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Quando lo scandalo non fa più scandalo
Non c’è giorno che non si venga investiti dalla notizia di uno scandalo. Se ne affollano tanti che si fa fatica a ricordarli tutti
di Ezio Pelino Siamo ormai dentro una porcilaia. Il letame e il fetore sono diventati insopportabili. Non c’è giorno che non si venga investiti dalla notizia di uno scandalo. Se ne affollano tanti che si fa fatica a ricordarli tutti. Siamo arrivati ad un tale grado di saturazione che lo scandalo non fa più scandalo. Anche l’Abruzzo, fino a pochi anni fa ritenuto quasi un’isola felice, lontano dalla mafia e dalla corruzione politica, è entrato a pieno titolo nella “modernità”. Con zio Remo, con Gaspari, c’era un arcaico clientelismo familistico, ma non il malaffare, non le cricche sanguisughe degli appalti, delle opere pubbliche. E’ di appena ieri l’ultimo megaladrocinio. Il procuratore parla nientemeno di “un sistema che finanziava tutti i partiti”. Un tizio, fino a ieri sconosciuto ai più, grazie a tangenti e finanziamenti elettorali, aveva il monopolio dei rifiuti in Abruzzo. Era lui che faceva i prezzi del servizio, era lui che frenava lo sviluppo della raccolta differenziata per il futuro business dell’inceneritore che avrebbe dovuto smaltire, senza gara di appalto, i rifiuti della regione. Agli arresti domiciliari sono finiti l’impresario e l’assessore regionale alla sanità, mentre due senatori sono indagati. Questi penserà a immunizzarli il Senato, come la Camera dei deputati per Cosentino. Mentre scoppia l’ennesimo scandalo, la Regione nomina il vicecommissario alla ricostruzione dell’Aquila. Fra i tanti cittadini onesti e competenti, chi ti sceglie? Indovinate un po’?! Un signore condannato dalla Corte dei Conti per “culpa in vigilando” e conflitto d'interessi nell’allegra gestione della Perdonanza. A che santo affidarsi? |