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Di seguito gli Articoli, i Video e le Immagini pubblicati nella giornata richiesta.
L'Associazione Musicale 'Mosé Ricci' ha rinnovato il Direttivo
Link correlati
Il nuovo presidente Dott.
Domencio Di Prinzio (sx) e il presidente uscente Avv. Antonio Di Florio
(dx)
L'Assemblea dei Soci dell'Associazione
Musicale "Mosé Ricci", nella seduta dell'otto
novembre 2013 ha
eletto i seguenti organi sociali:
PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE
- Dott.
Domenico Di Prinzio
CONSIGLIO DIRETTIVO
- Dott. Domenico Di Prinzio - Presidente
- Dott.ssa Giuseppina Di Cola - Cassiere
- Candida Talone - Segretario
- Vincenzo Franchetti - Capobanda
- Antonino Cipolla - Consigliere
- Giulio Travaglini - Consigliere
- Nicoletta De Camillis - Rappresentante dei genitori
COLLEGIO DEI GARANTI
- Prof. Piero Belfatto - Presidente
- Luigi Capuzzi - Consigliere
- Simone Ferrari - Consigliere |
Comunicato Stampa Associazione Musicale "Mosé Ricci"
Ennio Pantaleo, il più giovane patriota della Brigata Maiella
di
Ezio Pelino
Il presidente della Repubblica ha ricevuto, il 4 novembre scorso, i
reduci della Brigata Maiella. Fra essi il più giovane. Ennio
Pantaleo aveva allora solo 14 anni, oggi si direbbe un bambino. A
quattordici anni è assurdo pensare di potersi arruolare. Ma se la
volontà è forte, si inventano bugie. Si dichiara di avere l’età giusta.
E in quelle circostanze di estrema emergenza non si sta a chiedere
documenti e a sottilizzare. D’altra parte, lui la guerra la conosceva
già e come lui la conoscevano persino donne e bambini, perché per la
prima volta nella storia la guerra non si faceva in trincea. Gli aerei
colpivano dovunque, portavano distruzione e morte senza fare distinzione
di età e di sesso. Ennio Pantaleo per arruolarsi ingannò il
Comandante della Brigata Maiella Ettore Troilo. Nessuno se ne accorse:
era già abbastanza alto e anche il viso non era da ragazzino. Anche se
successivamente venne scoperto, il Comandante non volle umiliarlo
rispedendolo a casa.
Ennio aveva visto per la prima volta i maiellini
in piazza Garibaldi, a Sulmona, circondati dalla folla curiosa e
festante. Era il 9 giugno del ’44. Era la liberazione, la fine della
guerra, la fine della paura, del terrore, che dall’armistizio e
dall’occupazione tedesca, era diventato un incubo collettivo, un’immane
tragedia. Fu una sorpresa: la città era stata tappezzata con manifesti
di saluto in inglese quando, invece, si vide arrivare una formazione
italiana, mal vestita, dall’ armamento più vario, ma un vero anche se
piccolo esercito. Superata l’incredulità, furono calorosi i
festeggiamenti. Fu in questa circostanza che Ennio cominciò ad
interessarsi a questa sorta di compagnia di ventura, per maturare
lentamente il grande passo di essere uno di loro.
Lui non era vissuto nella bambagia. Per
curiosità e per fame girava in bicicletta per le campagne in cerca di
qualcosa da mangiare, verdure ed erbe. Un po’ di latte per il padre
malato se lo procurava dai nonni a Fonte D’Amore, vicino al campo di
concentramento. Un prigioniero fuggiasco se l’era portato a casa con
incosciente generosità e dovevano “dividere con lui il pane che non
c’era”. Si era salvato per un puro miracolo dal feroce bombardamento
di piazza Garibaldi. I tedeschi gli avevano una volta sparato e in
un’altra occasione lo avevano pestato ben bene. Era la prima volta che
vedeva una formazione partigiana. Infatti, nella nostra zona non avevano
operato formazioni armate. Tutte quelle bande, di cui si è favoleggiato,
sono nate dopo la guerra, come il moltiplicarsi di garibaldini dopo le
imprese di Garibaldi. Liberata la regione, la Brigata si sarebbe dovuta
sciogliere e i volontari sarebbero dovuti tornare a casa, dove li
attendevano gli affetti e l’enorme compito di ricostruire dalle macerie
le case, i paesi e riprendere le attività economiche. Ma successe quello
che forse nessuno si sarebbe aspettato, una cosa incredibile. Invece di
tornare a casa, continuò a risalire la penisola. E a Recanati, in
previsione dell’ultima decisiva spallata da dare ai tedeschi
rafforzatisi dietro una nuova linea difensiva, la linea Gotica, promosse
una campagna di nuovi arruolamenti. In quei giorni Ennio Pantaleo matura
la decisione di farsi soldato.
Sarà il più giovane della Brigata. L’amore per
la mamma e una tenerezza particolare per la sorellina (si commuove
ancora oggi nel ricordarla mentre addentava con l’avidità della fame la
pagnotta che lui aveva rubato ai tedeschi rischiando la vita) non gli
impediscono di scappare di casa con un compagno per raggiungere
Recanati con un avventuroso autospot. La mamma, angosciata, andrà
con un viaggio altrettanto fortunoso, dati i mezzi pubblici inesistenti,
a riprenderselo e riportarlo a casa. L’abbraccio fra i due sarà
fortemente drammatico. Il ragazzo soldato piange abbracciato alla madre.
