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Redazione il 21/12/2008 alle ore 09:10:30 - sez.
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Addio "uomo col sacco" !!
«Te ne vai nel silenzio di una persona anonima per tanti, ma fragorosa per pochi.»
Addio "Uomo col sacco" !!
di Silvia Travaglini
Antonio Flamminio chiamato "l'uomo col sacco"
Qualche giorno fa, sul “muro del pianto” di Selva Piana, c’era un nuovo
manifesto funebre con un cognome poco diffuso dalle nostre parti: “Flamminio”.
Mi Sono domandata chi fosse, ma la mia curiosità è
subito dopo, finita lì.
Poi, l’altro ieri al telefono:
“ A Si’ ! ”
“ Di' zì !? ”
“ Chi s’è morte? ”
“ No zì… chi? ”
“ ‘Ndònie Briéle?! ”
Ecco chi era quel morto nuovo da piangere!
Per me quel vecchietto di 81 anni è sempre stato L’UOMO COL SACCO.
Quanti ricordi e sensazioni strane mi suscitava quella figura. Non sono vecchia
ma “dall’alto” dei miei 31 anni ho già ricordi d’infanzia che mi fanno luccicare
gli occhi. Io da bambina sono cresciuta fra i vecchi vicoli di Casoli: tra Colle
Giannino e Via Laudadio, tra casa di nonna ‘Nduniette e casa di zà Giacinte.
‘Ndònie, sempre uguale anno per anno, passava spesso per quelle strade, con
l’immancabile sacco sulle spalle, gli stivaloni da pescatore, un cappellaccio a
falde larghe e la classica camicia a scacchi di flanella pesante, che indossava
anche d’estate! Che paura mi incuteva! Anche se ora penso che non c’era
persona più semplice e innocua al mondo. Ma che opinione potevo avere
di quell’uomo, se mia nonna o mia zia, lo invocavano immancabilmente ogni volta
che non mangiavo la minestra, o non mi comportavo da brava bambina?
“ A Si’… Mègne!!! Sennò chième ‘Ndonie Briéle e te facce fecchè dentr’a lu
sacche! ” intimavano le mie educatrici.
Si, il sacco, ma che ci portava in quel saccone sempre pieno e dall’apparenza
pesante? Quante volte me lo sono chiesta non credendo alla versione dei miei
cari, secondo i quali, l’uomo col sacco requisiva tutti i bambini cattivi di
Casoli. Ma sotto sotto, forse quel gigante buono mi faceva ugualmente paura, si,
perché quando si è piccoli, tutto ti sembra grosso, moltiplicato all’ennesima
potenza, anche un vecchio piegato in due dal tempo e dalle fatiche della terra;
perché quando ero piccola io, ‘Ndònie era già vecchio.
L’UOMO COL SACCO era un uomo solo, vissuto ai margini del paese, con poche
pretese e forse con tanta voglia di compagnia. Quante volte lo vedevi per ore e
ore seduto nello stesso angolo di Casoli con gli occhi sgranati che ti fissavano
come se ti interrogasse o elemosinasse una parola.
Ho saputo che gli ultimi suoi 4 anni gli ha trascorsi in una casa di riposo per
anziani e mi piace pensare che siano stati per lui anni di serenità e di scambi
di parole con le persone che aveva intorno; le famose parole che portava nel suo
sacco!
Addio Anto’, con te va via un altro personaggio della mia infanzia vissuta tra
le belle vie del mio paese. Te ne vai nel silenzio di una persona anonima per
tanti, ma fragorosa per pochi.
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Carissima Silvia,
mi chiamo Domenico ed ho letto con molto piacere quello che tu hai scritto in memoria di Antonio;anche io sono un ragazzo degli anni '70 che ha avuto da prima paura e soggezione ma che con il passare degli anni ha capito quanto quella persona fosse semplice,pura e generosa.Il grande merito di questa "scoperta" va alla donna con cui divido la mia vita,perchè mi ha fatto conoscere l'"uomo con il sacco" di persona,in quanto Antonio(aveva lo stesso nome e la stessa semplicità di mio suocero che non c'è più)si fermava spesso davanti casa di mia moglie;all'inizio si accontentava di mangiare sulle scale esterne ma con il passare degli anni ha acquisito fiducia e confidenza con noi,tanto da pranzare spesso a tavola con la famiglia.Da questa esperienza ho saputo molte cose della sua vita,lui era primogenito di un'uomo(Gabriele,per questo Ndònie Briéle) che viveva onestamente spaccandosi la schiena dalla mattina alla sera,giovanissimo è emigrato in Australia da dove dopo anni di sacrifici è tornato senza un soldo(evito di dire da chi è stato ripulito non vorrei beccarmi una querela),ed è li che è iniziata la sua nuova vita,fatta di solitudine e poche parole ma di tanti sorrisi rivolti alle persone che gli dimostravano affetto;aveva una passione per le radio e amava viaggiare in macchina ma solo con le persone di cui si fidava.Nel sacco lui portava i suoi risparmi e viveva in una casetta piccola;sai qual'era il suo hobby?Ammassare pietre vicino l'uscio di casa.Ti saluto,spero che tu voglia continuare questa discussione e ti auguro buone feste.
Domenico
Inserito da Domenico
il 23/12/2008 alle ore 17:28:06
Per noialtri delle campagne 'l'uomo col sacco' era conosciuto come "lu pazze de Lurete".
Che soggezione, quando in macchina, salendo a Casoli sulle curve della statale, lo si vedeva tra i boschi, solitario, che ti fissava.
Un altro personaggio di Casoli che se ne va.
Inserito da
Ivano
il 06/01/2009 alle ore 11:51:27
Ricordo anch'io questa persona quando risaliva la strada della Taverna, non lo guardavo mai negli occhi convinta che mi avrebbe infilata nel suo sacco.Spero proprio che gli ultimi suoi giorni li abbia trascorsi nella serenita'che forse la vita troppo gli aveva negato.
Inserito da Mariella
il 10/01/2009 alle ore 22:15:43
è vero è stato proprio un personaggio! veniva spesso dietro casa mia si sedeva a terra ed una vicina di casa gli dava sempre qualcosa da mangiare; non nascondo che un pò di timore lo incuteva anche a me ed un giorno il mio nipotino di appena tre anni si andò a mettere vicino a lui seduto a terra che mangiava senza dirsi neanche una parola....di quella immagine oggi conservo una bellissima foto!
Inserito da romi
il 19/01/2009 alle ore 18:20:19
Io non riesco a ricordarlo, ma da quello che scrivete è come se fosse stato l'ennessimo personaggio di una oramai vecchia realtà che si perde negli anni a venire. Un saluto a tutti coloro che credono nei " sacchi "