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Oggi si torna a camminare sul Sentiero della libertà
Anche quest’anno, centinaia di giovani si metteranno in cammino, attraverso la Majella, dentro l’epopea degli uomini, dentro la storia
di Ezio Pelino Il “Sentiero della libertà” è giunto felicemente alla
XII edizione. A chi quel sentiero lo ha ideato tornano i ricordi della
prima edizione. Era tanto allora l’ entusiasmo ma altrettanta era la
preoccupazione. C’era tutto da inventare. A cominciare dal percorso. Gli
ex prigionieri inglesi , nostri interlocutori, volevano raggiungere e
guadare il mitico Sangro, il fiume di frontiera bagnato di sangue, noi
raggiungere Casoli, nel ricordo delle ardite traversate della Majella e
delle eroiche guide sulmonesi. Appariva più che problematico, un impegno
ciclopico per una scuola, traghettare centinaia di persone attraverso la
Majella, assicurare loro pasti caldi e ospitalità per la notte in paesi
le cui amministrazioni comunali, nel migliore dei casi, erano
impreparate, nelle peggiori, erano infastidite, se non ostili. Ma non ci
scoraggiammo. Gli incontri, le riunioni, le concertazioni si
susseguirono. Si coinvolsero istituzioni, enti, associazioni,
volenterosi. Mi galvanizzò, ci galvanizzò, la telefonata di Arrigo Levi
che ci annunciava che il Presidente della Repubblica aveva accolto con
entusiasmo l’invito e che Ciampi, per l’occasione, si era ricordato del
suo diario sulla traversata della Maiella con Carlo Autiero e il
fratello e ci informava che quella preziosa testimonianza ci era stato
spedita. La pubblicammo immediatamente e successivamente se ne interessò
la Laterza che provvide ad una seconda edizione. La logistica per la sua
complessità fu affidata ad un esperto. A chi, se non a un generale? Il
generale Fontecchio, che svolse egregiamente il suo arduo compito. |
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