Ma non torna indietro. E così Ennio seguì la Brigata nella sua
avanzata verso il nord, oltre la linea Gotica, attraverso il fuoco
delle battaglie. Il 21 aprile del ’45 la Maiella entrava finalmente a
Bologna. Per prima. Quell’avventura straordinaria, tragica ed eroica
di una formazione del tutto atipica aveva vittoriosamente termine.
La Provincia di Chieti consegna un premio di riconoscimento a Toni
Belfatto
di
Barbara Del Fallo
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www.tonibelfatto.it
Toni Belfatto e il presidente della provincia di Chieti Enrico Di
Giuseppantonio
E’ la Provincia di Chieti a consegnare un premio di
riconoscimento a Toni Belfatto, dermopigmentista sperimentale
nonché insegnante di dermopigmentazione da anni impegnato nella
sperimentazione e nella ricerca in materia di tricopigmentazione,
specializzazione brevettata dallo stesso Belfatto e dal suo collega
Ennio Orsini, considerata un prezioso strumento per il benessere
psicofisico di tutti quanti vi ricorrono, trattandosi di un tatuaggio
paramedicale che ha lo scopo di nascondere gli inestetismi provocati da
calvizie o da cicatrici di ogni genere.
“A Toni Belfatto giovane talento della nostra terra per portare
alto il nome della provincia di Chieti e dell’intero Abruzzo nel mondo”,
così recita la motivazione con la quale il presidente Enrico Di
Giuseppantonio, in rappresentanza dell’intera amministrazione
provinciale, ha deciso di riconoscere l’operato del professionista
abruzzese.
Reduce, non a caso, dal convegno medico-scientifico
di Città del Messico di ottobre scorso (leggi)
sulle novità nel campo della dermopigmentazione estetica, il
rappresentante italiano dell’estetica nel mondo con queste parole
commenta il riconoscimento della Giunta provinciale: “Questo
premio mi rende ancora più orgoglioso di essere abruzzese in quanto
mostra l’attenzione che i nostri organi istituzionali prestano a tutti
quei professionisti che si impegnano quotidianamente nella ricerca,
nella formazione e nella sperimentazione nel campo dell’estetica e non
solo”.
Già insignito a marzo scorso di un Attestato di Benemerenza per
la ricerca e l’impegno nel campo dell’estetica dalla Confartigianato
Avezzano, l’ambasciatore delle nuove tendenze di moda estetica
internazionale spiega come “la tricopigmentazione è una soluzione
innovativa, poco conosciuta quanto efficace e comoda. Attualmente è
praticata da pochissimi dermopigmentisti specialisti. Per tale motivo mi
spendo da anni sulla formazione di nuovi professionisti del settore che
possano soddisfare in maniera competente e utile le richieste di un
pubblico sempre più attento e informato”.
Il suo impegno nel settore della medicina estetica si
traduce nella fondazione, ad agosto di quest’anno, dell’AIDER,
associazione italiana dermopigmentazione che ha come principali finalità
quelle di rendere mutuabili quei trattamenti richiesti e praticati per
l’insorgere non di un vizio estetico ma di una vera e propria patologia
quali alopecia universale e areata, vitiligine e tante altre, di
ottenere la copertura assicurativa per i danni subiti dai clienti che si
rivolgono a operatori del settore che non posseggono il know how
completo sull’utilizzo della tecnica e di proporre iniziative
legislative che colmino il vuoto normativo e di conseguenza facciano
chiarezza su un mondo ancora offuscato da tanta ambiguità e da tanta
confusione.
“Penso che nella vita le persone possano lasciare segni o cicatrici
– conclude Toni Belfatto – per quanto mi riguarda spero di
lasciare un segno positivo nel mondo della dermopigmentazione”.
Svecciatoio in legno degli anni 50 della 'P. Ballarini e Figli'
Svecciatoio in legno degli anni 50 della "P. Ballarini e Figli" di Sassuolo, prima fabbrica italiana
(casa fondata nell'anno 1884) di svecciatoi per grano,
separori per riso e decuscutori da semi.
Lo svecciatoio da grano separa i chicchi dalle impurità
e da altri semi e poi li seleziona nelle varie
dimensioni destinate alla macinatura o agli animali.
A NA CERTA ETA' - Terzo Memorial Nico Consalvo
Rappresentazione teatrale a cura dell'Ass. Amici di
S. Domenico. Ingresso 5 euro previa prenotazione posti. Evento organizzato dall'Ass. "Noi e Gli
Angeli - Nico Consalvo" con il patrocinio del Comune di Casoli
Link correlati
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Eventi Inverno 2013/2014 a Casoli
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Nota (ndr): per quanto
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pubblicazione nei termini e modi indicati nel
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coinvolti in vicende giudiziarie (art.13
D.P.R. 22/09/88 n.448 ed art.50 D.L. 30/06/03
n.196, che estende il divieto anche ai casi
di coinvolgimento a qualunque titolo del minore
in procedimenti giudiziari in materie
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