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San Martino in Valle: il Wwf si risveglia dopo più di un anno per protestare contro gli scavi
Un po' più di attenzione da parte degli Enti preposti alla tutela dell'Ambiente, avrebbe potuto evitare tante polemiche sin dal lontano 1987. La nomina urgente, di un gruppo di lavoro costituito da specialisti, potrebbe essere la soluzione giusta per porre fine a questa storia infinita a cura di Maria C. Ricci Il Wwf, che appena dopo la prima denuncia del 26 giugno 2004 non ha agito con la stessa solerzia di Italia Nostra, oggi, torna a farsi sentire, minacciando manifestazioni di protesta ed esposti, facendolo con il tono di chi non ne sapeva nulla prima d'oggi, nonostante i numerosi articoli apparsi su tutti i quotidiani locali e le segnalazioni pervenute dal "Comitato di Salvaguardia della Valle di Santo Spirito" e da "Italia Nostra" nell'estate del 2004. Sul tardivo ritardo del Wwf, si era espresso anche Pierluigi Vinciguerra di "Italia Nostra" in un articolo apparso su "il Centro" del 14 Agosto 2004. Nel primo comunicato stampa
dell'associazione World Wildlife Fund,
del 23-07-04 inviato a tutti i quotidiani locali, Marco Terrei, ha
concentrato tutta l'attenzione unicamente sul rischio di
fuga di alcuni uccelli, inoltre, all'incontro di studi sul tema "Il
Progetto per il Disseppellimento del Monastero di S. Martino in Valle" del
18 Dicembre 2004 organizzato da "Italia Nostra" e dal "Comitato
della Salvaguardia della Valle di Santo Spirito",
il Wwf ha espresso la propria opinione solo verso la fine, come se il convegno
non riguardasse l'associazione ma solo quelli che vi stavano partecipando
attivamente (sindaco Tavani incluso), mentre invece, doveva essere proprio il
Wwf a parlare per primo. Peccato, non aver incontrato un solo
giornalista dei tanti quotidiani locali a quell'importante convegno,
eccetto Leonida Del Ponte di Rai3, presente per le riprese televisive. Il Wwf nel primo
comunicato stampa, ha criticato l'Ente Parco per aver dato il proprio
parere positivo ad un progetto del genere. Allora a questo punto ci si chiede,
se la responsabilità non sia un po' di tutti, anche dello stesso Wwf,
visto che il progetto di disseppellimento condiviso da tre amministrazioni
comunali è vecchio di circa 20 anni e, munito delle autorizzazioni di tutte le
Autorità preposte alla tutela ambientale ed archeologica, è partito sin
dall'inizio con il coinvolgimento di vari Enti, incluso l'associazione World
Wildlife Fund. Tuttavia, il progetto andava avanti ed un anno dopo, esattamente il 24 Maggio 1988, il Soprintendente Dott. Arch. Renzo Mancini, concedeva al Comune di Fara il nulla-osta al progetto di massima per il recupero e la valorizzazione della Badia di San Martino in Valle. Due anni dopo, il 2 Giugno 1990, il Soprintendente Dott. Giuseppe Andreassi manifestava il proprio apprezzamento per l'intervento di recupero, esprimendo al contempo parere favorevole al progetto di disseppellimento del Monastero. Ciò che non si sa, è se in quel progetto approvato, c'erano anche tutte le altre opere inerenti il contenimento dei detriti a monte degli scavi, così come specificato nell'ultimo progetto mostrato a tutti i cittadini attraverso la pubblicazione sul giornale del Comune "L'informacittadino" n.230 del mese di Maggio 2004, contro il quale nessun Cittadino, nessun Tecnico e nessun Ente si era espresso prima, neppure il Wwf (l'associazione presente anche a Fara San Martino), che agisce quasi trepidamente solo a distanza di un mese dalla denuncia di Alfonso Cocco, per ricadere subito in letargo per circa un anno e tornare a protestare oggi, come se non ne sapesse nulla. Molte cose dunque, non quadrano: si tace per 20 anni, tutti approvano il progetto e solo dopo l'appalto dei lavori ci si sveglia. Meglio tardi che mai, questo è vero, ma se ci sono delle responsabilità in merito, queste, certamente non ricadono solo sull'attuale Amministrazione Comunale, poichè come accennato in precedenza, il progetto è stato condiviso da tre amministrazioni e ne erano tutti a conoscenza, bastava dunque, seguire l'iter dell'approvazione del progetto con più attenzione (tutti potevano farlo: enti, cittadini, associazioni e opposizione). Penso che sia ora di porre fine a questa storia infinita, e che si cerchi di risolvere la questione nominando subito un gruppo di specialisti per continuare gli scavi senza deturpare l'ambiente e il monumento, così come è stato proposto dall'archeologa Luciana Tulipani durante il convegno del 29 Dicembre 2005.
Inserito da Carmen il 06/02/2006 alle ore 10:30:56 - sez. Archeologia - visite: 11132
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