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		Tagli agli ospedali: il sindaco di Casoli: le parole di Chiodi non raccontano tutta la verità 
		Tutto bene, come dice il ministro della salute Fazio in visita in Abruzzo e tutti d’accordo sul taglio dei piccoli ospedali, come appare dalle dichiarazioni del commissario Chiodi? 
        
                 
		
  
  di Sebastiano Calella  
		
		
		
		Non proprio. E non solo perché nelle zone interne 
		continuano le polemiche per i disagi. Non è piaciuto ad alcuni sindaci 
		presenti all’incontro dell’Aquila il tentativo di far passare un 
		messaggio tranquillizzante, quasi di pacificazione generale, come se 
		tutti i problemi sanitari sul territorio fossero stati risolti. E forse 
		non è piaciuto l’approccio “culturale” all’Abruzzo, quello che è rimasto 
		alla terra dei pastori e della gente semplice, e magari poco 
		acculturata, per convincere la quale basta un esempio suggestivo. 
		 
		Dice Pierluigi Natale, primario chirurgo in pensione, già sindaco 
		di Fara San Martino e presidente del Comitato pro-ospedale di Casoli: «hanno 
		fatto l’esempio della Valle d’Aosta: lì c’è un solo ospedale, qui perché 
		protestate? Non ci hanno però detto che questa regione, per superficie e 
		popolazione, al massimo è simile alla provincia di Chieti. E’ una 
		regione autonoma, ricca e piena di centri di villeggiatura tutti super 
		attrezzati con elisoccorso ed autoambulanze che fanno capo ad un 
		ospedale (Aosta) tra i più invidiabili specie per la chirurgia. A Casoli 
		invece, ospedale zonale per circa 22 comuni, sono stati soppressi i 
		reparti di medicina, chirurgia, pediatria, il pronto soccorso ridotto a 
		primo intervento, il laboratorio analisi è solo un centro prelievo. Però 
		ci paragonano alla valle d’Aosta….», aggiunge l’ex sindaco, «l’impressione 
		è che il sub commissario Giovanna Baraldi per il suo Piano dei tagli 
		abbia preso lo spunto da qualche libro del trecento dove per “ospitale” 
		si intendeva un fabbricato con le panche per i malati e qualche 
		monachella che li accudiva per carità di Santa Caterina da Siena. Quindi 
		il manager Asl Francesco Zavattaro parla a Chieti di nanotecnologie ed a 
		Casoli toglie l'unico specialista radiologo che fa funzionare la Tac per 
		una vasta zona come quella dell'Aventino». 
		 
		IL SINDACO DI CASOLI: «C’E’ UN’ALTRA VERITA’» 
		 
		«Mi piacerebbe fare un contro-verbale di quello che è successo lì, 
		dopo aver letto e sentito le dichiarazioni di Chiodi», ha spiegato 
		il sindaco di Casoli, Sergio De Luca, «perché io sono un 
		testimone oculare e posso assicurare che le cose non sono andate come si 
		tenta di farle passare e cioè che c’è stato l’assenso di tutti i sindaci». 
		 
		E allora ce lo racconti. 
		 
		«Intanto sono stato avvisato alle 9 per essere all’Aquila alle 11. Da 
		Casoli, oltre 150 km tortuosi e non con l’auto blu. Sapevamo della 
		visita, ma questo invito all’ultimo minuto non sembrava fatto per 
		partecipare. Infatti il sindaco di Gissi non ce l’ha fatta ad essere 
		presente, anche se è stato dato come partecipante all’incontro. Sfidando 
		l’autovelox, sono arrivato all’Aquila alle 11,10, mentre parlava Dino 
		Rossi, sindaco di Tagliacozzo che ha chiesto in modo netto al ministro 
		di sospendere i tagli, di approfondire i problemi e di decidere solo 
		dopo una nuova proposta». 
		 
		Ma altri sindaci sono stati meno critici…  
		 
		«Il sindaco di Avezzano, forse, o quello di Guardiagrele e di San 
		Valentino. Ma sono posizioni forse legate alla comune militanza politica 
		con Chiodi – continua De Luca – ma a Maurizio Radichetti, sindaco 
		di Pescina, pur condividendo la necessità del Piano non ne condivide né 
		i contenuti, né le previsioni dei tempi di intervento (in minuti) che 
		non assicurano l’emergenza, ed ha sottolineato che l’ospedale di 
		Avezzano non ce la fa a sopportare l’aggravio di richieste». 
		 
		Ma veniamo al suo intervento: cosa ha detto in particolare? 
		 
		«Che chi ha deciso certi tagli non conosce il territorio abruzzese e 
		parlare nel Sangro Aventino di 50 minuti per il soccorso significa dire 
		solo il tempo per l’arrivo dell’ambulanza sul luogo dell’intervento e 
		non dell’arrivo in ospedale. Poi quando si arriva a Lanciano c’è un 
		Pronto soccorso declassato a “semplice”, senza emodinamica, senza 
		risonanza magnetica ecc. Altro che salvare la vita…». 
		 
		C’è stata anche una sua contestazione “tecnica”? 
		 
		«Ho chiesto al ministro: se il precedente commissario Gino Redigolo 
		aveva approvato i piani industriali delle Asl, vuol dire che si andava 
		verso il risanamento e non c’era bisogno di altri tagli che hanno 
		concesso alla vecchia Asl Lanciano-Vasto solo 1,8 posti letto, a fronte 
		di una media nazionale di 3,3 per mille. E poi ci sono stati figli e 
		figliastri: Sant’Omero rimane aperto con 139 posti e Ortona con solo 
		115, pur avendo il bacino di utenza più abitanti. A Casoli sono stati 
		chiusi reparti per sub-acuti (Lungodegenza e Riabilitazione) e la 
		Chirurgia day surgery che nel 2009 ha fatto 850 interventi. Poi non è 
		vero – ha concluso De Luca – che questi malati sono stati 
		spostati a Lanciano o Atessa. In questi ospedali non sono stati attivati 
		posti letto sostitutivi. E allora ci state prendendo in giro? Al di là 
		di altre iniziative che concorderò con il Comitato per l’ospedale e con 
		altri sindaci, la domanda a Chiodi intanto è una sola: volete tagliare, 
		ridurre, razionalizzare? Perché prima non avete attrezzato il territorio 
		per sostenere la chiusura dell’ospedale? Avete fatto il contrario di 
		quello che la logica suggerisce. Non ci potete chiedere di essere 
		d’accordo e soprattutto di spacciare per consenso le nostre critiche». 
		 
		Fonte: primadanoi.it del 
		10-09-2010  
  
 
	
				
				
					
				
	
	
	
		
		
				
					
			
					
			
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