L'ospedale di Guardiagrele per adesso NON chiude
Il Consiglio di Stato ha sconfessato il Programma Operativo e ha sospeso la delibera 45 del 5 agosto 2010
L'ospedale di Guardiagrele per adesso NON chiude
L’ordinanza del Consigliere delegato della V
Sezione del Consiglio di Stato Marzio Branca ha praticamente travolto la
delibera commissariale che disponeva la disattivazione dell’ospedale di
Guardiagrele entro il 31 dicembre 2010.
Il gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in comune” ha ottenuto il
risultato per il quale stava lottando dallo scorso mese di agosto.
Il Consiglio di Stato si è pronunciato sulla istanza di revoca
dell’ordinanza del TAR de L’Aquila con la quale era stata rigettata la
richiesta di sospensiva sul presupposto, oggi smentito dal Consiglio di
Stato, che il Pronto Soccorso avrebbe continuato ad operare secondo le
modalità ordinarie e preesistenti.
Nell’appello, depositato lunedì scorso, si era messo in evidenza come
questo dato era sostanzialmente smentito dalla stessa delibera 45 che
prevedeva una assistenza medica e infermieristica per sole 12 ore al
giorno.
Ed è stato proprio questo il dato che ha convinto il Consiglio di Stato
che, però, si è spinto oltre stabilendo, in considerazione del rilievo
costituzionale del diritto alla salute, la sospensione della delibera
commissariale.
Il primo effetto pratico del provvedimento del Consiglio di Stato è il
blocco delle procedure che avrebbero portato, entro fine anno, alla
chiusura dell’ospedale.
Ciò significa che l’interruzione dei ricoveri nei reparti di degenza
(Medicina, Geriatria e Lungodegenza) che sarebbe partito domani (15
dicembre), dovrà essere revocato e, quindi, l’attività di tutti i
reparti e di tutti i servizi proseguirà ordinariamente in attesa della
discussione nella camera di consiglio che è stata fissata per il
prossimo 14 gennaio.
La decisione giunge a pochi giorni dalla decisione della Direzione
Generale che non solo sospendeva i ricoveri ma azzerava anche i servizi
annessi all’ospedale.
Con un verbale del 3 dicembre scorso, infatti, la ASL aveva deciso la
riduzione dell’orario di servizio della radiologia e del laboratorio
analisi che sarebbero stati operativi, rispettivamente, solo per 12 e 6
ore al giorno. Il Pronto Soccorso, poi, era trasformato in un Punto di
Primo Intervento che non avrebbe potuto garantire il suo normale
servizio anche a causa della disattivazione del servizio di navetta
verso Chieti.
Insomma, di fronte all’annullamento del fondamentale diritto alla
salute, grazie all’azione caparbia e convinta del gruppo consiliare
“Guardiagrele il bene in comune”, portata avanti di fronte allo
scandaloso silenzio dell’amministrazione comunale, la città di
Guardiagrele si vede restituita la speranza che un disegno così nefasto
possa essere portato a compimento.
Non è solo il Pronto Soccorso, quindi, a dover essere mantenuto ma
l’intero ospedale e questo è il risultato che tutti speravamo e che
riconsegna alla legalità e alla sicurezza un intero territorio depredato
del suo bene più importante.
Il ricorso, promosso dal gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in
comune” e sostenuto nella sua seconda formulazione dal TdM, è solo uno
degli atti giudiziari che il centrosinistra guardiese ha intentato per
scardinare l’impianto del Piano Operativo.
Proprio stamattina, infatti, è stato depositato un nuovo atto con il
quale sono stati impugnati gli atti da ultimo adottati dalla Direzione
Generale e sui quali è stato chiamato a pronunciarsi il Presidente del
TAR.
Ma questa decisione è certamente superata da quella del Consiglio di
Stato che sostanzialmente assorbe ogni altro provvedimento dal momento
che sancisce la sospensione della delibera 45 nella parte in cui prevede
la disattivazione di tutto l’ospedale.
Questa decisione, ancor più importante perché emanata dal Consiglio di
Stato, dovrebbe convincere chi non ha ritenuto di spendersi fino in
fondo contro il Programma Operativo, del fatto che non c’era nessun
allarmismo quando si denunciavano i pericoli contenuti nel disegno del
Commissario Chiodi e del sub-commissario Baraldi.
Soprattutto è un monito per chi ha fatto pubbliche dichiarazioni,
persino in diretta televisiva, circa la presunta conservazione della
situazione.
Non è possibile, infatti, far ritenere alla cittadinanza di un intero
comprensorio che tutto sarebbe rimasto come prima quando, invece, così
non è.
Questo è, quindi, il momento di una riflessione seria anche sugli
atteggiamenti di chi aveva ed ha ruoli che richiedevano ben altro
impegno.
