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"Il Monumento" di Alberto Del Pizzo
Il racconto è un riesame storico e sociale non solo di un paese ma di tutto ciò che accade dal 1927 al 1957 anche in Italia
Una cartolina di Casoli che ritrae il monumento ai caduti eretto dove oggi sorge il monumento agli emigranti (vedi anche le altre cartoline) 1957: una bella giornata di novembre (cap. 36) E' il racconto di un evento che risale
esattamente a 49 anni fa, il 4 novembre del 1957, giorno dell'inaugurazione del
monumento ai caduti, di un piccolo paesino in provincia di Chieti, che lo
scrittore Alberto Del Pizzo (vedi
foto) descrive nell'ultimo capitolo del suo
libro "Il Monumento"
pubblicato nel 1969.
Un riesame storico e sociale non solo di un paese ma di tutto ciò che accade dal
1927 al 1957 anche in Italia, quindi un riesame della società italiana oltre
che abruzzese, un
«pro memoria degli anziani e documento dei giovani e dei posteri». Uno
«sfogo contro la retorica, la malafede e
l'arrivismo che ci hanno offesi durante il fascismo e dopo; - dice l'autore
- contro una
piccola borghesia incolta e provinciale che si è lasciata menare per il naso,
dai più cinici arruffapopoli, e dai più stupidi chiacchieroni.»
Tutto inizia dal 1927, quando si sente l'esigenza di erigere un monumento ai
caduti della prima guerra mondiale e per la prima volta se ne comincia a parlare:
«Siamo
in un paesino della provincia di Chieti, - dice Teodoro Giùttari nella prefazione - mentre si fa orgia di retorici
discorsi fascisti e si sciala in folcloristiche manifestazioni
patriottiche (...), si pensa ad erigere un monumento ai caduti nella
guerra 1915-'18. Ma i maggiorenti non si mettono d'accordo né su come scolpire
il monumento né su dove collocarlo. Si scontrano soprattutto due concezioni
diverse di monumento e di patria, entrambe retoriche: quella di un
monumento e d'una patria imponenti sostenuta da don Carlo Pasquantonio,
Podestà del paese, e quella di un monumento umile, "francescano", che
fosse una sorta di altare votivo sul quale venerare i caduti per l'onore della
Patria assurta a grandezza proprio con la guerra del 1915 -'18, sostenuta invece
dall'ex combattente ed erudito professore (non laureato) don Pasqualino D'Intino,
l'intellettuale del paese.» Leggi i cinque capitoli de il "Monumento" pubblicati sul sito» |
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