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E il Presidente Ciampi volle che si chiamasse “Sentiero della libertà”
L'appuntamento annuale con la manifestazione “Freedom Trail” è fissata per il 28 aprile con partenza da Sulmona. L'arrivo a Casoli passando per Campo di Giove e Taranta Peligna è previsto per il 30 aprile

  E il Presidente Ciampi volle che si chiamasse “Sentiero della libertà”

di Ezio Pelino

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Il “Sentiero della libertà” è giunto alla sua 11° edizione, la partenza è fissata per il 28 aprile. Pochi sanno che fu il Presidente della Repubblica a volerlo chiamare così. Noi organizzatori, insieme agli amici inglesi ex-prigionieri, lo avevamo, infatti, denominato “Freedom Trail”. Ciampi, per quello spirito patriottico che ha caratterizzato il suo mandato, ci suggerì, tramite un ambasciatore del tutto particolare, il presidente dell’Accademia della Crusca, di attribuirgli un nome italiano. E così fu.

Anche se è passato oltre un decennio, lo ricordiamo tutti quello straordinario, irripetibile giorno dell’inaugurazione della prima marcia. La grande piazza di Sulmona era festosamente affollata, tanti gli ex prigionieri, inglesi, canadesi, sudafricani, neozelandesi, con i loro familiari. E sul palco il grande, paterno, presidente della Repubblica Ciampi, tornato dove era stato accolto clandestino, perché non aveva voluto essere un soldato fascista della Repubblica di Salò. Anche lui, attraverso quel sentiero di montagna, aveva raggiunto Casoli liberata dagli alleati, per riprendere a combattere con il suo reparto. Su quell’avventura di gioventù che aveva rischiato di finire in tragedia a causa di una terribile bufera, aveva vergato a suo tempo gli appunti di un diario che regalò per l’occasione al liceo scientifico di Sulmona, pubblicati, poi, dalla Laterza.

Nei tempi più bui della II guerra mondiale, quando l’Italia si ritrovò spezzata in due dalla linea Gustav, quel sentiero avventuroso, attraverso faggete, forre e valloni sassosi, congiungeva Sulmona a Casoli. Un sentiero che conosceva le angosce dei viandanti, ma prometteva tante speranze. Portava dalle contrade dell’ oppressione nazifascista alle terre liberate, dove soffiava lo spirito della libertà, dove sorgeva l’alba del futuro dell’Italia e del mondo. Lo percorrevano soprattutto prigionieri di guerra fuggiaschi, sopravvissuti grazie alla solidarietà della popolazione che con loro “divise il pane che non c’era”, ma l’attraversavano anche giovani antifascisti o solamente in cerca di un futuro diverso e migliore. “Libertà sulla Majella” si intitola il più bel libro che narra quell’epopea. E’ del grande scrittore e poeta sudafricano Uys Krige, divenuto nel dopoguerra amico di Ignazio Silone, che di quel libro dice : ”costituisce l’elogio più sincero e serio che sia stato scritto sulla gente di questi monti”. Un libro che dovrebbe essere ristampato e diffuso dalla Regione perché costituisce il più grande e alto apprezzamento della grande umanità degli abruzzesi. Ma i politici forse nemmeno lo conoscono. I fuggiaschi si avventuravano sul sentiero da soli, come racconta Donald I. Jones in “Fuga da Sulmona”, o più spesso in gruppo, come testimonia John Esmond Fox in “Spaghetti e filo spinato”e tanti altri. A Sulmona era nata, infatti, un’organizzazione clandestina. Mobilitando pastori e cacciatori generosi e disinteressati, esperti della montagna. che facevano da guide, traghettava quei volenterosi verso il mondo nuovo. Non sempre le “traversate” avevano fortuna. Capitava, anche, che si finisse intercettati dalle ronde tedesche. Racconta, fra gli altri, Mario Colangelo di Bugnara che il suo gruppo, smarritosi per la neve, la nebbia e il buio, finì inconsapevolmente nel vallone che porta a Lettopalena. Si accorsero troppo tardi che erano in trappola, che si erano consegnati al nemico. I tedeschi presero a sparare con le mitragliatrici. Alcuni morirono, Mario, riparatosi dietro una roccia, fu fatto prigioniero.

