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Inserito da Redazione il 18/02/2008 alle ore 11:11:44 - sez. Autori - visite: 7548 

Addio al sacerdote giornalista
Ci lascia don Mario Di Cola, persona sensibile, di grande cuore e al tempo stesso dotato di una grande vena letteraria
Addio al sacerdote giornalista

Il 16 febbraio alle ore 18.45 è morto don Mario Di Cola. Ricoverato al Policlinico dal 2 febbraio, sabato era pienamente cosciente e in buone condizioni, e aveva ricevuto la visita dell'Arcivescovo Bruno Forte. Aveva poi cenato regolarmente: ma all'improvviso una crisi cardiaca seguita da varie complicanze lo hanno vinto. Don Mario viveva ormai da anni nella Casa del Clero a Chieti, sempre dedito al suo amato giornale, "L'amico del Popolo", che egli stesso aveva fondato e curato e del quale è stato direttore fino allo scorso 31 agosto. Due settimane fa il suo ultimo editoriale.

Don Mario era nato a Casoli il 22 marzo 1924 da Domenicantonio e Rosina Aulante. In seno alla famiglia, insieme ai fratelli Angiolino e Nicola, respira sin dalla primissima infanzia il sentimento religioso. Nel 1935 entra nel Seminario Arcivescovile di Chieti, quindi in quello regionale compie gli studi teologici e filosofici e viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1947. Dopo una breve esperienza di viceparroco, viene nominato direttore de "L'Amico del Popoplo". Negli anni Ottanta è stato redattore della pagina diocesana dell'Avvenire "Chieti-Vasto/sette".

In riconoscimento del suo "costante impegno per rendere la stampa vero veicolo di promozione culturale", gli era stato conferito, nell'ambito del Concorso Nazionale Histonium, il "Premio Cultura 1988", assieme a Gaspare Barbiellini Amidei e a Luciano Tavazza. I funerali saranno celebrati oggi luned' 18 febbraio, nella Cripta della Cattedrale di San Giustino, a Chieti, presieduti dall'Arcivescovo Monsignor Forte. Dopo la cerimonia, don Mario sarà portato nell'amatissima Casoli, nella chiesa di Santa Reparata.

Fonte: "Il Messaggero" del 18-02-2008

Chieti: è morto don Mario Di Cola, sacerdote e giornalista

Don Mario Di Cola, sacerdote e giornalista, è deceduto sabato 16 febbraio, alle ore 18.45, presso il reparto di Cardiologia diretto dal professor Gaeta, nell’Ospedale Clinicizzato di Chieti, dove era stato ricoverato il 2 febbraio scorso. Una morte improvvisa: nella stessa giornata di sabato, don Mario era pienamente cosciente e in buone condizioni; alle ore 16 aveva ricevuto visita dell’Arcivescovo monsignor Bruno Forte; poi aveva cenato regolarmente; ma una crisi cardiaca seguita da varie complicanze lo hanno vinto. Al momento del trapasso era con lui la nipote Lia.

Don Mario viveva ormai da anni nella Casa del Clero a Chieti, sempre dedito al suo amato giornale, che egli stesso aveva fondato e curato su mandato dell’allora arcivescovo di Chieti-Vasto, monsignor Giovanni Battista Bosio. Aveva ricoperto la carica di direttore responsabile fino al 31 agosto 2007, e scritto il suo editoriale fino a due settimane fa. Era nato a Casoli (Chieti) il 22 marzo 1924 da Domenicantonio e Rosina Aulante. In seno alla famiglia, insieme ai fratelli Angiolino e Nicola, respira sin dalla primissima infanzia il sentimento religioso: nel 1935 all’età di 11 anni entra nel Seminario Arcivescovile di Chieti, quindi in quello Regionale dove compie gli studi teologici e filosofici. Viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1947. Dopo una breve esperienza di vice parroco nel paese natio, viene nominato direttore de "L'Amico del Popolo”. Nel 1950 consegue la Licenza in Scienze dell'Opinione a Roma, presso l'Istituto Internazionale "Pro Deo". Da allora le sue mani sono rimaste “inchiostrate”, avendo fatto dell'annuncio del Vangelo tramite la stampa, la realizzazione della sua vocazione. Mentre va ricoprendo negli anni Cinquanta varie cariche (organista della Cattedrale di Chieti, insegnante di Lettere presso il Seminario nel 1951, Assistente Diocesano del Consiglio Uomini di Azione Cattolica, docente di Religione dal 1954 sino al 1978, Canonico del Capitolo Metropolitano nel 1964), va anche consolidandosi la sua abnegazione al servizio della carta stampata, che diventa il suo pulpito. Negli anni Ottanta è stato redattore della pagina diocesana dell'Avvenire "Chieti-Vasto/sette”. Tra i suoi scritti ci sono la “Trilogia casolana”, “ Il tamburo di Sciotte”, “Il canestro di Mariuccella”, “Il Muretto di Santa Reperata”. Oltre ad assicurare l'articolo di fondo per un'altra prestigiosa rivista, "L'Abruzzo nel Mondo", non ha mancato di affidare agli scritti le testimonianze di vita degne di essere lette, come nel libro "Marco", in cui ama ripercorrere la straordinaria esperienza di un giovane universitario morto prematuramente. In occasione del Giubileo dell'anno 2000, ha edito un agevole libricino sulla Madonna del Carmine, “A Te Gasoli s'inchina”; nel 2003 ha curato i testi di una pubblicazione sulla Vita di San Donato.

