Inserito da
Carmen il 06/02/2006 alle ore 10:30:56 - sez.
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San Martino in Valle: il Wwf si risveglia dopo più di un anno per protestare contro gli scavi
Il Wwf si risveglia dopo più di
Un po' più di attenzione da parte degli Enti preposti alla
tutela dell'Ambiente, avrebbe potuto evitare tante polemiche sin dal lontano
1987. La nomina urgente, di un gruppo di lavoro costituito da specialisti,
potrebbe essere la soluzione giusta per porre fine a questa storia infinita
a cura di
Maria C. Ricci
Il Wwf, che
appena dopo la prima denuncia
del 26 giugno 2004 non ha agito con la stessa solerzia di
Italia Nostra, oggi, torna a farsi sentire, minacciando
manifestazioni di
protesta ed esposti, facendolo con il tono di chi non ne sapeva
nulla prima d'oggi, nonostante i numerosi articoli apparsi su tutti i quotidiani
locali e le
segnalazioni pervenute dal "Comitato di Salvaguardia della Valle di
Santo Spirito" e da "Italia Nostra" nell'estate del 2004. Sul tardivo ritardo
del Wwf, si era espresso anche Pierluigi Vinciguerra di "Italia Nostra" in un
articolo apparso su "il Centro" del 14 Agosto 2004.
Nel primo comunicato stampa
dell'associazione World Wildlife Fund,
del 23-07-04 inviato a tutti i quotidiani locali, Marco Terrei, ha
concentrato tutta l'attenzione unicamente sul rischio di
fuga di alcuni uccelli, inoltre, all'incontro di studi sul tema "Il
Progetto per il Disseppellimento del Monastero di S. Martino in Valle" del
18 Dicembre 2004 organizzato da "Italia Nostra" e dal "Comitato
della Salvaguardia della Valle di Santo Spirito",
il Wwf ha espresso la propria opinione solo verso la fine, come se il convegno
non riguardasse l'associazione ma solo quelli che vi stavano partecipando
attivamente (sindaco Tavani incluso), mentre invece, doveva essere proprio il
Wwf a parlare per primo. Peccato, non aver incontrato un solo
giornalista dei tanti quotidiani locali a quell'importante convegno,
eccetto Leonida Del Ponte di Rai3, presente per le riprese televisive.
Intanto i lavori, nonostante tutto,
proseguivano tranquillamente, fino ad approdare ai primi risultati
delle indagini archeologiche illustrati durante il convegno
Ora et labora del 29 Dicembre 2005, annunciato anche attraverso
testate giornalistiche locali. Durante gli scavi, l'accessibilità al cantiere
non è stata preclusa ai non addetti ai lavori nei giorni non lavorativi, questo,
al fine di non arrestare il fenomeno delle visite turistiche alla Gole, ma
nessuno del Wwf si è fatto vivo e nessuno si è chiesto se quei lavori
procedevano come da progetto o avrebbero subito delle
modifiche, in seguito ai dissidi sorti intorno alla
cementificazione prevista nella Valle.
Il Wwf nel primo
comunicato stampa, ha criticato l'Ente Parco per aver dato il proprio
parere positivo ad un progetto del genere. Allora a questo punto ci si chiede,
se la responsabilità non sia un po' di tutti, anche dello stesso Wwf,
visto che il progetto di disseppellimento condiviso da tre amministrazioni
comunali è vecchio di circa 20 anni e, munito delle autorizzazioni di tutte le
Autorità preposte alla tutela ambientale ed archeologica, è partito sin
dall'inizio con il coinvolgimento di vari Enti, incluso l'associazione World
Wildlife Fund.
Un documento del 1987 infatti, testimonia che il Sindaco
di allora, Dr. PierluigiNatale aveva invitato per il giorno 7
Settembre ben 29 Enti per aprire un dibattito ed uno studio preliminare sui
lavori di disseppellimento del Monastero. Nella lista dei convocati, spiccavano
gli inviti al Rettore Dell'Università D'Annunzio Umberto Crescenti,
al Prof. Tommaso Scalesse preside della facoltà di
Architettura, all'Arch. Lorenzo Bartolini professore di Storia
dell'Architettura alla D'Annunzio, alla Prof.ssa Marina Falla
dell'Istituto di Archeologia Facoltà di Lettere, al Prof. Luciano
Battistini Storico Benedettino Badia di Santa Maria del Monte, al
progettista delle opere Arch. Enrico Del Pizzo, ai
BAAAS de L'Aquila, alla "Soprintendenza alla Antichità"
degli Abruzzi e del Molise, al presidente dell'Archeoclub Giulio De
Collibus, al "Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali",
al Direttore settore Archeologia del mensile "Archeo" Dott. Sabatino
Moscati, al Codirettore della rivista "Bella Italia" Dott.
