"Le memorie di un Driver AFS" di
Crales P. Edward
Settimo capitolo, 3° paragrafo (traduzione di Nico Mastrangelo)
Data la posizione strategica al centro
della linea, come base delle truppe e dei rifornimenti, Lanciano costituiva
un obbiettivo primario dell’ artiglieria Tedesca. I nostri avamposti si
dispiegavano da Lanciano verso il mare da un lato, e verso la catena
montuosa della Maiella a ovest dall’ altro. Un’ intera Sezione del nostro
Plotone era stanziata nella cittadina collinare di Casoli o nelle sue
vicinanze, pressappoco a dieci miglia ovest di Lanciano, in linea d’ aria.
Le tradizionali costruzioni in pietra di Casoli, alta su una collina dall’
aspetto perfettamente conico, sembravano spuntare direttamente dai fianchi
stessi della collina. Per raggiungere il paese la strada si arrampica in
modo ripido su curve dalla forma di forcine per capelli. Le mura e le torri
di un castello intatto incoronano la sommità della collina, accessibile da
un uomo solo a piedi o da una capra di montagna. Da questa torre si ha
l’impressione di poter raggiungere e quasi toccare gli strapiombi dei
fianchi orientali del massiccio della Maiella che incombe così vicino ad
occidente; le profonde vallate dell’ alto Sangro si fanno strada attraverso
le colline ad est.
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Sezione del
Plotone C. Ambulanze in fila sotto Casoli
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Casoli ,
cittadina collinare dell’ alto Sangro. Fronte adriatico.
Gennaio-Giugno 1944
|
Francesca Ricci, una delle belle figlie del Barone Ricci |
Uno dei nostri autisti, Pierre Bourdelle, si innamorò di
Francesca, purtroppo un amore non corrisposto, ma come potete biasimarlo? Pierre era un artista di talento
Le evacuazioni dal settore di Casoli verso gli ospedali
da campo e le medicherie in Lanciano erano difficili e pericolose. Le valli e le
strade vicino Casoli erano riparate dal fuoco diretto dei Tedeschi dalle
colline, ma la strada andava oltre queste colline fino ad un crinale montuoso e
di nuovo giù verso Lanciano. La stessa catena montuosa era direttamente esposta
allo sguardo e ai cannoni tedeschi ad Orsogna, e questo tratto di strada si
guadagnò presto l’appellativo dubbio di “miglio folle” (mad mile). Anche le
evacuazioni notturne erano rischiose. Vi erano strade secondarie fuori dalla
vista, che prendevano un percorso più lungo verso la valle del Sangro. In un’
emergenza gli autisti che attraversavano il miglio folle si affidavano alla
Croce Rossa, e alla fortuna.
Eravamo alla metà di Marzo del 1944. Le montagne in alto
erano coperte da neve, ma le colline e le valli erano pulite. Tutte le ambulanze
del nostro plotone si erano spostate in avanti lungo il fronte Adriatico dalla
costa verso il massiccio della Maiella che incombeva su Casoli. Noi del Lucky 13
Sezione 3 eravamo collocati in postazioni lungo questa linea. Jock Cobb fu
assegnato alla più occidentale di tutte, ad un’ Armata Indiana di ricognizione
posta in Civitella, un piccolo paese di montagna.
