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Le memorie di un Driver AFS
La guerra in Abruzzo vissuta da un volontario della Croce Rossa
Divulghiamo la traduzione di alcune pagine
di un dattiloscritto di Charles P. Edwards, conosciuto anche con il nickname: "Fox",
disponibile in XII capitoli in lingua inglese sul sito
www.intercultura.it, dal titolo "An AFS Driwer Remembers - Le memorie di un Driver AFS",
700 pag., 1999. Questo libro riguarda delle reminescenze e dell'esperienza dei
driver di AFS nella Seconda Guerra Mondiale ed è illustrato da 168 fotografie di
John C. Cobb ed include anche i suoi Poemi di Guerra. «Autunno del 1914, scoppio della prima guerra
mondiale. Un gruppo di giovani americani a Parigi organizza una rete di
ambulanze in appoggio all'ospedale americano di Neuilly. Julien Green in "Partir
avant le jour" ricorda il suo arrivo al parco dov'erano parcheggiate venti
ambulanze: "l'ultima, in fondo, era la mia". Da questo nucleo di intellettuali
nascerà American Field Service (AFS) . Molti di essi diventarono successivamente
illustri scrittori, come Malcolm Cowley, Louis Bromfield, John Dos Passos,
Ernest Hemingway, e ricordarono l'esperienza con AFS nelle loro opere. Dal
volontariato nella sanità a quello nell'educazione; in un bollettino di AFS del
1919 si leggeva: "per quattro anni abbiamo cercato di far capire l'America ai
francesi e la Francia agli americani: questo sforzo non deve finire con la
guerra; non dobbiamo diventare un club di reduci: ci è stato suggerito di creare
delle borse di studio per francesi in America e per americani in Francia".
Comincia così la storia di AFS come associazione per lo scambio interculturale.
"Le memorie di un Driver AFS" di Crales P. Edward Primo capitolo, 2° e 3° paragrafo (traduzione di Nico Mastrangelo) 2 La nascita dell' American Field
Service. 1914 "Le memorie di un Driver AFS" di Crales P. Edward Settimo capitolo, 3° paragrafo (traduzione di Nico Mastrangelo) Data la posizione strategica al centro
della linea, come base delle truppe e dei rifornimenti, Lanciano costituiva
un obbiettivo primario dell’ artiglieria Tedesca. I nostri avamposti si
dispiegavano da Lanciano verso il mare da un lato, e verso la catena
montuosa della Maiella a ovest dall’ altro. Un’ intera Sezione del nostro
Plotone era stanziata nella cittadina collinare di Casoli o nelle sue
vicinanze, pressappoco a dieci miglia ovest di Lanciano, in linea d’ aria.
Uno dei nostri autisti, Pierre Bourdelle, si innamorò di Francesca, purtroppo un amore non corrisposto, ma come potete biasimarlo? Pierre era un artista di talento Le evacuazioni dal settore di Casoli verso gli ospedali da campo e le medicherie in Lanciano erano difficili e pericolose. Le valli e le strade vicino Casoli erano riparate dal fuoco diretto dei Tedeschi dalle colline, ma la strada andava oltre queste colline fino ad un crinale montuoso e di nuovo giù verso Lanciano. La stessa catena montuosa era direttamente esposta allo sguardo e ai cannoni tedeschi ad Orsogna, e questo tratto di strada si guadagnò presto l’appellativo dubbio di “miglio folle” (mad mile). Anche le evacuazioni notturne erano rischiose. Vi erano strade secondarie fuori dalla vista, che prendevano un percorso più lungo verso la valle del Sangro. In un’ emergenza gli autisti che attraversavano il miglio folle si affidavano alla Croce Rossa, e alla fortuna. Eravamo alla metà di Marzo del 1944. Le montagne in alto erano coperte da neve, ma le colline e le valli erano pulite. Tutte le ambulanze del nostro plotone si erano spostate in avanti lungo il fronte Adriatico dalla costa verso il massiccio della Maiella che incombeva su Casoli. Noi del Lucky 13 Sezione 3 eravamo collocati in postazioni lungo questa linea. Jock Cobb fu assegnato alla più occidentale di tutte, ad un’ Armata Indiana di ricognizione posta in Civitella, un piccolo paese di montagna. Questa unità era comandata da un ufficiale Sikh, il Capitano Ragaul. Jock fotografò il Capitano il quale stava in piedi contro un muro che fungeva da guard rail, che attraversava tutta Civitella, e ridava sulla vallata e le ripide pareti della montagna. La didascalia di Jock recita:
Civitella era uno di una serie di paesini di montagna nella sfera di Jock, incluso Fara San Martino vicino Civitella e Lama dei Peligni circa tre miglia a sud. Questi e altri paesini avevano la sfortuna di essere stati edificati lungo la strada che costeggiava il massiccio stesso dalla parte meridionale lungo i passi est-ovest sotto il Sangro verso il fiume Pescara e la strada che conduce a Roma, e soggetta al fuoco Tedesco. La didascalia di Jock a proposito di Civitella recita:
