|
IL TERREMOTO DEL 1933 E LA BAMBINA DI ALTINO CHE SCAMPO' ALLA MORTE
LA TERZA SCOSSA DEL 26 SETTEMBRE 1933, CON EPICENTRO NELLA MAIELLA, FU FORTISSIMA. IL TETTO SULLA STANZA DELLA BIMBA CROLLO' LASCIANDOLA MIRACOLOSAMENTE INDENNE
E' la storia di Anastasia Edda Rossetti, che oggi vive a Casoli, ma all'epoca aveva 7 anni e abitava ai Colli di Altino (CH). Era ancora notte, quando la madre prese la conca in cucina e si allontanò per andare a prendere l'acqua ad una fontana non molto lontana dall'abitazione. Aveva deciso di preparare i dolci da donare alla "conocchia" della festa dei Santi Medici Cosma e Damiano (che si festeggia anche nella vicina Roccascalegna); molto probabilmente rimase sveglia tutta la notte a causa delle prime due scosse (una all'1:15 e l'altra alle 3:11). I primi due eventi sismici però, essendo di minore intensità, non destarono una forte preoccupazione e quindi la donna lasciò la figlia dormire al piano di sopra, accanto alla stanza dei nonni. Non poteva immaginare però, che dopo un'ora e mezza circa, sarebbe arrivata la terza onda sismica delle ore 4:33, sempre con epicentro nella Maiella (classificata del IX grado della scala Mercalli) che, con tutta la sua violenza, proprio mentre si allontanò da casa, procurò il crollo del tetto in corrispondenza della stanza della bimba, la quale, dopo il forte boato, si ritrovò al buio e chiusa in uno spazio molto ristretto formatosi da tre porzioni di solaio del controsoffitto (con travetti in ferro), caduti a capanna sul letto, formando in questo caso, una specie di piramide protettiva, contro il crollo del resto della copertura. Il letto si piegò in due chiudendo la bambina tra il materasso: "Ero al buio e circondata da circa 150 mattoni - racconta Edda - ma ad un certo punto iniziai a vedere il cielo attraverso le fessure". Restò immobile lì sotto fino alle prime luci del sole, ci volle infatti qualche ora per estrarla delicatamente dalle macerie, ma la sorpresa e la gioia di vederla uscire illesa, senza un minimo graffio, fece subito gridare i soccorritori al miracolo. Gli abitanti dei Colli che ebbero gli edifici danneggiati, furono ospitati dai vicini e così anche la famiglia di Edda si traferì temporaneamente in una delle case che non subì danni. Anche a Casoli ci furono crolli e lesioni gravi ad alcuni edifici, soprattutto nel Centro Storico, dove le case erano più antiche rispetto a quelle di Corso Umberto I, dove però, due abitazioni contigue, di fronte all'asilo delle Suore, si separarono aprendo uno squarcio di circa 20-30 cm. Non subì invece nessun danno il Palazzo Scolastico, allora in corso di costruzione e già ultimato in tutte le sue parti strutturali. Ma di questo ne parlammo abbondantemente già all'epoca della famosa votazione in rete del 2003, il sondaggio aperto su casoli.org in seguito alla chiusura dell'edificio nel 2002. Al violento terremoto del 26 Settembre del 1933, fu dato il nome di “Terremoto della Maiella”. In passato sempre nella stessa zona, con epicentro nella Maiella, il 3 novembre del 1706 si erano avute altre scosse con migliaia di vittime. Quella notte, come già accennato precedentemente, ci furono tre scosse. La prima alle ore 1:15, la seconda più forte alle ore 3:11, che fu avvertita nei comuni delle province di Chieti, L’Aquila e Pescara. La terza, più potente ancora, arrivò di mattina alle 4:33 e colpì maggiormente i paesi ubicati alle falde della Maiella. "Fu classificata del IX grado della scala Mercalli cioè 'distruttiva'. - si legge in un articolo de 'Il Centro' del 29 Dicembre 2009, uscito otto mesi circa dopo il sisma de L'Aquila - I danni maggiori si ebbero nei comuni di Lama dei Peligni, Taranta Peligna, Fara San Martino e Civitella Messer Raimondo, - continua l'articolo - tutti ricadenti nella Valle del fiume Aventino. I danni riportati dagli edifici furono ingenti, con numerosi crolli, ma il numero delle vittime fu limitato, anche perché le scosse precedenti fecero allontanare la popolazione dalle loro case. L’ospedale di Popoli composto da 17 vani, fu distrutto. I morti furono dodici, di cui due a Casalincontrada, sette a Lama dei Peligni e tre a Taranta Peligna. In definitiva furono 65 i comuni colpiti dal sisma parzialmente o totalmente danneggiati."
Il Palazzo Scolastico fotografato nella primavera del 1933. Dopo l'evento sismico non subì alcun danno
|
|||||