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Dove sono finiti i miei diritti?
Il Comune di Lanciano nega il progetto "Vita indipendente". Ho dato mandato ad un avvocato di Roma per denunciare i soprusi che ritengo di subire ingiustamente

Dove sono finiti i miei diritti?

di Nicolino Di Domenica

In Italia paese membro delle nazioni Europee che di recente ha ratificato anche una convenzione sui diritti delle persone con disabilita, paese che ha emanato leggi che dovrebbero tutelare i diritti dei più deboli come la L. 162/98 la L. 104/92 per garantire, tra le tante cose, una “Vita Indipendente”al disabile grave in grado di autodeterminarsi, la legge 328/200 per “interventi e servizi sociali” la L. 68/99 che dovrebbe garantire parità di lavoro alle persone con disabilita e infine la nostra costituzione dove ogni essere umano ha parità di diritti.
Ebbene, tutte queste leggi in Italia sono interpretate secondo dove si vive, secondo l’intelligenza di chi le interpreta e secondo le persone che si vogliono favorire alla fruizione di tali diritti.

Perché questo sfogo? Perché dove ho la sfortuna di vivere, le persone come me con una disabilità motoria grave, che nonostante tutto hanno avuto la fortuna di avere un dignitoso lavoro, dopo un aggravamento della malattia si sentono dire: “arrangiati”.

Tempo fa, secondo le leggi sopra menzionate, ho richiesto al mio comune di attivare un progetto di “Vita Indipendente” che mi avrebbe permesso, sempre secondo la legge, un’assistenza mirata e gestita da me; questo progetto mi è stato negato o meglio rimandato al prossimo anno, probabilmente, in vista delle elezioni per eleggere il nuovo sindaco cogliendo l’occasione per una fruttuosa campagna elettorale ….
Allora ho chiesto che mi fosse concesso almeno l’Assegno di Cura come da delibera regionale dell’8 marzo n. 149/2010 per un sostegno alla mia famiglia, che mi permette di vivere in casa anziché in un istituto dove costerei oltre 300 euro al giorno, ma anche questo mi è stato negato.
Infine ho fatto una richiesta, sempre secondo la Legge, di usufruire dei servizi di trasporto al lavoro dei servizi sociali; negata anche quest’ultima richiesta, perché il Piano Sociale dell’ambito 22, che comprende il mio comune, non prevede questo servizio ma prevede solo il trasporto scolastico e presso i centri di cura riabilitativa.

Ora io mi domando a cosa serve far studiare e curare un disabile se poi nel momento in cui dovrebbe mettere a frutto la sua intelligenza e le sue capacità in un lavoro produttivo, smettendo quindi di essere un “peso” per la società, egli viene abbandonato a se stesso?
Mi piacerebbe incontrare i grandi esperti che hanno redatto il nostro Piano Sociale, i Piani di Zona, i PLNA, PAI escludendo, tra tutte le altre cose anche il diritto al lavoro. ( che criteri hanno usato? Che dati? Che competenze? Che esperienza?).
Qualche mese fa, durante un colloquio con un assessore nel quale rivendicavo questi diritti, un’assistente sociale mi disse questa frase “beh! Vede signor Di Domenica lei ha la fortuna di avere un lavoro può così pagarsi un assistente”; la mia risposta fu rapida e lapidaria: “vede signora, io non so cosa faccia Lei col suo stipendio, io con il mio ci devo sopravvivere!!!!” (chissà se anche lei partecipa alla redazione dei Piani su elencati?).

Vorrei sapere da voi cosa e come si deve fare per combattere contro pregiudizio, ignoranza, prepotenza e malcostume di chi ci governa? Naturalmente stanco di tutto questo, ho dato mandato all’avvocato Ida Di Domenica di Roma per denunciare tutti questi soprusi che ritengo di subire ingiustamente; adesso si vedrà se i diritti valgono anche per chi vive a Lanciano.

Nicolino Di Domenica - Responsabile del movimento "Vita indipendente"

Inserito da Redazione il 31/10/2010 alle ore 18:59:41 - sez. DiversAbili - visite: 3657