«Te ne vai nel silenzio di una persona anonima per tanti, ma fragorosa per pochi.»
Addio "Uomo col sacco" !!
di Silvia Travaglini
Antonio Flamminio chiamato "l'uomo col sacco"
Qualche giorno fa, sul “muro del pianto” di Selva Piana, c’era un nuovo
manifesto funebre con un cognome poco diffuso dalle nostre parti: “Flamminio”.
Mi Sono domandata chi fosse, ma la mia curiosità è
subito dopo, finita lì.
Poi, l’altro ieri al telefono:
“ A Si’ ! ”
“ Di' zì !? ”
“ Chi s’è morte? ”
“ No zì… chi? ”
“ ‘Ndònie Briéle?! ”
Ecco chi era quel morto nuovo da piangere!
Per me quel vecchietto di 81 anni è sempre stato L’UOMO COL SACCO.
Quanti ricordi e sensazioni strane mi suscitava quella figura. Non sono vecchia
ma “dall’alto” dei miei 31 anni ho già ricordi d’infanzia che mi fanno luccicare
gli occhi. Io da bambina sono cresciuta fra i vecchi vicoli di Casoli: tra Colle
Giannino e Via Laudadio, tra casa di nonna ‘Nduniette e casa di zà Giacinte.
‘Ndònie, sempre uguale anno per anno, passava spesso per quelle strade, con
l’immancabile sacco sulle spalle, gli stivaloni da pescatore, un cappellaccio a
falde larghe e la classica camicia a scacchi di flanella pesante, che indossava
anche d’estate! Che paura mi incuteva! Anche se ora penso che non c’era
persona più semplice e innocua al mondo. Ma che opinione potevo avere
di quell’uomo, se mia nonna o mia zia, lo invocavano immancabilmente ogni volta
che non mangiavo la minestra, o non mi comportavo da brava bambina?
“ A Si’… Mègne!!! Sennò chième ‘Ndonie Briéle e te facce fecchè dentr’a lu
sacche! ” intimavano le mie educatrici.
Si, il sacco, ma che ci portava in quel saccone sempre pieno e dall’apparenza
pesante? Quante volte me lo sono chiesta non credendo alla versione dei miei
cari, secondo i quali, l’uomo col sacco requisiva tutti i bambini cattivi di
Casoli. Ma sotto sotto, forse quel gigante buono mi faceva ugualmente paura, si,
perché quando si è piccoli, tutto ti sembra grosso, moltiplicato all’ennesima
potenza, anche un vecchio piegato in due dal tempo e dalle fatiche della terra;
perché quando ero piccola io, ‘Ndònie era già vecchio.
L’UOMO COL SACCO era un uomo solo, vissuto ai margini del paese, con poche
pretese e forse con tanta voglia di compagnia. Quante volte lo vedevi per ore e
ore seduto nello stesso angolo di Casoli con gli occhi sgranati che ti fissavano
come se ti interrogasse o elemosinasse una parola.
Ho saputo che gli ultimi suoi 4 anni gli ha trascorsi in una casa di riposo per
anziani e mi piace pensare che siano stati per lui anni di serenità e di scambi
di parole con le persone che aveva intorno; le famose parole che portava nel suo
sacco!
Addio Anto’, con te va via un altro personaggio della mia infanzia vissuta tra
le belle vie del mio paese. Te ne vai nel silenzio di una persona anonima per
tanti, ma fragorosa per pochi.