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Di seguito gli Articoli, i Video e le Immagini pubblicati nella giornata richiesta.
L’inerzia della Regione Abruzzo, per undici permessi di ricerca di
idrocarburi in terraferma
Ben 9 permessi di ricerca su 11 sarebbero risolvibili
dal Ministero competente seguendo il comma 79 art. 1 legge n. 239/2004,
ossia convocando una o più conferenze di servizi e deliberando in quelle
sedi. Ma il Ministero non lo fa forse perché nelle conferenze di servizi
potrebbero non ottenersi le intese favorevoli delle amministrazioni; o
anche perché ci sono altri problemi di legittimità e consenso che, in
sessioni trasparenti, potrebbero riaprirsi. Ma una domanda si impone:
perché la Regione Abruzzo permane su questi casi nel suo stato d’inerzia
e di inadempienza? Perché non tiene fede alle promesse solenni di
bloccare il progetto del governo di fare della nostra terra una regione
mineraria petrolifera ?
Dall’elenco che segue emergono l’immobilismo e le inadempienze
dell’amministrazione regionale abruzzese. E sì che ci sono ragioni a
iosa per respingere “i permessi di ricerca”. Ma qui basterà indicarne
tre :
a) i progetti di ricerca hanno sul territorio un impatto dal quale la
Regione istituzionalmente ha un rigoroso dovere di tutela;
b) i permessi, già impattanti in sé, sono l’indispensabile anticamera
delle perniciose concessioni di coltivazione: la combinazione di
permesso e concessione vincola il territorio di sito per almeno 55 anni!
c) i permessi si concludono con una “prova di produzione” che si svolge
senza alcun trattamento dei prodotti estratti, dei quali i cattivi
vengono puramente e semplicemente rilasciati nell’ambiente senza
controllo alcuno: le prove di produzione nei pozzi abruzzesi (vedere per
credere) durano comunemente molti mesi e addirittura anni.
L’inerzia delle amministrazioni (in primis quella regionale) verso i
permessi di ricerca rivela un’incoscienza istituzionale del tutto
deleteria: è infatti possibile che i morti e i danni annuali per
gli effetti degli idrocarburi sul territorio abruzzese stiano già
superando quelli dell’ultimo terremoto dell’Aquila. Ecco la lista
dei permessi in giacenza:
(1) Bucchianico, dell’Adriatica Idrocarburi, per 178.96 km².
Il permesso è sospeso dal 9.07.2008 in attesa, dalla Regione Abruzzo,
dell’esito VIA per il pozzo “Crecchio 1 dir”. Qualora la Regione
bocciasse il progetto in sede di VIA (valutazione di impatto
ambientale), l’operatore, non avendo più diritto a proroghe, non
potrebbe evitare la decadenza né presentare un’istanza di concessione di
coltivazione, in aggiunta a quella già ottenuta in Miglianico.
(2) Civita, della MedOilGas, per 276,57 km².
Il permesso risulta sospeso dal 9.07.2008 in attesa della pronuncia
regionale di compatibilità ambientale sul pozzo “Civita nord 1” che è in
istanza dal 30.01.2008;
(3) Civitaquana, della VegaOil – Petroceltic Elsa per 615,37 km².
Sospeso dal 4.08.09 a specifico motivo della LR n. 14/2008. Deve ancora
essere presentato alla Regione per la VIA.
(4) Fiume Aniene, della LumaxOil, per 911,02
km².
Sospeso una prima volta dal 29.05.2003 a causa dell’interruzione del
“programma unitario” con Lago del Salto e Sora, per l’attesa della VIA
laziale dei pozzi “Anagni 1” e “Veroli 1”. Ripreso dal 10.09.2006, con
nuova scadenza al 5.01.2008, a seguito di VIA favorevole. È stata
presentata domanda per la prima proroga e per una riduzione di area
(221,38 km² erano, in origine, in prov. dell’Aquila): la riduzione
proposta va da 911,02 km² 8estensione illegittima) a 674,90 km², in
parte ricadenti sull’Abruzzo. In tutta la vicenda di questo permesso,
che è dunque in attesa di proroga e riduzione, la Regione Abruzzo non è
finora mai comparsa, né è stata chiamata in causa.
(5) Lago del Salto, della LumaxOil, per 918.05 km², di cui 419,55
km² in prov. dell’Aquila. Una prima sospensione partì dal 29.05.2003,
determinando la prima scadenza al 5.01.2008. Una seconda sospensione è
in atto dal 11.08.2008, in attesa della pronuncia di compatibilità
ambientale da parte della Regione Abruzzo. Intanto, nel gen. 2008, è
stata presentata rituale domanda di proroga con connessa proposta di
riduzione di area da 918,05 km² (estensione illegittima) a 672,00 km².
Si è in attesa dunque dell’espressione regionale su tre cose: la
compatibilità ambientale, la riduzione dell’area e la proroga.
(6) Monte Pallano, della Forrest-CMI-Interenergie, per 32,72 km².
Il primo periodo scadeva il 2.05.2010. Non risulta presentata domanda di
proroga. Monte Pallano aveva ottenuto una sospensione il 24.03.2006 fino
ad una pronuncia favorevole dell’Autorità di Bacino del Fiume Sangro,
che è giunta il 9.06.2006. A seguito di tale pronuncia, l’operatore ha
ottenuto approvazione di certe opere in cemento armato (un piazzale
attrezzato) da parte del Servizio Attività Tecniche Territoriali della
prov. di Chieti, senza alcuna verifica di congruenza col PRG comunale.