Civitella, e altri paesi di montagna erano, collegati da una stretta strada,che appariva come una ferita lungo i fianchi e i picchi delle montagne. Era una strada meravigliosa; costituiva anche un possibile percorso per l’ ottava Armata nella sua avanzata da Termoli. Per prevenire ogni azione in questo senso i Tedeschi demolirono tutti i paesi lungo la via, bloccando così la strada con tonnellate di macerie. Questo fu fatto durante il programma di “terra bruciata”, che rase al suolo ponti, ferrovie e linee elettriche, strade e altre strutture nel cammino di avanzamento dell’ ottava Armata. Carri armati dell’ Armata, riadattati come bull dozers liberavano la strada dalle macerie mentre i tedeschi venivano respinti verso la linea Gustav, ma l’ orrore e gli effetti della distruzione Tedesca restavano tutti, come mostrano di seguito le fotografie di Jock Le rovine di Fara San Martino, un paese vicino a Civitella, erano ugualmente drammatiche. Oggi Fara San Martino, inerpicata sulla nobile montagna, è una gemma il prosperoso centro di produzione della migliore pasta al mondo fatta con pura acqua di sorgente montana e la migliore semola di grano duro italiana.
Le ostinate popolazioni montanare avevano deciso di ritornare a vivere nei loro sconquassati paesi, aiutando a pulire le strade, nell’ opera di ricostruzione delle infrastrutture meglio che potevano, di condividere spazi ristretti in edifici ancora in piedi. C’ erano naturalmente alcuni servizi come l’ acqua corrente e l’ energia elettrica. Jock fotografò una giovane donna di Civitella mentre portava dell’ acqua in un largo contenitore posto sul suo capo, e accompagnata da un’ altra donna con una bambine. Nello sfondo due delle più alte cime della Maiella, che s’innalzano fin circa ai 10.000 piedi. Per fortuna, le azioni che si svolsero in montagna nel marzo 1944 furono leggere. In una lettera datata 14 Aprile scritta da Napoli , da dove ci salutava nel suo viaggio di ritorno a casa, Jock aveva scritto: “Ho quasi dimenticato la guerra, il luogo che ho lasciato nelle alte montagne, un paesino difeso da alcuni carri blindati con nulla se non una coppia di pattuglie e la enormità della Maiella tra noi e Jerry” . Per la metà di Marzo Jock e tutti noi della “Lucky 13” avevamo quasi completato i 18 mesi di lavoro all’ estero. Sotto contratto con l’AFS, avevamo l’opzione di poter terminare tutto il periodo o lasciare dopo un’ anno, oppure dopo aver compiuto l’ anno ad intervalli di sei mesi. Avendo superata la prova di ammissione alla Harvard Medical School, Jock decise di terminare ai primi di Aprile e di tornarsene a casa. La sua felicità per questa incredibile opportunità per la quale si era sforzato per molti mesi era tuttavia venata da qualche rimpianto. Mentre “in attesa della nave che mi riportasse a casa” aveva scritto da Napoli (14 Aprile): “In qualche modo non bene perché (Civitella negli Appennini) era il luogo più interessante dove fossi mai stato…” L’ interesse di questo posto non derivava certo dall’ essere stato assegnato ad un’ unità dell’ Armata Indiana, ma da un lavoro, come spiegò, “lo faccio per me stesso”. Era un impiego svolto con un medico italiano, il Dr. Sepal, nell’ assistere col dottore i suoi pazienti italiani. Pieno di risorse e determinato Jock non si lasciava scoraggiare dalla inazione sul fronte militare quando c’ era da compiere molto lavoro e colmare le molte necessità in favore di questi paesani. Jock lo spiegò con parole sue in una lettera del 14 Aprile: Ero stato in quella cittadina (Civitella) presso una postazione di ricognizione, e avevo incontrato il medico civile, una persona magnifica, che tutti i giorni si faceva a piedi diverse miglia per visitare i suoi pazienti… Sua moglie era stata portata via dai Tedeschi e anche i suoi attrezzi e le medicine erano andati persi, ma riuscì a trovare diversi oggetti dei più disparati che gli erano utili tra le macerie dei paesi distrutti così da poter essere ancora di grande aiuto per i civili che hanno sofferto per molti mesi, le loro città totalmente distrutte, i rifornimenti di cibo tagliati fuori, e con seri disagi che iniziavano a diffondersi. La lettera di Jock continua: Incontrai l’ ufficiale dell’ AMG il quale era un americano e fu contento di incontrarne un’ altro. Il suo compito era di proteggere i civili e far fronte al gran numero di rifugiati e sfollati. Quando gli dissi che avrebbe probabilmente potuto avere un’ ambulanza d’ aiuto se ne avesse fatto richiesta, ne fu felice. Col suo aiuto, e con l’ aiuto di un ragazzo del Gruppo Sollievo della Croce Rossa americana, e dopo aver avuto diversi colloqui con altri ufficiali impegnati in questo settore, stabilii che ero assegnato all’ AMG con preciso compito di aiutare i civili. Jock e la sua ambulanza, con l’ autorizzazione dell’ AMG, andò ad operare con gran determinazione in favore di queste intrepide popolazioni dei paesi di montagna e del loro medico personale, il Dr. Cipolla. Il dottore fu così in grado di raggiungere un gran numero di paesi lungo la strada di montagna, e dove necessario evacuare alle migliori strutture di Casoli. Nelle poche che settimane che rimase con lui, prima di essere richiamato ai suoi compiti precedenti, jock svolse un eccellente lavoro con il dottor Cipolla.
