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Rita Bernardini indagata dalla Procura di Lanciano
L'onorevole dichiarò nel Maggio 2009 che Severino Mingroni è "vittima dell'ottusità dei medici della ASL". Seguono le dichiarazioni di Severino.
L'onorevole
Rita Bernardini, è indagata dalla
Procura
di Lanciano
per avere
dichiarato che
Severino Mingroni è stato vittima della ottusità dei medici della ASL,
in quanto non lo ammisero al voto
domiciliare (come da legge approvata), considerandolo
trasportabile. Di seguito il testo della dichiarazione di Rita Bernardini, deputata radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati: "Il Comune di Perugia ha meritoriamente prorogato al 23 maggio il termine scaduto ieri per l’ammissione al voto domiciliare dei disabili intrasportabili. Non solo, sul suo sito www.comune.perugia.it è possibile trovare tutte le informazioni, compresi i telefoni delle ASL e il modulo per presentare la domanda. Questo vuol dire due cose: la prima, è che laddove c’è volontà di rispettare i principi costituzionali la macchina amministrativa dello Stato riesce ad essere al servizio dei cittadini; la seconda, è che il termine per presentare la domanda “20 giorni prima del voto” è un termine ordinatorio e non perentorio come ci ha confermato questa mattina il Consigliere del Quirinale, Dott. Alberto Ruffo, un termine cioè che i comuni possono prorogare. D’altra parte sono pochissimi - visto che sull’argomento non è stata data alcuna informazione televisiva da parte del Ministero degli Interni - coloro che sanno dell’approvazione della legge n. 46 recentissimamente votata dall’unanimità del Parlamento, legge che consentirebbe (e il condizionale è d’obbligo viste le gravi carenze della macchina dello Stato) ai disabili gravissimi, impossibilitati ad allontanarsi dalla loro abitazione, di poter votare a casa. Sono altresì sicura – e mi assumo personalmente la responsabilità di quello che dico, rinunciando ad ogni forma di immunità parlamentare - che il candidato della Lista Bonino-Pannella Severino Mingroni, al quale è stata negata la possibilità di votare a casa, sia vittima dell’ottusità dei medici della Asl in cui ricade il Comune abruzzese di Casoli; basta vedere il filmato del suo voto alle regionali dello scorso anno per comprendere a quali rischi fisici dovrebbe sottoporsi per votare alle prossime europee." LA DICHIARAZIONE DI SEVERINO Non so quando i Giudici di Lanciano processeranno Rita, ma vorrei che, in quella occasione, ascoltassero la seguente mia dichiarazione, che qui possono leggere con l'ipertesto: Illustrissime Signore Giudici e illustrissimi Signori Giudici di Lanciano, sono Severino Mingroni, un disabile gravissimo, residente nella vicina Casoli, con la sindrome di locked-in, grazie ad una trombosi alla arteria basilare con il conseguente ictus devastante che, tra le altre cose, mi ha reso anche tetraplegico e muto da circa 15 anni. I disabili come me, si definiscono pure con la sindrome del chiavistello in italiano o, brevemente, sono detti con la LIS, che è l'acronimo inglese della nostra sindrome. Grazie ad Internet, ho conosciuto virtualmente miei compagni di sventura in Europa e, anche di persona, familiari italiani di disabili con la LIS che sono venuti da me. Siamo persone molto sfortunate, ma io invidio una di esse in modo particolare: l'olandese Wim Tusveld. I disabili con la LIS, non hanno tutti le stesse menomazioni fisiche: Wim, ad esempio, a differenza di me, muove ancora abbastanza le dita di una mano, e con esse comanda bene la sua sedia elettronica; quindi, va in giro autonomamente, soprattutto perchè l'Olanda è pianeggiante e priva di barriere architettoniche, non proprio come Casoli e l'Italia intera; e così, guardo con una certa invidia le sue foto su Facebook di lui che va a spasso con o senza moglie, o amici; ma non finisce qui, perchè Wim ci vede e ci sente benissimo, mentre io all'orecchio sinistro già non ci sento più, ho l'occhio destro quasi cieco, quello sinistro sempre aperto e arrossato; quindi, lui, può permettersi pure un piccolo computer sul tavolino della sua sedia elettronica; insomma, il disabile olandese con la LIS, va a spasso e comunica in perfetta autonomia. Purtroppo, io non muovo alcune dita come Wim, ma solo la testa, e non vivo nella sua pianeggiante Olanda senza barriere architettoniche! In più, sempre a differenza di lui, avevo già una pessima vista da normodotato, aggravatasi dopo il mio ictus diabolico del 22 ottobre 1995; grazie ad esso, infatti, l'occhio buono di sinistra è sempre aperto e, quindi, più o meno arrossato; i medici lo chiuderebbero volentieri, se solo quello destro non fosse quasi cieco. E poi, anche se volessi non di rado avventurarmi per i sali e scendi di Casoli, non privi di barriere architettoniche, vi chiedo: chi mi porterebbe faticosamente in giro per il paese? Visto e considerato tutto ciò, mi sono detto: ma, allo Stato, non converrebbe fare votare a casa i disabili gravissimi -con o senza LIS-, economicamente soprattutto, che, invece, portarli al seggio e riportarli a casa? Di conseguenza, con un video girato il 14 dicembre 2008, in occasione del mio voto per le Regionali abruzzesi, mi sembrava di avere ben documentato quale “tortura democratica” fosse per un disabile gravissimo essere trasportato al seggio e tornare a casa, e mi sono chiesto, allora come adesso: quanto costerebbe allo Stato questa “tortura democratica”? Non risparmierebbe molto facendomi votare a casa, oltre al fatto che io non rischierei niente fisicamente, e che non bisognerebbe mai tener conto delle condizioni meteorologiche? Tuttavia, risparmio e ragionevolezza, non sembrano proprio caratteristiche frequenti del nostro Stato. Una ulteriore conferma l'abbiamo dal comma 1 dell'Articolo 29 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, riguardante il nostro diritto di voto, che così recita: “In occasione di consultazioni elettorali, i comuni organizzano i servizi di trasporto pubblico in modo da facilitare agli elettori handicappati il raggiungimento del seggio elettorale”. E' vero che DURA LEX SED LEX, ma tutti i disabili gravissimi sono trasportabili: persino Piergiorgio Welby lo è stato il 12 giugno 2005 grazie ai miei amici radicali, in occasione del voto per il referendum sulla Legge 40. Per quanto mi riguarda, pure se il Comune di Casoli rispettasse il comma 1 dell'Articolo 29 della Legge suddetta, non mi farei trasportare al seggio, poiché ritengo più economico e ragionevole farmi votare a casa. Per concludere, dico che forse, secondo me, questo comma andrebbe rivisto e dovrebbe tener conto finalmente delle seguenti due caratteristiche: economicità e ragionevolezza. Severino Mingroni
Inserito da Redazione il 22/08/2010 alle ore 12:28:17 - sez. DiversAbili - visite: 8758
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