L'onorevole
Rita Bernardini, è indagata dalla
Procura
di Lanciano
per avere
dichiarato che
Severino Mingroni è stato vittima della ottusità dei medici della ASL,
in quanto non lo ammisero al voto
domiciliare (come da legge approvata), considerandolo
trasportabile.
I PM di Lanciano indagano anche
Maria Antonietta
(onorevole Farina Coscioni) per essere responsabile del sito
www.lucacoscioni.it
dove è stata pubblicata la dichiarazione della deputata radicale.
Di
seguito il testo della
dichiarazione di Rita Bernardini, deputata radicale, membro della
Commissione Giustizia della Camera dei Deputati:
"Il
Comune di Perugia ha meritoriamente prorogato al 23 maggio il termine
scaduto ieri per l’ammissione al voto domiciliare dei disabili
intrasportabili. Non solo, sul suo sito
www.comune.perugia.it
è possibile trovare tutte le informazioni, compresi i telefoni delle ASL
e il modulo per presentare la domanda. Questo vuol dire due cose: la
prima, è che laddove c’è volontà di rispettare i principi costituzionali
la macchina amministrativa dello Stato riesce ad essere al servizio dei
cittadini; la seconda, è che il termine per presentare la domanda “20
giorni prima del voto” è un termine ordinatorio e non perentorio come ci
ha confermato questa mattina il Consigliere del Quirinale, Dott. Alberto
Ruffo, un termine cioè che i comuni possono prorogare.
D’altra
parte sono pochissimi - visto che sull’argomento non è stata data alcuna
informazione televisiva da parte del Ministero degli Interni - coloro
che sanno dell’approvazione della legge n. 46 recentissimamente votata
dall’unanimità del Parlamento, legge che consentirebbe (e il
condizionale è d’obbligo viste le gravi carenze della macchina dello
Stato) ai disabili gravissimi, impossibilitati ad allontanarsi dalla
loro abitazione, di poter votare a casa.
Sono altresì sicura
– e mi assumo personalmente la responsabilità di quello che dico,
rinunciando ad ogni forma di immunità parlamentare -
che il candidato della Lista Bonino-Pannella Severino Mingroni, al quale è
stata negata la possibilità di votare a casa, sia vittima dell’ottusità
dei medici della Asl in cui ricade il Comune abruzzese di Casoli; basta
vedere il filmato del suo voto alle regionali dello scorso anno per
comprendere a quali rischi fisici dovrebbe sottoporsi per votare alle
prossime europee."
LA DICHIARAZIONE DI SEVERINO
Non
so quando i Giudici di Lanciano processeranno
Rita, ma vorrei che, in quella occasione, ascoltassero la
seguente mia dichiarazione, che qui possono leggere con l'ipertesto:
Illustrissime Signore
Giudici e illustrissimi Signori Giudici di Lanciano,
sono Severino Mingroni,
un disabile gravissimo, residente nella vicina Casoli, con la sindrome
di locked-in, grazie ad una
trombosi alla arteria basilare con il conseguente
ictus devastante che, tra le altre cose, mi ha reso anche tetraplegico e
muto da circa 15 anni. I disabili come me, si definiscono pure con la
sindrome del chiavistello in italiano o, brevemente, sono detti con la
LIS, che è l'acronimo inglese della nostra sindrome. Grazie ad Internet,
ho conosciuto virtualmente miei compagni di sventura in
Europa
e, anche di persona, familiari italiani di disabili con la LIS che sono
venuti da me. Siamo persone molto sfortunate, ma io invidio una di esse
in modo particolare: l'olandese Wim Tusveld.
I disabili con la LIS,
non hanno tutti le stesse menomazioni fisiche: Wim, ad esempio, a
differenza di me, muove ancora abbastanza le dita di una mano, e con
esse comanda bene la sua sedia elettronica; quindi, va in giro
autonomamente, soprattutto perchè l'Olanda è pianeggiante e priva di
barriere architettoniche, non proprio come Casoli e l'Italia intera; e
così, guardo con una certa invidia le sue foto su Facebook di lui che va
a spasso con o senza moglie, o amici; ma non finisce qui, perchè Wim ci
vede e ci sente benissimo, mentre io all'orecchio sinistro già non ci
sento più,
ho l'occhio destro quasi cieco, quello sinistro sempre aperto e
arrossato; quindi, lui, può permettersi pure un
piccolo computer sul tavolino della sua sedia elettronica; insomma, il
disabile olandese con la LIS, va a spasso e comunica in perfetta
autonomia.
Purtroppo, io non muovo
alcune dita come Wim, ma solo la testa, e non vivo nella sua
pianeggiante Olanda senza barriere architettoniche! In più, sempre a
differenza di lui,
avevo già una pessima vista da normodotato,
aggravatasi dopo il mio ictus diabolico del 22 ottobre 1995; grazie ad
esso, infatti, l'occhio buono di sinistra è sempre aperto e, quindi, più
o meno arrossato; i medici lo chiuderebbero volentieri, se solo quello
destro non fosse quasi cieco. E poi, anche se volessi non di rado
avventurarmi per i sali e scendi di Casoli, non privi di barriere
architettoniche, vi chiedo: chi mi porterebbe faticosamente in giro per
il paese? Visto e considerato tutto ciò, mi sono detto: ma, allo Stato,
non converrebbe fare votare a casa i disabili gravissimi -con o senza
LIS-, economicamente soprattutto, che, invece, portarli al seggio e
riportarli a casa?
Di conseguenza,
con un video girato il 14 dicembre 2008, in
occasione del mio voto per le Regionali abruzzesi, mi sembrava di avere
ben documentato quale “tortura democratica” fosse per un disabile
gravissimo essere trasportato al seggio e tornare a casa, e mi sono
chiesto, allora come adesso: quanto costerebbe allo Stato questa
“tortura democratica”? Non risparmierebbe molto facendomi votare a casa,
oltre al fatto che io non rischierei niente fisicamente, e che non
bisognerebbe mai tener conto delle condizioni meteorologiche?
Tuttavia, risparmio e
ragionevolezza, non sembrano proprio caratteristiche frequenti del
nostro Stato. Una ulteriore conferma l'abbiamo dal comma 1 dell'Articolo
29 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, riguardante il nostro diritto di
voto, che così recita: “In occasione di consultazioni elettorali,
i comuni organizzano i servizi di trasporto pubblico in modo da
facilitare agli elettori handicappati il raggiungimento del seggio
elettorale”. E' vero che DURA LEX SED LEX, ma tutti i disabili
gravissimi sono trasportabili:
persino Piergiorgio Welby lo è stato il 12 giugno 2005 grazie ai miei
amici radicali, in occasione del voto per il
referendum sulla Legge 40.
Per quanto mi riguarda,
pure se il Comune di Casoli rispettasse il comma 1 dell'Articolo 29
della Legge suddetta, non mi farei trasportare al seggio, poiché ritengo
più economico e ragionevole farmi votare a casa. Per concludere, dico
che forse, secondo me, questo comma andrebbe rivisto e dovrebbe tener
conto finalmente delle seguenti due caratteristiche: economicità e
ragionevolezza.
Severino Mingroni