Jock notò di primo acchito lo spirito di comunità di questi montanari; scrisse da Napoli (14 Aprile): Alcuni gruppi si sono offerti volontariamente di ripulire le strade dai detriti, e ancora altri di lavorare negli ospedali civili senza alcun compenso. Per concludere, lo spirito che ho incontrato in questa parte dell’ Italia è qualcosa di totalmente diverso dalle mie precedenti esperienze. Il suo apprezzamento per queste genti dell’ Appennino dell’ Italia centrale è comparabile agli encomi contenuti nelle memorie di Eric Newby sulle sue esperienze nell’ Appennino del nord Italia. Jock scrisse dopo (14 Aprile): Ero contento di poter fare qualcosa per quelle persone di contro esse per quel poco che potevo fare mi ricambiavano portandomi nelle loro case, mi davano alloggio, mi sfamavano, mi rallegravano con del vino con le loro canzoni e i loro balli. Mi pareva strano e non riuscivo ad apprezzare pienamente i loro divertimenti, dopo aver visto tanta miseria e sofferenza per le quali c’ era poco che si potesse fare.
Jock elogiò anche lo spirito combattivo di questi montanari di cui fu testimone. Scrisse (da Napoli,14 Aprile dopo aver svolto il suo servizio nelle montagne): Nel caso non vi sia mai capitato di sentir parlare della guerriglia o patrioti come si definiscono, questi duri civili dei paesini semi-distrutti i quali si sono raggruppati per aiutare gli alleati. Indossano abiti civili, girano furtivamente armati, e cercano di danneggiare il più che possono. Ammiro il loro spirito, che è mancato finora … in Italia. Hanno preso l’ iniziativa e hanno fatto qualcosa per aiutare se stessi. Una di queste bande, ben organizzata e comandata responsabilmente, era la “Maiella Brigade” di Ettore Troilo , che un giorno sarebbe stato Prefetto a Milano nell’ Italia democratica. Sebbene queste popolazioni erano in grado di riprendersi da queste sciagure e nutrivano grande fiducia nei propri mezzi, avevano tante necessità, alleviate dall’ assistenza delle loro nascenti rappresentanze assistite dal Governo Militare Alleato e dalla Croce Rossa Americana
Ai primi di Aprile del 1944, Jock Cobb alla sua ambulanza al quartier generale del Plotone a Lanciano, e ottenne il permesso di andare a Napoli per il suo ritorno a casa alla Medical School. Prima di partire, riuscì a fotografare un concerto di cornamuse e tamburi nella piazza centrale di Lanciano, un’ esperienza eccitante e di gran frastuono. E infine, uno degli ultimi servizi di Jock a Civitella fu di aiutare a servir messa la Domenica delle Palme nella chiesa del paese, uno dei pochi edifici sfuggiti alla distruzione. In aggiunta alle postazioni dell'area di Casoli ad ovest di Lanciano, le nostre ambulanze erano raggruppate in postazioni lungo l’ area del “miglio folle” vicino al centro del fronte Adriatico, e anche lungo le linee delle vallate e dei monti del settore di Lanciano che andavano a nord e ad est della città. Codeste postazione erano RAP o ADS dell’ ottava Divisione Indiana, la quale venne sostituita dalla quarta Divisione Indiana in Aprile.
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