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Bologna, un monumento alla Brigata Maiella e gemellaggio con Sulmona
di Ezio Pelino Nel nostro tempo globalizzato, affollato di informazioni, angosciato dalle criticità del presente e dalle incertezze del futuro, è singolare che una città come Bologna non dimentichi i suoi “antichi” liberatori. Non dimentichi quello straordinario giorno, il 21 aprile 1945, quando, da Porta Mazzini, entrarono le Forze Alleate finalmente vincitrici e, fra le prime, la Brigata Maiella, formazione di volontari abruzzesi che combattendo aveva risalito la Penisola. L’unica formazione partigiana che non si era limitata a lottare per il proprio territorio, ma che aveva proseguito la sua missione accanto agli Alleati per liberare l’Italia. Scrive di quell’epico giorno Gilberto Malvestuto: "Facciamo fatica a passare. Dalle finestre e dai balconi migliaia di bandiere e drappi tricolori sventolano al vento di primavera. Mentre migliaia e migliaia di volantini che inneggiano alla Resistenza, alla libertà , coprono il cielo nella loro corsa volteggiando a lungo sulla moltitudine osannante e impazzita per la gioia. La gente piange anche, mentre una ragazza, fendendo la folla, mi raggiunge di corsa e mi stringe forte a sé e poi mi dice anche: 'Grazie, tenente'. Mi bacia a lungo e poi scompare, mentre suona per la prima volta dopo tanto tempo, il campanone della torre del capitano del popolo”. Ed Ennio Pantaleo, allora un ragazzino di quattordici anni, oggi si direbbe un bambino, il più giovane della Brigata, che per farsi arruolare si era spacciato per maggiorenne, ricorda: “Ricevemmo una calorosa accoglienza e ci furono tributati gli onori più calorosi. Bologna era grande, bella, nonostante la guerra, l’aria che si respirava era intrisa di un profondo senso di libertà. Guardavo le torri di Garisenda e Degli Asinelli con aria sbigottita. Erano immagini di un mondo diverso, a me sconosciuto. Non era la loro ardita architettura, di cui nulla capivo, a sorprendermi. Per me esse rappresentavano qualcosa di più, avevano il valore di un simbolo”. Bologna, come tutti i paesi liberati in quei tragici mesi, non ha dimenticato i volontari abruzzesi. Brisighella (Ravenna), che è stata teatro di una delle battaglie più terribili, con il sacrificio fra gli altri del diciassettenne sulmonese Oscar Fuà, dopo quasi mezzo secolo, il 2 dicembre 1990, ha voluto dedicare una strada al Comandante Ettore Troilo e conferire la cittadinanza onoraria a tutti i partigiani abruzzesi. L’anno dopo, il 21 aprile 1991, in occasione del 46° della liberazione di Bologna, il grande sindaco Renzo Imbeni ha premiato la Brigata con la massima onorificenza cittadina, il Nettuno d’oro, consegnata solennemente al Vicecomandante Domenico Troilo, e tutti i reduci con un attestato di riconoscenza. La notizia trovò molto spazio nella stampa, dall’Unità a La Repubblica, al Resto del Carlino. Quest’ultimo, nel ricostruire la storia della Brigata, parla di un “gruppo anomalo”, “che scelse un modo irregolare di combattere, composto da abruzzesi che per venti mesi, con un organico di millecinquecento giovani, risalì fino al Veneto combattendo al comando dell’avvocato Troilo, formatosi alla scuola di Turati e stretto collaboratore di Matteotti”. Il Parco "Brigata Maiella" nel quartiere San Lazzaro di Savena Più recentemente, il 21 aprile 2007, i reduci di quella straordinaria avventura sono stati festeggiati solennemente a Palazzo D’Accursio dal sindaco Sergio Cofferati, presente una folla festosa e riconoscente. E nella stessa occasione, il sindaco ha intitolato alla Brigata il grande giardino del quartiere San Lazzaro di Savena. Proprio nel “Giardino Brigata Maiella”, il 2 giugno scorso, il Commissario straordinario del Comune di Bologna, Anna Maria Cancellieri, ha inaugurato un monumento a ricordo della Brigata abruzzese. Un gigantesco monumento in pietra bianca della Maiella, del peso di 18 tonnellate, raffigurante le tre cime del massiccio abruzzese - che richiamano quelle effigiate sullo scudetto della divisa - con bassorilievi e iscrizioni che ricordano la formazione partigiana medaglia d’oro al Valor militare. Il legame dei ricordi comuni non si è affievolito, anzi sembra rinsaldarsi negli anni: la memoria di quegli eventi e di quelle gesta sta passando dalla generazione dei padri a quella dei figli. Si lavora per un gemellaggio da celebrarsi il 21 aprile prossimo, ricorrenza del 66° anno della liberazione della città. Nel nome della Brigata, lo SPI-CGIL di Sulmona si gemellerà con il quartiere San Lazzaro di Bologna. Una bella, straordinaria iniziativa, capace di alimentare scambi culturali, turistici e di amicizia fra le due realtà. Una continuazione su un altro piano della missione della Brigata Maiella. Rinsaldare e coltivare l’unità nazionale. |
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