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Wayne: un viaggio della memoria
Un viaggio per onorare compagni caduti nel fiore degli anni, a causa di una guerra feroce e brutale. A cura di Chiara De Gregorio per "Abruzzo Oggi" Pizzoferrato - E’ questo il senso ultimo del ritorno a Pizzoferrato, dopo più di mezzo secolo, del caporale britannico Wolfe Wayne, appartenente ad un corpo speciale inglese che venne quasi completamente sterminato dalle truppe tedesche, nel corso di una battaglia cruenta e campale, combattuta tra i Pizzi ai primi di febbraio del 1944. Fu un’autentica carneficina: tra le vittime di quel triste giorno d’inverno, anche il maggiore Lionel Wigram, comandante della Compagnia Wigforce. Il soldato Wayne fu uno dei pochissimi, a cui toccò in sorte di tornare dall’inferno sano e salvo. L’ex caporale di Sua Maestà non ha mai scordato quei figli, quei mariti e quei padri, che non sono stati fortunati come lui, morti tra i monti di Pizzoferrato. Per questi amici mai più tornati a casa, questo distinto signore avanti negli anni, segnato dagli acciacchi del tempo, ha attraversato la Manica ed è arrivato tra la gente calorosa delle nostre montagne. Ha ripercorso i luoghi di quella guerra maledetta, ha riattraversato le strade battute in combattimento, Wayne ha ricordato, ha raccontato storie ed aneddoti sulla sua permanenza a Pizzoferrato; con rispetto ed orgoglio ha ribadito la sua concezione della guerra, antesignana delle libertà dei popoli. Nella mattinata di ieri, l’intera comunità ha voluto incontrare ed abbracciare il “suo” veterano inglese; prima la funzione religiosa, quindi il caporale ha deposto, sui luoghi della battaglia, croci adornate di papaveri, a perpetua memoria dei tanti suoi commilitoni uccisi. Poi l’incontro formale, nella casa comunale, con il primo cittadino di Pizzoferrato, Palmerino Fagnilli, il quale ha consegnato al caporale una targa, con un’incisione speciale: “Dopo 60 anni, ancora grazie”. La commozione ha colto gli animi di tutti i presenti e si è fatta ancora più palpabile, quando Wayne ha donato, a tutti i pizzoferratesi, una bandiera, cucita appositamente dalla moglie, con la parola PACE disegnata in tre lingue, italiano, inglese e tedesco. Il vecchio soldato ha anche divertito la sala, raccontando la tradizione dei reduci britannici di ritrovarsi il tre febbraio di ogni anno, per rivivere il passato in modo meno doloroso, in un ristorante italiano, con vino rigorosamente Montepulciano… “Non ho davvero parole per esprimere ciò che ho provato, dinanzi al signor Wayne. – ha dichiarato il sindaco Fagnilli – Un incontro toccante, un’emozione fortissima, quando ho visto persone rincontrarsi e riconoscersi, sessant’anni dopo, ascoltando storie di guerra”. Storie, racconti, parole, che, come in un ciclo infinito, accomunano le genti… |
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