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Inserito da Redazione il 25/04/2011 alle ore 08:17:56 - sez. Eventi - visite: 4327
E il Presidente Ciampi volle che si chiamasse “Sentiero della libertà”
L'appuntamento annuale con la manifestazione “Freedom Trail” è fissata per il 28 aprile con partenza da Sulmona. L'arrivo a Casoli passando per Campo di Giove e Taranta Peligna è previsto per il 30 aprile
E il Presidente Ciampi volle che si chiamasse “Sentiero della
libertà”
di
Ezio Pelino
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Il “Sentiero della libertà” è giunto alla sua 11°
edizione, la partenza è fissata per il 28 aprile. Pochi sanno che fu
il Presidente della Repubblica a volerlo chiamare così. Noi
organizzatori, insieme agli amici inglesi ex-prigionieri, lo avevamo,
infatti, denominato “Freedom Trail”. Ciampi, per quello
spirito patriottico che ha caratterizzato il suo mandato, ci suggerì,
tramite un ambasciatore del tutto particolare, il presidente
dell’Accademia della Crusca, di attribuirgli un nome italiano. E così
fu.
Anche se è passato oltre un decennio, lo ricordiamo tutti quello
straordinario, irripetibile giorno dell’inaugurazione della prima marcia.
La grande piazza di Sulmona era festosamente affollata, tanti gli ex
prigionieri, inglesi, canadesi, sudafricani, neozelandesi, con i loro
familiari. E sul palco il grande, paterno, presidente della Repubblica
Ciampi, tornato dove era stato accolto clandestino, perché non aveva
voluto essere un soldato fascista della Repubblica di Salò. Anche lui,
attraverso quel sentiero di montagna, aveva raggiunto Casoli liberata
dagli alleati, per riprendere a combattere con il suo reparto. Su
quell’avventura di gioventù che aveva rischiato di finire in tragedia a
causa di una terribile bufera, aveva vergato a suo tempo gli appunti di
un diario che regalò per l’occasione al liceo scientifico di Sulmona,
pubblicati, poi, dalla Laterza.
Nei tempi più bui della II guerra mondiale, quando l’Italia si
ritrovò spezzata in due dalla linea Gustav, quel sentiero avventuroso,
attraverso faggete, forre e valloni sassosi, congiungeva Sulmona a
Casoli. Un sentiero che conosceva le angosce dei viandanti, ma
prometteva tante speranze. Portava dalle contrade dell’ oppressione
nazifascista alle terre liberate, dove soffiava lo spirito della
libertà, dove sorgeva l’alba del futuro dell’Italia e del mondo. Lo
percorrevano soprattutto prigionieri di guerra fuggiaschi, sopravvissuti
grazie alla solidarietà della popolazione che con loro “divise il pane
che non c’era”, ma l’attraversavano anche giovani antifascisti o
solamente in cerca di un futuro diverso e migliore. “Libertà sulla
Majella” si intitola il più bel libro che narra quell’epopea. E’ del
grande scrittore e poeta sudafricano Uys Krige, divenuto nel
dopoguerra amico di Ignazio Silone, che di quel libro dice : ”costituisce
l’elogio più sincero e serio che sia stato scritto sulla gente di questi
monti”. Un libro che dovrebbe essere ristampato e diffuso dalla
Regione perché costituisce il più grande e alto apprezzamento della
grande umanità degli abruzzesi. Ma i politici forse nemmeno lo
conoscono. I fuggiaschi si avventuravano sul sentiero da soli, come
racconta Donald I. Jones in “Fuga da Sulmona”, o più
spesso in gruppo, come testimonia John Esmond Fox in “Spaghetti
e filo spinato”e tanti altri. A Sulmona era nata, infatti,
un’organizzazione clandestina. Mobilitando pastori e cacciatori generosi
e disinteressati, esperti della montagna. che facevano da guide,
traghettava quei volenterosi verso il mondo nuovo. Non sempre le
“traversate” avevano fortuna. Capitava, anche, che si finisse
intercettati dalle ronde tedesche. Racconta, fra gli altri, Mario
Colangelo di Bugnara che il suo gruppo, smarritosi per la neve, la
nebbia e il buio, finì inconsapevolmente nel vallone che porta a
Lettopalena. Si accorsero troppo tardi che erano in trappola, che si
erano consegnati al nemico. I tedeschi presero a sparare con le
mitragliatrici. Alcuni morirono, Mario, riparatosi dietro una roccia, fu
fatto prigioniero.