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Ufficiali dell’ Indian Reccy che osservano postazioni nemiche
|
Questa unità era comandata da un ufficiale Sikh, il
Capitano Ragaul. Jock fotografò il Capitano il quale stava in piedi contro
un muro che fungeva da guard rail, che attraversava tutta Civitella, e ridava
sulla vallata e le ripide pareti della montagna. La didascalia di Jock recita:
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Il Capitano Ragaul, Sikh dell’ Armata Indiana “Reccy” di stanza a Civitella dove ero stato
assegnato. Marzo 1944
|
Civitella era uno di una serie di paesini di montagna nella
sfera di Jock, incluso Fara San Martino vicino Civitella e Lama dei Peligni
circa tre miglia a sud. Questi e altri paesini avevano la sfortuna di essere
stati edificati lungo la strada che costeggiava il massiccio stesso dalla parte
meridionale lungo i passi est-ovest sotto il Sangro verso il fiume Pescara e la
strada che conduce a Roma, e soggetta al fuoco Tedesco. La didascalia di Jock a
proposito di Civitella recita:
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Civitella dove
ero assegnato con un’ unità dell’ Armata Indiana di ricognizione. In primo piano,
distruzione ad opera dei tedeschi |
Civitella, e altri paesi di montagna erano, collegati da
una stretta strada,che appariva come una ferita lungo i fianchi e i picchi delle
montagne. Era una strada meravigliosa; costituiva anche un possibile percorso
per l’ ottava Armata nella sua avanzata da Termoli. Per prevenire ogni azione in
questo senso i Tedeschi demolirono tutti i paesi lungo la via, bloccando così la
strada con tonnellate di macerie. Questo fu fatto durante il programma di “terra
bruciata”, che rase al suolo ponti, ferrovie e linee elettriche, strade e altre
strutture nel cammino di avanzamento dell’ ottava Armata.
Carri armati dell’ Armata, riadattati come bull dozers
liberavano la strada dalle macerie mentre i tedeschi venivano respinti verso la
linea Gustav, ma l’ orrore e gli effetti della distruzione Tedesca restavano
tutti, come mostrano di seguito le fotografie di Jock
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L’ ambulanza di
Jock tra le rovine di Fara S. Martino |
Le rovine di Fara San Martino, un paese vicino a
Civitella,
erano ugualmente drammatiche. Oggi Fara San Martino, inerpicata sulla nobile
montagna, è una gemma il prosperoso centro di produzione della migliore
pasta al mondo fatta con pura acqua di sorgente montana e la migliore semola di
grano duro italiana.
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Fara San Martino,
distruzione ad opera dei tedeschi,italia, Marzo 1944. In primo piano l’
ambulanza di Jock |
Le ostinate popolazioni montanare avevano deciso di
ritornare a vivere nei loro sconquassati paesi, aiutando a pulire le strade,
nell’ opera di ricostruzione delle infrastrutture meglio che potevano, di
condividere spazi ristretti in edifici ancora in piedi. C’ erano naturalmente
alcuni servizi come l’ acqua corrente e l’ energia elettrica.
Jock fotografò una giovane donna di Civitella mentre
portava dell’ acqua in un largo contenitore posto sul suo capo, e accompagnata
da un’ altra donna con una bambine. Nello sfondo due delle più alte cime della
Maiella, che s’innalzano fin circa ai 10.000 piedi.
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Ragazze che
trasportano acqua a Civitella |
Per fortuna, le azioni che si svolsero in montagna nel
marzo 1944 furono leggere. In una lettera datata 14 Aprile scritta da Napoli ,
da dove ci salutava nel suo viaggio di ritorno a casa, Jock aveva scritto: “Ho
quasi dimenticato la guerra, il luogo che ho lasciato nelle alte montagne, un
paesino difeso da alcuni carri blindati con nulla se non una coppia di pattuglie
e la enormità della Maiella tra noi e Jerry” .
Per la metà di Marzo Jock e tutti noi della “Lucky 13”
avevamo quasi completato i 18 mesi di lavoro all’ estero. Sotto contratto con l’AFS, avevamo l’opzione di poter terminare tutto il periodo o lasciare dopo un’
anno, oppure dopo aver compiuto l’ anno ad intervalli di sei mesi. Avendo
superata la prova di ammissione alla Harvard Medical School, Jock decise di
terminare ai primi di Aprile e di tornarsene a casa.
La sua felicità per questa incredibile opportunità per la
quale si era sforzato per molti mesi era tuttavia venata da qualche rimpianto.
