6 agosto 2008
n.133, necessari all'attuazione del Piano di rientro” (dove riappare questo
articolo 79). E’ qui che scricchiola il meccanismo delle leggi e dei commi?
Insomma non ci sarebbe collegamento tra debiti, tagli e “riconversioni”, se il
Piano taglia-ospedali è ispirato a questo articolo che dice: soldi in più nel
2010-2011 se tagli posti letto e personale riorganizzando la rete ospedaliera.
Senza fissare date, obblighi e sanzioni, senza cioè quel carattere urgente che
si vuol far credere.
ANCHE NEL RICORSO AL TAR PER GUARDIAGRELE SEGNALATE MOLTE INCONGRUENZE
Traccia della confusione si può ritrovare nel ricorso al Tar contro la chiusura
dell’Ospedale di Guardiagrele, firmato dalla locale opposizione di
centrosinistra. Si legge che il Piano è illegittimo perché i commissari in
carica dovevano dare attuazione al Piano di rientro, così come previsto nel
Piano sanitario vigente e mai abrogato. Qui si prevede che tutti gli ospedali,
anche i piccoli, restano aperti con posti letto per acuti. Eccesso di potere in
chi ha invece licenziato un Piano taglia-ospedali, senza peraltro concertare le
scelte con gli Enti locali, come è avvenuto in altre regioni commissariate come
il Lazio? Ma è forse l’insistenza sulla legge 191/2009 la più contraddittoria,
perché questa legge conferma che le Regioni commissariate debbono proseguire il
Piano di rientro, un atto cioè già recepito dal Piano sanitario regionale in
vigore. Le delibere commissariali, invece, vanno oltre e intendono i Programmi
operativi come leve per scardinare l’accordo per il rientro dai debiti che
invece dovevano attuare.
«L’udienza al Tar – dice l’avvocato Simone Dal Pozzo – è fissata al 23
settembre per la sospensiva, ma se non ci sarà ci auguriamo che il merito venga
discusso al più presto». «Anche perché – spiega il senatore Angelo
Orlando – se chiudendo gli ospedali i costi non si riducono, come dicono le
delibere, perché si chiudono gli ospedali?»
Già: perché?
Fonte:
www.primadanoi.it del 14-09-2010