Viene da domandarsi perché centinaia di persone, giovani e vecchi
di varie nazionalità si ritrovano ogni anno ad affrontare una tre giorni
faticosa , una marcia non agevole di sessanta chilometri. La risposta ce
la dà Andrew Hill, che pochi mesi fa , il 13 gennaio scorso, è
venuto da oltre oceano, dal Texas, da Huston, per valicare la grande
montagna abruzzese che aveva salvato il padre Rodney, soldato
della Royal Artilery, fuggito da Fonte D’Amore. Su quella montagna, su
quel valico suo padre era tornato ad essere un uomo libero, aveva
raggiunto i suoi commilitoni al di là della linea Gustav , era tornato
ad essere un combattente. Il figlio ha scelto volutamente lo stesso
giorno e lo stesso mese di 67 anni fa, di quel tragico 1944. La montagna
aveva da dire tante cose a lui che bambino e giovinetto, aveva sentito
infinite volte raccontare dal padre quell’avventura sulle nevi di
quell’inverno freddissimo! Andrew ha voluto ritrovare il padre,
camminando sui suoi passi, rivivendo le sue stesse emozioni. Prima di
ripartire, ci ha consegnato il prezioso diario del padre, che narra, fra
l’altro, come , insieme ad una decina di prigionieri, fu fatto fuggire
rocambolescamente dall’ospedale dell’Annunziata con delle lenzuola
annodate dai partigiani sulmonesi.
Il sentiero racconta anche altre storie di morte. Come quella di
un eroe solitario. Una pietra al valico lo ricorda. Il tenente
dell’aeronautica, Ettore De Corti. Era di passaggio sul valico.
Lui, friulano, non aveva obbedito al “tutti a casa” dell’otto settembre.
Non si mosse verso il suo nord, ma verso il sud, voleva raggiungere i
suoi commilitoni e tornare a combattere. Fu ucciso perché reagì,
sparando con la pistola d’ordinanza ad una pattuglia tedesca, che aveva
loro intimato di arrendersi, ferendone uno, mentre i compagni
occasionali fuggirono e qualcuno di essi, nel dopoguerra, si inventò di
aver costituito una banda armata partigiana ed aver combattuto, in
quell’occasione, un ‘epica lotta.
Ezio Pelino
PROGRAMMA |
Il Sentiero della Libertà -
Freedom Trail - Freiheitsweg - Chemin de la liberté
Sulmona - Campo di Giove - Taranta Peligna - Casoli |
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Giovedì 28 aprile 2011 (Sulmona)
Ore 8:00
Raduno presso il liceo Scientifico " E.Fermi" :consegna del
materiale( cartellini identificativi, pranzo al sacco) e
deposito degli zaini.
Ore 9:30
Inizio della marcia. Piazza XX Settembre. Saluto delle
autorità
Ore 10:00
Partenza per Campo di Giove
Pomeriggio:
Arrivo a Campo di Giove: Cerimonia di commemorazione con
deposizione della corona al monumento ai caduti.
Sistemazione in tenda, cena, musica in piazza pernottamento
presso il camping " Orsa Minore".
Venerdi' 29 aprile 2011 (Campo di Giove)
Ore 8:00
Raduno al il camping " Orsa Minore".
Ore 9:00
Partenza per Taranta Peligna. Sosta a Guado di Coccia
ricordo di Ettore De Corti
Pomeriggio :
Arrivo al Sacrario Brigata Majella cerimonia del ricordo.
Proseguimento per Taranta Peligna: cena, spettacolo in
piazza e pernottamento
(in ambienti scolastici)
Sabato 30 aprile 2011 (Taranta Peligna)
Mattina:
Ore 8:00
Raduno in piazza.
Ore 8:30
Partenza per Casoli. Ricordo di Donato Ricchiuti.
Pomeriggio:
Ore 16:00Arrivo a Casoli.
Accoglienza e sfilata per le vie della città accompagnata
dalla Banda di Casoli. Deposizione
della corona al monumento dei caduti. Interventi delle
autorità e responsabili dell' organizzazione. Cena e
commiato.
Ore 21:00Partenza in autobus per il rientro a Sulmona.
Mercoledì 4 maggio 2011 (Sulmona)
Ore 11:30
Sulmona - Liceo Scientifico " E. Fermi"
consegna delle Borse di Studio " Roberto Cicerone",
protagonista della Resistenza Umanitaria.
"Vi invito a partecipare al Sentiero della Libertà
edizione 2011 - dice il Sindaco di Casoli Sergio De Luca
- nell'anno del 150° anniversario dell'Unità
d'Italia il Sentiero assume una importanza ed una
valenza carica di significati e riferimenti storici." |
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