Vincenzo Traniello: «le scelte di politica sanitaria hanno creato un vuoto nella cura e nell’erogazione dei servizi sanitari delle popolazioni dell’Abruzzo interno, subito occupato da qualche astuto imprenditore privato»
La Cisl denuncia: chi della Asl ha autorizzato un centro prelievi a
Casoli?
Casoli - Un nuovo centro prelievi a Casoli messo su in
fetta e furia da un privato, quasi una concorrenza diretta a quello che funziona
in ospedale dopo la chiusura del Consalvi. Lo denuncia Vincenzo Traniello,
segretario regionale della Cisl funzione pubblica, che spiega l’iniziativa come
frutto della «scaltrezza e del senso di inventiva del neo imprenditore della
sanità privata. Purtroppo, dobbiamo costatare, nostro malgrado, che non solo il
centro prelievi, ubicato in via Selva Piana di Casoli, è attivo ed esegue circa
100 prelievi giornalieri per gli utenti locali, ma abbiamo scoperto che il
centro è convenzionato con la Asl».
Insomma «aspettando le linee guida della Regione Abruzzo e il nuovo piano di
riorganizzazione dei presidi ospedalieri della Asl di Chieti – continua Traniello - registriamo che, nel vuoto istituzionale, qualche privato ingegnoso
si è adoperato per sostituirsi alla Asl con un centro prelievi a poche centinaia
di metri dall’ex ospedale di Casoli».
E’ vero? Non è vero? si chiede la Cisl. Il manager lo sa o qualche dirigente
autonomamente «ha provveduto, a sua insaputa, a stipulare convenzioni con
strutture private?».
SPUNTA IL CENTRO PRELIEVI
La notizia, già arrivata in redazione con una segnalazione, era nota a Casoli
sia tra i dipendenti dell’ospedale che al Comitato per la difesa dell’ospedale e
forse anche ai carabinieri che sono stati allertati perché qualcuno ha lamentato
che il prelievo costerebbe 10 euro invece della gratuità assoluta presso
l’ospedale. Chiacchiere di paese o c’è di più?
Sembra che tutto sia nato da meno di un mese, almeno da quando per un guasto
improvviso del sistema informatico della Asl il Centro prelievi dell’ospedale di
Casoli è rimasto bloccato e irraggiungibile per 10 giorni.
Perché non approfittare della struttura Csa di Selva Piana? La domanda è sorta
spontanea in chi sapeva che lì i prelievi già si facevano da tempo. E che
c’erano pure alcuni specialisti e forse qualche medico di famiglia che svolgeva
lì la professione in forma privata. Il che significa che il rapporto è diretto
medico-paziente e la cooperativa dei servizio e lavoro che li ospita non c’entra
niente. Sì, ma chi paga l’altra cooperativa che effettua i prelievi di sangue
con i suoi infermieri? O servono a questo i famosi 10 euro di cui alla
segnalazione, anche per il trasporto delle provette a Lanciano? Trasporto
autorizzato ed effettuato come? E il ticket eventuale chi e come e dove si paga?
Come si vede, le voci ed i dubbi si rincorrono e si sovrappongono.
«MA NON C’È NESSUNA CONVENZIONE CON LA ASL. IL CENTRO PRIVATO SI OCCUPA DI
SICUREZZA SUL LAVORO»
Perché dalle nostre verifiche presso la Direzione sanitaria della Asl e quella
amministrativa giungono notizie diverse: la prima è che non esiste nessuna
convenzione tra la Asl e questo centro prelievi privato. La seconda è che non
c’è nessun pericolo di chiusura del centro prelievi dell’ospedale. E allora?
La spiegazione potrebbe essere nella storia di questo nuovo centro e del suo
titolare. Il tutto nascerebbe da un finanziamento ottenuto anni fa dalla
Regione con il quale il titolare avrebbe attivato una struttura che in
convenzione con alcune ditte locali provvedeva agli adempimenti per la sicurezza
dei luoghi di lavoro. Il che è del tutto regolare. Poi forse è nato il
poliambulatorio, sulla scia di queste prestazioni convenzionate, poi il centro
di medicina sportiva che rilascia la documentazione per le palestre e le piscine.
E si sarebbe fatta confusione tra accreditamento con la Asl e convenzione con
le ditte che avevano bisogno di questa certificazione imposta dalla Regione.
Sembra infatti che in passato la richiesta di accreditamento sia stata
inoltrata, ma sarebbe stata respinta, facendo sorgere un contenzioso con il
Dipartimento della prevenzione.
Insomma, scrive Traniello della Cisl: «le scelte di politica sanitaria
hanno creato un vuoto nella cura e nell’erogazione dei servizi sanitari
delle popolazioni dell’Abruzzo interno subito occupato da qualche astuto
imprenditore privato. La programmazione territoriale dei servizi sanitari,
essendo complessa e particolarmente delicata, non può essere tarata solo
esclusivamente su parametri economici, ma deve tenere conto di tutti quei
fattori socio-ambientali che caratterizzano un territorio. Perciò la Cisl
chiede l’immediata attivazione di tutti quei servizi di medicina territoriale
previsti dal piano operativo 2010 alternativi alla ospedalizzazione,
altrimenti si crea un forte danno alla popolazione abruzzese, in modo
particolare alle popolazioni che si sono viste “scippare” l’ospedale di
riferimento territoriale».
Fonte:
www.primadanoi.it