Se il nostro ricorso non fosse stato discusso il 1° dicembre non avremmo
creato il presupposto perché oggi il Consiglio di Stato ci desse ragione
e perché si tornasse a discutere su un punto – quello relativo alla
sicurezza del Pronto Soccorso – che oggi, come avevamo abbondantemente
previsto, risultava smentito da provvedimenti aziendali che
fortunatamente il Consiglio di Stato ha travolto.
Dovrebbe interrogarsi chi riteneva di avere strappato conquiste (RSA,
centri Alzheimer e ospedali di comunità) portando in consiglio comunale
proposte irricevibili e affiggendo manifesti sul presunto futuro
dell’ospedale. Dovrebbe recitare il mea culpa chi ha avuto il coraggio
di dire che la prevista chiusura era stata smentita.
Quel che è certo è che per ora la delibera di Chiodi è stata sonoramente
bocciata e, con essa, il disegno di chi ha continuato a spacciare per
riconversione la chiusura dei piccoli ospedali.
In merito al ricorso dell'amministrazione, il sindaco Salvi farebbe bene
a dire che il TAR ha limitato la sua decisione agli effetti sul Pronto
Soccorso (e nonha detto che si può continuare a ricoverare i pazienti),
lo stesso TAR che oggi è stato solennemente smentito dal Consiglio di
Stato. Questo, decidendo sul nostro appello, invece, ha sospeso l’intera
delibera. Ma evidentemente, quando parla di esercitazioni politiche
intellettualistiche, si riferisce a se stesso.
Del resto, quando sabato mattina ha comunicato ai sindaci che si era
sull’orlo del baratro, ha preferito non incontrare l’opposizione che gli
avrebbe fatto comprendere come l’allarme era stato lanciato da tempo,
mentre lui favoleggiava di trattative, promesse, incontri sulla pelle
dell’ospedale che si era candidato a salvare e, invece, accompagnava al
cimitero.
Dica, invece, che, se oggi Guardiagrele ha una speranza, è perché il
gruppo “Guardiagrele il bene in comune” l’ha costruita.
Fonte:
www.guardiagreleilbeneincomune.it
REPUBBLICA ITALIANA
Consiglio di Stato
in sede giurisdizionale (Sezione Quinta)
Il Consigliere delegato
ha pronunciato il presente
DECRETO
sul ricorso numero di registro generale 10310 del 2010, proposto da:
Antonio Ianieri, Camilla Irma Della Pelle, Floria Di Pretoro, Liliana
Ferrari, Alberto Palanza, Giuliana Vitacolonna, rappresentati e difesi
dall'avv. Costanzo Dal Pozzo, con domicilio eletto presso Sabrina
Primavera in Roma, via Nomentana, 909;
contro
Commissario Ad Acta Per L'Attuazione del Piano di Rientro Dai Disavanzi
del Settore Sanitario della Regione Abruzzo, Sub-Commissario Ad Acta Per
L'Attuazione del Piano di Rientro Dai Disavanzi del Settore Sanitario
della Regione Abruzzo, Regione Abruzzo, Azienda Sanitaria Locale N. 2 di
Lanciano, Vasto, Chieti;
per la riforma
dell' ordinanza sospensiva del T.A.R. ABRUZZO - L'AQUILA: SEZIONE I n.
00415/2010, resa tra le parti, concernente ATTUAZIONE PIANO DI RIENTRO
DAI DISAVANZI DEL SETTORE SANITARIO - MCP
Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;
Vista l'istanza di misure cautelari monocratiche proposta dal
ricorrente, ai sensi degli artt. 56 e 98, co. 1, cod. proc. amm.;
Considerato che l’ordinanza appare sorretta da dichiarazioni
dell’Amministrazione in camera di consiglio in merito alla prosecuzione
del servizio di pronto soccorso sulle 24 ore, ma che tali affermazioni
contrastano con il testo del provvedimento impugnato (delibera
commissariale n. 45 del 2010) secondo cui i presidi territoriali di
assistenza prevedono la presenza del medico per sole 12 ore al giorno;
che, considerato il rilievo costituzionale del diritto alla salute, ed
in vista dei possibili chiarimenti che potranno essere forniti nella
sede collegiale, sussistono i presupposti per la sospensione del
provvedimento impugnato nella parte in cui dispone la disattivazione
dell’ospedale di Guardiagrele entro il 31 dicembre 2010
P.Q.M.
accoglie la domanda di misura cautelare monocratica, e, per l'effetto
sospende l’efficacia del provvedimento impugnato nei limiti di cui in
motivazione;
fissa, per la discussione, la camera di consiglio del 14 gennaio 2011.
Il presente decreto sarà eseguito dall'Amministrazione ed è depositato
presso la Segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione
alle parti.
Così deciso in Roma il giorno 13 dicembre 2010.
Il Consigliere delegato
Marzio Branca
DEPOSITATO IN SEGRETERIA
Il 14/12/2010
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
|
|