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Di seguito gli Articoli, i Video e le Immagini pubblicati nella giornata richiesta.
Le Città dell’Olio
Casoli, Palombaro e Roccascalegna, i tre comuni
che si estendono su un territorio riconosciuto per la produzione di oli Dop
(denominazione di origine protetta), dal primo Gennaio fanno parte dell'Associazione
Nazionale
"Città dell'Olio". Sabato 20
Maggio, a Casoli, ci sarà la manifestazione denominata "L'importanza di essere Città
dell'Olio". Alle ore 16.30 in Largo S. Nicola, sarà scoperta una targa della
"Città dell'Olio" e alle ore 17.30 inizierà un convegno presso
il Castello Ducale. Presentano: Concezio Tilli (vice sindaco di
Casoli) ed Enrico Lupi (presidente dell'Ass. Naz. "Città
dell'Olio"). Intervengono: Gabriele De Laurentiis (funzionario Arssa), Leonardo Seghetti,
(agronomo) e Gianna Clara
Candeloro (nutrizionista). Concludono: i sindaci di Casoli, Palombaro e Roccascalegna (G. Barrella, G.
Pizzi e N. Travaglini). Introduce alla degustazione: Nicola Boschetti (docente
Slow Food). Modera: Dott.ssa Chiara De Gregorio.
In occasione, sarà allestita un'esposizione di oli extravergine d'oliva ed
al termine del convegno, saranno presentati piatti tradizionali esaltati
dagli oli locali prodotti dalle varietà coltivate maggiormente nei tre comuni:
Gentile, Intosso, Crognalegno e Leccino.
Il finanziamento in questione
Valorizzare i nostri beni culturali è essenziale per migliorare l'avvenire del nostro paese
di Maria C. Ricci
Clicca sulle mappe per
ingrandire |
Fig. 1 - delimitazione della
zona di rispetto archeologico individuata sui fogli di mappa catastale
nel 1977 dalla Soprintendenza Archeologica. |
Fig. 2 - la sovrapposizione del rilievo della
città di Cluviae (effettuato nel
1967) con la delimitazione dell'area sul catastale (efefttuata nel 1977), evidenzia la posizione della necropoli
fuori dell'area perimetrata.
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Fig. 3 - stralcio del vigente PRG
in Piano Laroma con la zona di rispetto archeologico e le circostanti aree
edificabili. |
"Museo archeologico a Casoli. L'antica Cluviae troverà spazio nel Castello
Ducale". Con questo titolo, un articolo pubblicato su "il
Centro" del 30-11-2001, rendeva
noto l'idea dei funzionari della Sovrintendenza Archeologica di Chieti (con a capo la dottoressa Sandra Lapenna)
sulla realizzare di un museo
archeologico con i reperti dell'antica città di Cluviae. La proposta della realizzazione del
museo nel Castello Ducale, era nata nell'ambito di un progetto elaborato dalla
soprintendenza e già finanziato per 900 milioni di vecchie lire, da destinare
alla campagna di scavi in contrada Piano Laroma. In particolare, il finanziamento in questione,
era relativo ad uno Studio di Fattibilità effettuato dalla Soprintendenza,
per la valorizzazione della zona archeologica
di Cluviae. Sembrerebbe che, a causa dei cambiamenti politici che si sono susseguiti
in ambito regionale, provinciale e statale (politiche 2001), il riparto dei
finanziamenti, siano
stati riorganizzati per regione e quindi dirottati, su altri
interventi nell'ambito delle risorse delle aree depresse. In poche parole, i 900 milioni sono volati via, proprio
come i 3 miliardi che avremmo dovuto avere per il parco archeologico anni
fa. Peccato, perchè Piano Laroma, oltre ad avere un'area archeologica
vasta e ancora tutta da scoprire, è anche ricco di reperti localizzati fuori dell'area di
rispetto archeologico, in prossimità delle zone dove sono state individuate le necropoli e dove oggi sorgono anche abitazioni,
capannoni ed altri fabbricati produttivi o rurali.
Casoli ha urgentemente bisogno di un regolamento specifico (o
meglio ancora di un Piano), finalizzato a salvaguardare
sotto l'aspetto archeologico, paesaggistico ed architettonico, anche la fascia
intorno all'antica città di Cluviae. In poche parole, l'Ufficio Tecnico (soprattutto ora che non tutti i progetti vengono sottoposti
al parere della Commissione Edilizia), dovrebbe avvalersi di una Normativa
Tecnica contenente indicazioni sulle caratteristiche dei manufatti da edificare
o da ristrutturare in quella
zona, ed anche sulle piccole attività edilizie (recinzioni, pavimentazioni,
ecc..) perchè le N.T.A dell'attuale PRG per le zone agricole e le altre aree edificabili vicino alla zona
archeologica, non sono sufficienti ad evitare eventuali obbrobri. L'amministrazione, dovrebbe anche richiedere una valutazione di
incidenza ambientale in caso di interventi edilizi di una certa rilevanza
(manufatti produttivi, depositi ecc..) e l'attività
di controllo, dovrebbe essere coordinata da una efficiente vigilanza delle
attività edilizie in corso. Evitare che delle tombe vengano distrutte e
depredate durante dei
lavori di sbancamento e far sì che in quella zona venga garantita un’adeguata coerenza architettonica
degli edifici al paesaggio circostante ed alla zona archeologica stessa, è cosa
fattibile ed estremamente facile, basta solo un po' più di volontà politica,
quella che da sempre è mancata e continua a mancare anche oggi per quest'area. E' assolutamente inconcepibile per
esempio, costruire capannoni prefabbricati nelle vicinanze dell'area
archeologica ed in prossimità della necropoli.
E' inutile ribadire che Casoli, ha anche bisogno di un Museo
Archeologico, non solo per custodire ed esporre i reperti rinvenuti in passato
e quelli che verranno alla luce in futuro a Cluviae, ma anche per creare un centro culturale
che interagisca con tutte le attività, i ritrovamenti e le
fonti storiche, inerenti le altre zone di interesse storico e archeologico sparse
sul nostro territorio.
Per le citate attività culturali, quale miglior sede se non il Castello Ducale?
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