Mostra sui Bizantini al castello di Roccascalegna
“Da Bisanzio all’Abruzzo: le guerre
bizantino-longobardo-normanne in Italia”
Dall’1 aprile al 2 settembre 2007
Il Castello di Roccascalegna ospita una mostra sui Bizantini
e sulle guerre bizantino-longobarde-normanne in Italia. Per la prima volta in
Europa, ricostruita appositamente ed esposta, la macchina da guerra per il
lancio del terribile “fuoco greco”.
La mostra sarà aperta al pubblico dall’1 aprile al 2 settembre 2007.
Il castello, posto su un vertiginoso strapiombo, venne edificato nell’XI secolo
sui resti di una fortificazione risalente alla lunga guerra fra Longobardi e
Bizantini. Dopo un sapiente restauro questo avamposto militare ai piedi della
Maiella è oggi completamente visitabile.
La Chieti storica e la mostra
Chieti, dopo la fine dell'impero romano conobbe un periodo di decadimento, fu
quasi distrutta dai Goti, dominata dai Bizantini e infine inclusa dai Longobardi
prima nel ducato di Spoleto e poi in quello di Benevento, finché divenne contea
sotto i Normanni con giurisdizione su un vastissimo territorio della regione.
Partendo da questi avvenimenti svoltisi in Italia, la mostra spazia analizzando
gli eventi bellici e in particolare l’armamento delle fazioni in campo, con
maggiore attenzione verso quello bizantino. La mostra si avvale di esaurienti
pannelli, scritti in modo approfondito ma adatto a tutti, e di riproduzioni di
armi, ricostruite in modo scientifico con gli stessi materiali dell’epoca e
perfettamente funzionanti, così come dettato dall’archeologia sperimentale. Le
armi e i manufatti sono stati realizzati appositamente dalla ditta Istorica di
Bari, famosa a livello europeo per quanto riguarda la consulenza storica
oplologica e l’archeologia sperimentale medievale, e riguardano il periodo 1040
- 1100. Svariate le fonti storiche e iconografiche studiate per la mostra, primo
dei quali il famoso Arazzo di Bayeux.
Il cavaliere normanno
Fra gli altri, la mostra esporrà il manichino di un cavaliere normanno
munito di elmo conico con nasale, camaglio, usbergo a mezza manica lungo,
farsetto imbottito, spada con pomo a mandorla, il pugnale detto “sax”, scudo ad
aquilone, lancia con punta fortemente cuspidata, pantaloni, fasce per gambe e
mani, scarpe in cuoio e speroni. Sempre per quanto riguarda i Normanni ci sarà
anche un manichino raffigurante un “balistarius” e cioè un balestriere, con
elmo, farsetto, balestra, ascia da fianco, faretra porta quadrelli, ossia
frecce, pantaloni, cinta, scarpe e fasce. A parte, non asservite a manichini,
saranno esposte altre armi da difesa e offesa normanne come elmi di varie fogge,
arco corto, faretre e frecce, lance, scudi, vari tipi di spade e asce da
combattimento.
Per quanto riguarda i Bizantini sarà esposto un manichino raffigurante un
soldato catafratto, ossia pesantemente protetto ed armato, con elmo, cotta
di maglia corta, armatura in cuoio lamellare, spada con fodero e cinta, lancia,
scudo, pantaloni, scarpe e speroni. Un altro manichino riguarderà un classico
fante bizantino, con elmo, armatura in cuoio, camicia di lino, spada corta,
lancia manesca e quindi corta, scudo, pantaloni e scarpe. A parte saranno
esposte altre armi bizantine come l’arco ricurvo, faretra con frecce, pugnale,
borraccia e fiaschetta per l’aceto, che serviva a depurare e dare sapore
all’acqua da bere.
Il pezzo unico: la macchina lanciafiamme
La mostra esporrà anche un pezzo unico, mai realizzato prima in Europa e quindi
di straordinario interesse per gli appassionati di storia medievale e di
armamenti. Si tratta del lanciafiamme bizantino, una macchina in grado di
lanciare a distanza il famoso “fuoco greco”, una miscela altamente infiammabile
che fu per secoli l’arma segreta dei bizantini, la cui formula ancora oggi non è
conosciuta anche se è intuita. La macchina, realizzata grazie al contributo
dell’amministrazione comunale di Roccascalegna, sarà in legno, bronzo e cuoio e
si presenta come un “pezzo” avente la forma di un carro munito di serbatoio,
pompa a mano, condotti e parti notevolmente complesse, e una “bocca da fuoco”
brandeggiabile terminante con una lunga canna metallica e un puntale, con
relativo meccanismo di accensione con fiamma pilota. Il fuoco greco era di
diversi tipi, lanciabile anche con catapulte e in bombe a mano, e una varietà si
incendiava persino al solo contatto con l’acqua, e le fiamme non potevano essere
spente con questa. Addirittura se si tentava di spegnerle con l’acqua le fiamme
divenivano ancora più veementi (erano invece efficaci l’aceto o l’orina, ma
anche questo era un segreto). La realizzazione della macchina, di notevole
complessità viste le quasi inesistenti descrizioni tecniche, per l’appunto
coperte all’epoca da segreto militare, ha avuto la consulenza di due esperti
italiani e cioè Flavio Russo e Giovanni Todaro, entrambi autori di testi e studi
sulle macchine da guerra romane e medievali. A prescindere dalla mostra, il
lanciafiamme bizantino rimarrà permanentemente esposto al castello di
Roccascalegna, tranne nei periodi in cui potrà essere esposto su richiesta
nell’ambito di musei ed eventi di rievocazione storica.