Viene da domandarsi perché centinaia di persone, giovani e vecchi di varie nazionalità si ritrovano ogni anno ad affrontare una tre giorni faticosa , una marcia non agevole di sessanta chilometri. La risposta ce la dà Andrew Hill, che pochi mesi fa , il 13 gennaio scorso, è venuto da oltre oceano, dal Texas, da Huston, per valicare la grande montagna abruzzese che aveva salvato il padre Rodney, soldato della Royal Artilery, fuggito da Fonte D’Amore. Su quella montagna, su quel valico suo padre era tornato ad essere un uomo libero, aveva raggiunto i suoi commilitoni al di là della linea Gustav , era tornato ad essere un combattente. Il figlio ha scelto volutamente lo stesso giorno e lo stesso mese di 67 anni fa, di quel tragico 1944. La montagna aveva da dire tante cose a lui che bambino e giovinetto, aveva sentito infinite volte raccontare dal padre quell’avventura sulle nevi di quell’inverno freddissimo! Andrew ha voluto ritrovare il padre, camminando sui suoi passi, rivivendo le sue stesse emozioni. Prima di ripartire, ci ha consegnato il prezioso diario del padre, che narra, fra l’altro, come , insieme ad una decina di prigionieri, fu fatto fuggire rocambolescamente dall’ospedale dell’Annunziata con delle lenzuola annodate dai partigiani sulmonesi.

Il sentiero racconta anche altre storie di morte. Come quella di un eroe solitario. Una pietra al valico lo ricorda. Il tenente dell’aeronautica, Ettore De Corti. Era di passaggio sul valico. Lui, friulano, non aveva obbedito al “tutti a casa” dell’otto settembre. Non si mosse verso il suo nord, ma verso il sud, voleva raggiungere i suoi commilitoni e tornare a combattere. Fu ucciso perché reagì, sparando con la pistola d’ordinanza ad una pattuglia tedesca, che aveva loro intimato di arrendersi, ferendone uno, mentre i compagni occasionali fuggirono e qualcuno di essi, nel dopoguerra, si inventò di aver costituito una banda armata partigiana ed aver combattuto, in quell’occasione, un ‘epica lotta.

Ezio Pelino


PROGRAMMA

Il Sentiero della Libertà - Freedom Trail - Freiheitsweg - Chemin de la liberté
Sulmona - Campo di Giove - Taranta Peligna - Casoli

 

 

Giovedì 28 aprile 2011 (Sulmona)

Ore 8:00
Raduno presso il liceo Scientifico " E.Fermi" :consegna del materiale( cartellini identificativi, pranzo al sacco) e deposito degli zaini.
Ore 9:30
Inizio della marcia. Piazza XX Settembre. Saluto delle autorità
Ore 10:00
Partenza per Campo di Giove
Pomeriggio:
Arrivo a Campo di Giove: Cerimonia di commemorazione con deposizione della corona al monumento ai caduti.
Sistemazione in tenda, cena, musica in piazza pernottamento presso il camping " Orsa Minore".

Venerdi' 29 aprile 2011 (Campo di Giove)

Ore 8:00
Raduno al il camping " Orsa Minore".
Ore 9:00
Partenza per Taranta Peligna. Sosta a Guado di Coccia ricordo di Ettore De Corti
Pomeriggio :
Arrivo al Sacrario Brigata Majella cerimonia del ricordo.
Proseguimento per Taranta Peligna: cena, spettacolo in piazza e pernottamento
(in ambienti scolastici)

Sabato 30 aprile 2011 (Taranta Peligna)

Mattina:
Ore 8:00
Raduno in piazza.
Ore 8:30
Partenza per Casoli. Ricordo di Donato Ricchiuti.

Pomeriggio:
Ore 16:00
Arrivo a Casoli. Accoglienza e sfilata per le vie della città accompagnata dalla Banda di Casoli. Deposizione della corona al monumento dei caduti. Interventi delle autorità e responsabili dell' organizzazione. Cena e commiato.
Ore 21:00
Partenza in autobus per il rientro a Sulmona.

Mercoledì 4 maggio 2011 (Sulmona)

Ore 11:30
Sulmona - Liceo Scientifico " E. Fermi"
consegna delle Borse di Studio " Roberto Cicerone", protagonista della Resistenza Umanitaria.

"Vi invito a partecipare al Sentiero della Libertà edizione 2011 - dice il Sindaco di Casoli Sergio De Luca -  nell'anno del 150° anniversario dell'Unità d'Italia il Sentiero assume una importanza ed una  valenza carica di significati e riferimenti storici."

Inserito da Redazione il 25/04/2011 alle ore 08:17:56 - sez. Eventi - visite: 4329