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Ha registrato tutto esaurito il concerto dell’11
settembre al Blue Note di Milano che ha visto protagonista il
pianista abruzzese per la IV edizione del “MiTo Settembre
Musica”. Un concerto Piano Solo arricchito, nella seconda parte,
dalla presenza di Yuri Golubev al contrabbasso e Marco Zanoli
alla Batteria: i tre formano insieme il Michele Di Toro Trio.
Per l'occasione hanno portato in scena un tributo a Oscar Peterson &
Thelonious Monk, due grandi firme del jazz degli anni ’60.
L’intento, dice lo stesso Miche Di Toro, è la ricerca di un filo
conduttore che possa legare e fondere la grande tecnica esecutiva di
Peterson al genio compositivo di Monk, un cammino alla ricerca di
similitudini in due artisti a loro modo distanti.
Intervista a Michele Di Toro a cura di Salvatore Brancaccio
Cos’è “MiTo Settembre musica 2010”?
«Č un festival internazionale di musica, arrivato alla sua quarta
edizione. Č l'incontro culturale tra due grandi città quali Milano e
Torino che offrono al pubblico una serie di grandi concerti con artisti
nazionali e internazionali in vari punti della città.»
Come si è formato il “Michele di Toro Trio”?
«Il progetto del trio è nato nel 2005 dal mio incontro col
contrabbassista Yuri Golubev che poi mi ha presentato il batterista
Marco Zanoli.
Dopo la prima prova che facemmo in uno studio di registrazione, capimmo
che c’eravamo "trovati". Subito dopo registrammo il nostro primo disco
"Il passo del gatto" e di seguito "From the sky".»
Porterete di scena un tributo a Oscar Peterson & Thelonious Monk,
perché questa scelta?
«La scelta l'ho avuta poiché ho capito che questi due grandi
esponenti del pianismo jazz appartenevano in qualche modo alla mia vera
natura di musicista. L'uno (peterson) con la sua straordinaria tecnica
esecutiva, l'altro per il genio compositivo e per le ardite soluzioni
armoniche e ritmiche del suo linguaggio. Volevo quindi cercare una
chiave, un connubio, tra questi due aspetti apparentemente distanti tra
loro ma in realtà molto vicini. Il risultato è un affascinante cocktail
di elementi musicali che convivono benissimo...»
Come pensi sia messa la musica Jazz in Italia e nel mondo?
«Credo che la musica jazz si stia ricavando, giustamente, un posto di
grande importanza nel mondo culturale odierno. Per tanto tempo è stata
considerata musica di nicchia o per intenditori. Sono felice che oggi
questa barriera si è ridotta con iniziative sempre più interessanti
nelle proposte concertistiche e con aperture di corsi musicali ad
indirizzo jazzistico nei conservatori.»
Ci sono, secondo te, degli artisti Jazz che non hanno la fama che
meriterebbero?
«Certo, indubbiamente ci sono. Non sempre la qualità di un'artista è
proporzionata alle regole del mercato...»
Parlaci dei tuoi compagni di musica Youri Golubev e Marco Zanoli.
«Sono due straordinari musicisti per sensibilità e passione musicale.
Con loro riesco ad essere me stesso ed essere autentico nel modo di
suonare. Basta uno sguardo tra di noi per capire quale direzione
prendere in un determinato momento musicale. C'è un’intesa molto forte e
quasi perfetta.»
Progetti per l’imminente futuro?
«Sto curando molto l'aspetto "live" della mia carriera musicale,
anche se, in cantiere dovrebbe uscire tra non molto un mio lavoro in
trio di un concerto a Capri lo scorso anno. Per il resto ho iniziato da
poco la collaborazione con un'orchestra d'archi con cui ho intenzione di
portare avanti un progetto su Mozart, l'improvvisazione totale e la
composizione di un mio concerto per pianoforte e orchestra.»
Fonte:
www.dream-magazine.it del 13-09-2010
Recensione:
lnx.whipart.it