Il Castello di Roccascalegna
Il Castello di Roccascalegna, arroccato su un gigantesco masso arenario, domina
le colline circostanti da uno strapiombo verticale alto oltre cento metri.
Grazie alle massicce mura e alle innovazioni tecniche e militari dell’epoca, il
castello era conosciuto fin dagli arabi con il nome di “Ruqqah Gawrali”, tanto
che ne scrisse nel XII secolo anche il geografo Edrisi ne “Il Libro di re
Ruggiero”. Benché Roccascalegna sorga nell’entroterra abruzzese, in provincia di
Chieti, dista in linea d’aria solo una ventina di chilometri dal mare e quindi
gode di un clima dolce che favorisce la macchia mediterranea insieme a estesi
boschi di querce e ginepri. In questa zona, appena al margine del Parco della
Maiella, anche la fauna è ricca, con cinghiali, camosci, cervi e,
sporadicamente, lupi. Come si capirà, il turrito castello, le montagne con i
boschi secolari ricchi di animali selvatici, le leggende che permeano questi
luoghi contribuiscono a evocare tutti gli ingredienti di tante fiabe che, non a
caso, si svolgono nel Medioevo. Solo che in questo caso Roccascalegna non è
fiaba, ma storia e realtà.
Anticamente in questa zona vivevano i Sabellici, e in particolare le tribù dei
Carricini e dei Frentani, presto assoggettati alla potenza di Roma. Dopo la
caduta di questo impero, i territori abruzzesi furono scossi da sanguinosi
eventi bellici, come la guerra greco-gotica del VI secolo. Fra i Bizantini,
padroni della fascia costiera, e i Longobardi, occupanti l’entroterra, la
strategia militare di ambe le parti incluse la creazione di rocche e castelli. A
Roccascalegna per l’appunto, grazie anche alle possibilità difensive del luogo,
i Longobardi crearono un insediamento che secoli dopo, ossia nel periodo
Normanno-Svevo (XI-XII secolo), venne ulteriormente potenziato con il vero e
proprio castello, munito di ponte levatoio, dormitori per i soldati, magazzini,
una chiesetta, una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana e persino un
apposito locale per i servizi igienici, particolare allora generalmente
avveniristico e tuttora esistente. Adatto a fronteggiare le armi ossidionali
dell’epoca, come mangani e arieti, il castello di Roccascalegna, come del resto
tutti gli altri, risentì dell’avvento delle armi da fuoco come le bombarde e
quindi dovette essere adeguato a questa nuova e devastante minaccia. Nel periodo
Angioino-Aragonese (XV secolo) le torri prima quadrate vennero arrotondate per
deflettere i colpi e le mura furono ispessite.
Apertura e ingresso
Visitare Roccascalegna significa rivivere l’atmosfera del passato, assaporare
una cucina tipica gustosa e variegata e ammirare panorami grandiosi. Il castello
(salvo visite prenotate per gruppi e scolaresche) è aperto in marzo e
aprile il sabato, domenica e festivi con orario
10/13 – 15/18 (Pasquetta con orario continuato 9/21);
in maggio il sabato, domenica e festivi con orario
10/13 – 15/18; in giugno il sabato, domenica
con orario 10/13 – 15/18; dall’1 luglio al 2 settembre
tutti i giorni con orario 10/13 – 15/20 (Ferragosto
con orario continuato 9/21). In seguito e fino all’1 novembre è
aperto solo il sabato, la domenica e i festivi, con orari
10/13 - 15/18. Il biglietto costa 3 euro, il ridotto 2 euro.
Per informazioni:
Pro Loco di Roccascalegna, tel/fax. 0872 987505 – 338 7756873
Sito Web:
www.castelloroccascalegna.it
E-Mail:
prolocoroccascalegna@libero.it
Ufficio stampa tel. 348-9000276
E-Mail: mediaro@tiscali.it
Comunicato Stampa Pro Loco di Roccascalegna