La Regione Abruzzo, che non si è ancora pronunciata su Colle Santo (il
pozzo con annessa raffineria che si vuole aprire sotto la diga di
Bomba), sembra ignorare del tutto Monte Pallano senza il quale Colle
Santo non esisterebbe!
(7) Mutignano, dell’Adriatica Idrocarburi-GasPlus, per 98,99 km².
In prima scadenza al 9.06.2009 e in attesa di proroga, è ora sospeso dal
18.12.2008: non è ancora arrivata infatti l’intesa della Regione Abruzzo
sul pozzo “Sabbione 1 dir” chiesta in virtù dell’accordo 24.04.2001 art.
3 comma 2 lettera a).
(8) Ortona, dell’Adriatica Idrocarburi, per 140,20 km².
In attesa di proroga sulla prima scadenza 10.07.2008, è ora sospeso
dall’11.04.2008 in attesa della pronuncia d’intesa della Regione Abruzzo
sul pozzo “Gagliarda 1 dir”.
(9) Settecerri, Adriatica Idrocarburi-MedOilGas, per 882,17 km².
La prima scadenza era il 25.09.2003, ma dal 15.02.2000 è in vigore una
misteriosa e interminabile sospensione. Nel frattempo i titoli hanno
cambiato di mano 5 volte, ma nessuno, meno che mai la Regione Abruzzo,
ha mai chiesto nulla, neanche la riduzione dell’area ai termini di
legge.
(10) Sora, della LumaxOil, per 895,50 km².
La prima scadenza fu fissata al 5.01.2008 in conseguenza della prima
sospensione dal 29.05.2003 per la VIA laziale dei pozzi “Anagni 1” e
“Veroli 1”. La sospensione attuale è in vigore dall’11.08.2008 in attesa
dell’intesa della Regione Abruzzo alla proroga di vigenza del permesso.
La proroga fu chiesta il 21.12.2007 insieme con una riduzione di
superficie dagli illegittimi 895,50 a 660,70 km².
(11) Sulmona, della MedOilGas Italia, per 188,70 km².
Pur mancando circa 2 anni e ½ alla prima scadenza (14.08.2013),
l’operatore avrebbe inopinatamente chiesto la proroga e una riduzione
dell’area: così risulterebbe dalla scheda nel sito ministeriale. In
realtà, il 27.10.2010 l’operatore ha inoltrato al ministero Istanza di
Rinuncia.
Comunicato Stampa Ass. Culturale "Nuovo Senso
Civico" - Lanciano
Video da "John Fante Suite, storie e ballate di un emigrante"
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Chieti, 20 gennaio 2011 Tetatro Marrucino, Stagione Teatro
Contemporaneo
Ospedale, la vittoria di Guardiagrele fa scuola
di Ettore Cappetti
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La lotta politica e legale per la difesa
dell’ospedale di Guardiagrele ha superato i confini regionali. I
rappresentanti del gruppo consiliare “Il bene in comune” sono stati
invitati, sabato scorso, ad un incontro pubblico ad Agnone, in provincia
di Isernia, per spiegare come siano riusciti con le armi della legge e
della partecipazione popolare a bloccare il piano operativo regionale.
Grazie al comitato nazionale “Articolo 32” il ricorso vinto al Consiglio
di Stato è stato studiato anche dai comitati che difendono la sanità
pubblica in Calabria e nel Lazio.
Intanto, ieri mattina (Domenica 30 Gennaio) al cinema Garden, dinanzi
ad una vasta platea, i cinque consiglieri comunali hanno illustrato
tutti i dettagli del ricorso accolto dai giudici amministrativi
d’appello il 14 Gennaio. Il senso dell’iniziativa è stato quello di
investire ogni cittadino del ruolo di controllore e custode del
funzionamento dell’ospedale di Guardiagrele in attesa che, il
commissario governativo alla sanità Chiodi e la sua vice Baraldi,
correggano il piano di riordino della sanità pubblica sulla base delle
motivazioni inserite nell’ordinanza redatta dai giudici della Capitale
un paio di settimane fa.
Infatti, i cinque consiglieri di opposizione (Gianna Di Crescenzo, Carla
Altorio, Gianluca Primavera, Angelo Orlando e Simone Dal Pozzo) temono
che la sospensione del programma operativo resti senza alcun effetto: «E’
probabile che sia la Regione sia la Asl di Chieti restino in attesa
della decisione sul merito che dovrà esserci a fine marzo dinanzi ai
giudici del Tar - è stato sottolineato durante l’assemblea - E’
necessario superare questa fase di stallo rivedendo tutte le decisioni
alla luce delle osservazioni precise del Consiglio di Stato».
I consiglieri hanno ribadito che la loro è stata e sarà una battaglia a
difesa di un territorio che conta quarantamila abitanti: «A questo
punto bisognerebbe rispolverare il piano operativo del 2008 che
salvaguardava anche i piccoli ospedali come il Santissima Immacolata
- hanno proposto - puntando su una ridistribuzione più razionale dei
servizi sanitari e del personale che è già stato spostato negli altri
ospedali della zona».
Fonte: "il Messaggero" del 31 Gennaio 2011
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D.P.R. 22/09/88 n.448 ed art.50 D.L. 30/06/03
n.196, che estende il divieto anche ai casi
di coinvolgimento a qualunque titolo del minore
in procedimenti giudiziari in materie
diverse da quella penale). |
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