Carlo Maria Pensa, al Direttore della Rubrica "Bella Italia"
che andava in onda su Rai2, al Dott. Giovanni Verna di Rai3,
al Prof. Andrew Slade della Biblioteca Rossetti di Vasto, ad
"Italia Nostra" Dott. D. D'Alessandro, ad Angela Natale
delegata Associazione Wwf Fara San Martino, al
Genio Civile di Chieti e al G.C. Servizio Idrografico,
all'Ispettore Ripartimentale delle Foreste, all'Azienda
di Stato delle Foreste Demaniali, alla Giunta Regionale
dipartimento Urbanistica e Beni Ambientali, al "Provveditorato Regionale
alle Opere Pubbliche", all'Ente Provinciale del Turismo
ed infine ai padri: Faustino Avagliano (Abbazia Montecassino),
Giovanni Spinelli (Badia di San Giacomo - Bergamo),
Giustino Farnedi (Collegio S. Anselmo - Roma), Luigi Pellegrini
di Milano, Don Aldo De Innocentiis (parroco di Fara S.
Martino).
«Si tratta di opera di grande valore architettonico e ambientale -
scriveva il Sindaco Dr. Natale nell'invito - soprattutto se si
considera che è dislocata in una valle di incomparabile bellezza naturale,
peraltro fortunatamente inaccessibile ai mezzi meccanici. Poichè, quindi,
l'importanza del manufatto e la sua posizione impongono la predisposizione di un
serio e dibattuto studio preliminare prima di procedere ad una eventuale fase
operativa di recupero, si ritiene opportuno provocare un incontro congiunto
degli Enti in indirizzo»
Nella lista degli invitati c'erano tutti (anche
il Wwf). Tutti coloro che potevano fin dall'inizio esprimere il proprio
dissenso o consenso con delle specifiche indicazioni. Solo il Comune di Fara S.
Martino sa con certezza, chi partecipò attivamente alla riunione del 7
Settembre 1987 e se ci furono altri incontri dello stesso tipo negli anni
successivi. Ma una cosa è certa, il progetto è partito sin dall'inizio col piede
sbagliato, poichè, quando ci si trova di fronte ad un'opera così importante, è
d'obbligo formare ed incaricare un gruppo di specialisti e non
un singolo progettista, inoltre, vista l'estrema importanza dell'opera e del
luogo anche a livello europeo, era più sensato bandire un concorso di
idee a livello internazionale, al fine di poter scegliere la proposta
progettuale meno invasiva per l'ambiente.
Tuttavia, il progetto andava avanti ed
un anno dopo, esattamente il 24 Maggio 1988, il Soprintendente Dott. Arch. Renzo
Mancini, concedeva al Comune di Fara il nulla-osta al progetto di
massima per il recupero e la valorizzazione della Badia di San Martino
in Valle. Due anni dopo, il 2 Giugno 1990, il Soprintendente Dott. Giuseppe Andreassi manifestava il proprio apprezzamento per l'intervento di recupero,
esprimendo al contempo parere favorevole al progetto di
disseppellimento del Monastero. Ciò che non si sa, è se in quel progetto
approvato, c'erano anche tutte le altre opere inerenti il contenimento dei
detriti a monte degli scavi, così come specificato nell'ultimo progetto mostrato
a tutti i cittadini attraverso la pubblicazione sul giornale del Comune "L'informacittadino"
n.230 del mese di Maggio 2004, contro il quale nessun Cittadino, nessun Tecnico
e nessun Ente si era espresso prima, neppure il Wwf (l'associazione presente
anche a Fara San Martino), che agisce quasi trepidamente solo a distanza di un
mese dalla denuncia di Alfonso Cocco, per ricadere subito in letargo per circa
un anno e tornare a protestare oggi, come se non ne sapesse nulla. Molte cose
dunque, non quadrano: si tace per 20 anni, tutti approvano il progetto e solo
dopo l'appalto dei lavori ci si sveglia. Meglio tardi che mai, questo è vero, ma
se ci sono delle responsabilità in merito, queste, certamente non ricadono solo
sull'attuale Amministrazione Comunale, poichè come accennato in precedenza, il
progetto è stato condiviso da tre amministrazioni e ne erano tutti a conoscenza,
bastava dunque, seguire l'iter dell'approvazione del progetto con più attenzione
(tutti potevano farlo: enti, cittadini, associazioni e opposizione). Penso che
sia ora di porre fine a questa storia infinita, e che si cerchi di risolvere la
questione nominando subito un gruppo di specialisti per continuare gli scavi
senza deturpare l'ambiente e il monumento, così come è stato
proposto dall'archeologa Luciana Tulipani durante il
convegno
del 29 Dicembre 2005.
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grazie x avermi menzionato saluti cari da leonida del ponte
Inserito da leonida.d@alice.it
il 02/11/2007 alle ore 15:01:24