Mentre “in attesa della nave che mi riportasse a casa” aveva scritto da Napoli
(14 Aprile): “In qualche modo non bene perché (Civitella negli Appennini) era il
luogo più interessante dove fossi mai stato…”
L’ interesse di questo posto non derivava certo dall’
essere stato assegnato ad un’ unità dell’ Armata Indiana, ma da un lavoro, come
spiegò, “lo faccio per me stesso”. Era un impiego svolto con un medico italiano,
il Dr. Sepal, nell’ assistere col dottore i suoi pazienti italiani.
Pieno di risorse e determinato Jock non si lasciava
scoraggiare dalla inazione sul fronte militare quando c’ era da compiere molto
lavoro e colmare le molte necessità in favore di questi paesani. Jock lo spiegò
con parole sue in una lettera del 14 Aprile:
Ero stato in quella cittadina (Civitella) presso una postazione di ricognizione,
e avevo incontrato il medico civile, una persona magnifica, che tutti i giorni
si faceva a piedi diverse miglia per visitare i suoi pazienti… Sua moglie era
stata portata via dai Tedeschi e anche i suoi attrezzi e le medicine erano
andati persi, ma riuscì a trovare diversi oggetti dei più disparati che gli
erano utili tra le macerie dei paesi distrutti così da poter essere ancora di
grande aiuto per i civili che hanno sofferto per molti mesi, le loro città
totalmente distrutte, i rifornimenti di cibo tagliati fuori, e con seri disagi
che iniziavano a diffondersi.
La lettera di Jock continua:
Incontrai l’ ufficiale dell’ AMG il quale era un americano e fu contento di
incontrarne un’ altro. Il suo compito era di proteggere i civili e far fronte al
gran numero di rifugiati e sfollati. Quando gli dissi che avrebbe probabilmente
potuto avere un’ ambulanza d’ aiuto se ne avesse fatto richiesta, ne fu felice.
Col suo aiuto, e con l’ aiuto di un ragazzo del Gruppo Sollievo della Croce
Rossa americana, e dopo aver avuto diversi colloqui con altri ufficiali
impegnati in questo settore, stabilii che ero assegnato all’ AMG con preciso
compito di aiutare i civili.
Jock e la sua ambulanza, con l’ autorizzazione dell’ AMG,
andò ad operare con gran determinazione in favore di queste intrepide
popolazioni dei paesi di montagna e del loro medico personale, il Dr. Cipolla.
Il dottore fu così in grado di raggiungere un gran numero di paesi lungo la
strada di montagna, e dove necessario evacuare alle migliori strutture di Casoli.
Nelle poche che settimane che rimase con lui, prima di essere richiamato ai suoi
compiti precedenti, jock svolse un eccellente lavoro con il dottor Cipolla.
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Il Dottor Cipolla, medico civile italiano,
mentre visita i suoi pazienti a Lama dei Peligni, Marzo 1944. |
Jock notò di primo acchito lo spirito di comunità di questi
montanari; scrisse da Napoli (14 Aprile):
Alcuni gruppi si sono offerti volontariamente di ripulire le strade dai detriti,
e ancora altri di lavorare negli ospedali civili senza alcun compenso. Per
concludere, lo spirito che ho incontrato in questa parte dell’ Italia è qualcosa
di totalmente diverso dalle mie precedenti esperienze.
Il suo apprezzamento per queste genti dell’ Appennino dell’
Italia centrale è comparabile agli encomi contenuti nelle memorie di Eric Newby
sulle sue esperienze nell’ Appennino del nord Italia. Jock scrisse dopo (14
Aprile):
Ero contento di poter fare qualcosa per quelle persone di contro esse per quel
poco che potevo fare mi ricambiavano portandomi nelle loro case, mi davano
alloggio, mi sfamavano, mi rallegravano con del vino con le loro canzoni e i
loro balli. Mi pareva strano e non riuscivo ad apprezzare pienamente i loro
divertimenti, dopo aver visto tanta miseria e sofferenza per le quali c’ era
poco che si potesse fare.