In riconoscimento del suo "costante impegno per rendere la stampa vero veicolo di promozione culturale", gli è stato conferito, nell'ambito del Concorso Nazionale Histonium, il "Premio Cultura 1988", assieme a Gaspare Barbiellini Amidei e a Luciano Gavazza.

I funerali saranno celebrati lunedì 18 febbraio, nella Cripta della Cattedrale di San Giustino, a Chieti, presieduti dall’Arcivescovo Monsignor Forte. Dopo la cerimonia, don Mario sarà portato nell’amatissima Casoli, nella chiesa di Santa Reparata, dove sarà celebrata la santa Messa del definitivo saluto e commiato alle ore 15,30.

Fonte: www.ilpiccolodabruzzo.it del 17-02-2008

L'addio a Di Cola

Prima dell'omelia è stato letto un messaggio di monsignor Capovilla

di Mario D’Alessandro

Due momenti di commossa partecipazione, la prima a Chieti nella Cripta della Cattedrale di San Giustino e la seconda a Casoli nella Chiesa patronale di Santa Reparata per i funerali di don Mario Di Cola, sacerdote e giornalista che per sessant'anni è stato direttore ed editorialista del periodico diocesano “L'Amico del Popolo”. Il rito funebre è stato presieduto dall'Arcivescovo Bruno Forte e concelebrato con quasi tutti i parroci del capoluogo e di altri centri dell'Arcidiocesi, per esprimere, come ha voluto sottolineare all'omelia l'arcivescovo la stima e l'apprezzamento per la intelligenza e sapienza operativa di don Mario, grande maestro della comunicazione, che ha formato non pochi pubblicisti e giornalisti.Monsignor Forte introducendo il rito religioso, al quale hanno partecipato, congiunti e amici venuti da Casoli, sacerdoti, religiose, amici, professionisti e personalità del capoluogo, ha dato lettura di un messaggio di monsignor Loris Francesco Capovilla, arcivescovo emerito di Chieti-Vasto che ha ricordato la piena disponibilità di don Mario Di Cola a farsi diffusore della parola con rispetto e carità verso tutti, elogiandone le doti intellettuali e morali. All’omelia monsignor Forte ha dato lettura di una sua lettera che esordisce: “Caro Don Mario ci mancherai...” E che apparirà nel prossimo numero dell'Amico del Popolo”. Una lettera in cui il presule ha voluto ricordare come don Mario, “che fino all'ultimo ha offerto al Signore la sofferenza della sua malattia”, sia stato sempre in piena comunione con il suo vescovo.Nel pomeriggio, alle 15,30, nell'affollata chiesa di santa Reparata il parroco don Gianfranco Travaglini, lo ha ricordato come maestro in seminario e don Camillo Gentile ha commosso i fedeli ricordando la sua lunga amicizia umana e pastorale con don Mario, personaggio destinato ad entrare nella storia di Casoli.

Fonte: "Il Messaggero" del 19-02-2008

Ultimo aggiornamento: 19-02-2008

Area commenti di FaceBook
 n. 1 
Un semplice ricordo di don Mario: ho incontrato don Mario tante volte, anche grazie a una sorta di parentela indiretta che ci univa (la cognata di don Mario è mia zia), e tutte le volte che parlavo con lui rimanevo incantato da un qualcosa che non riuscivo a comprendere, mi sfuggiva il motivo preciso di questa facinazione. Ho dovuto riflettere a lungo, ed infine ho compreso: don Mario era un intelletuale raffinatissimo, ma nascondeva questa suo essersi elevato di gran lunga al di sopra del "popolino" mediante l' uso di una lingua semplice, non affettata. Ma c' era un particolare che non riusciva proprio a nascondere, voglio dire, la sua dizione dell' Italiano era elegantissima, di una eleganza unica, e portava in sé quella che i narratologi francesi definiscono "mîse en abîme", cioè, la sua pronuncia, il suo parlare un Italiano semplice e quotidiano contenevano tutta la cultura e l' ésprit de finesse di una persona e di una mente nobili.
Inserito da  Nico Mastrangelo  il 21/02/2008 alle ore 10:59:39
 n. 2 
Grazie Don Mario! Ha tenuto alto e nobile il nome del Nostro paese Casoli.
Ci mancherà come Uomo, come Sacerdote, come Cittadino che, al cospetto di questa mediocre società civile (presunta tale), contraddistinta da: egoismo, presunzione, arroganza, cinismo e, soprattutto, interessi economici illegittimi personali, è riuscito a trasmettere anche ai più giovani che hanno avuto la fortuna ed il pregio di conoscerLa, quei valori sacrosanti ed imprescindibili di etica e moralità.
Inserito da  Travglini.  il 28/02/2008 alle ore 12:55:22
 n. 3 
Don Mario Di Cola è stato secondo me
è stato bravo sacerdote ,un fine giornalista,ma soprattutto un grande autore, cultore,ricercatore,antropologo,conoscitore delle tradizioni culturali abruzzesi di Casoli,dei casolani,ma soprattutto dei casolari che abitano nelle frazioni limitrofe
Inserito da  Gilberto Odorisio Bari  il 24/01/2023 alle ore 07:56:29
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