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Trasporto di
pazienti civili italiani dalle rovine di Lama dei Peligni alla mia ambulanza.
Marzo 1944 |
Jock elogiò anche lo spirito combattivo di questi montanari
di cui fu testimone. Scrisse (da Napoli,14 Aprile dopo aver svolto il suo
servizio nelle montagne):
Nel caso non vi sia mai capitato di sentir parlare della guerriglia o
patrioti come si definiscono, questi duri civili dei paesini semi-distrutti
i quali si sono raggruppati per aiutare gli alleati. Indossano abiti civili,
girano furtivamente armati, e cercano di danneggiare il più che possono. Ammiro
il loro spirito, che è mancato finora … in Italia. Hanno preso l’ iniziativa e
hanno fatto qualcosa per aiutare se stessi.
Una di queste bande, ben organizzata e comandata
responsabilmente, era la “Maiella Brigade” di Ettore Troilo , che un giorno
sarebbe stato Prefetto a Milano nell’ Italia democratica.
Sebbene queste popolazioni erano in grado di riprendersi da
queste sciagure e nutrivano grande fiducia nei propri mezzi, avevano tante
necessità, alleviate dall’ assistenza delle loro nascenti rappresentanze
assistite dal Governo Militare Alleato e dalla Croce Rossa Americana
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Assistenza pubblica. Bob Read della Croce Rossa Americana.
Distribuzione di abiti ai profughi |
Assistenza pubblica. L’
ospedale Civile di Casoli |
Orfanotrofio. Lanciano |
Ai primi di Aprile del 1944, Jock Cobb alla sua ambulanza
al quartier generale del Plotone a Lanciano, e ottenne il permesso di andare a
Napoli per il suo ritorno a casa alla Medical School.
Prima di partire, riuscì a fotografare un concerto di
cornamuse e tamburi nella piazza centrale di Lanciano, un’ esperienza eccitante
e di gran frastuono.
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Lanciano, suonatori di cornamusa, fine Marzo 1944
|
E infine, uno degli ultimi servizi di Jock a Civitella fu
di aiutare a servir messa la Domenica delle Palme nella chiesa del paese, uno
dei pochi edifici sfuggiti alla distruzione.
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Foto Domenica
delle Palme a Civitella, 1944 |
In aggiunta alle postazioni dell'area di Casoli ad ovest
di Lanciano, le nostre ambulanze erano raggruppate in postazioni lungo l’ area
del “miglio folle” vicino al centro del fronte Adriatico, e anche lungo le linee
delle vallate e dei monti del settore di Lanciano che andavano a nord e ad est
della città. Codeste postazione erano RAP o ADS dell’ ottava Divisione Indiana,
la quale venne sostituita dalla quarta Divisione Indiana in Aprile.
Fonti
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Anniversary Drivers Reunion, Williamsburg, Virginia, October 1995; also the
account of service by Edwards as PHWO/AMG Lanciano (Chap. IX, p. 776 ff ,
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(Lanciano, Casa Editrice Rocco Carabba, 1993); Vol. II (Teramo, Edigrafftal
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Edwards, Charles P., PHWO/AMG. Italy. Spring 1944, documented
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Edwards, Licia S., Letters, to Charles P. and families, 1944-1945.
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Hamilton, Nigel, Monty: The Making of a General. 1887-1942 (NY,
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Hapgood, David and Richardson, David, Monte Cassino, (NY, Congdon
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McCullough, David, Truman (New York, Simon and Schuster, 1992).
Nativio, Giovanni, La Guerra nel'Abruzzo (Lanciano, Editrice
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Newby, Eric, Love and War in the Apennines (Penguin Books, 1971).
Rocca, Gianni, L'Italia Invasa, 1943-1945 ( Milano, Mondadori,
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Rock, George, The History of the American Field Service., 1920-1955
( NY: AFS, The Platen Press, 1956).
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