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Di seguito gli Articoli, i Video e le Immagini pubblicati nella giornata richiesta.
Da Sabato 28 Aprile a Martedì 1 Maggio 2012 il film "BIANCANEVE" al
Cinema Comunale
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BIANCANEVE |
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Dopo la scomparsa dell'amatissimo Re,
la perfida moglie assume il controllo del regno e tiene
la bellissima figliastra diciottenne, Biancaneve,
rinchiusa nel palazzo. Ma quando la principessa
conquista il cuore di un affascinante e ricco principe,
la gelosa Regina relega la ragazza in una foresta.
Biancaneve trova ospitalità presso una simpatica gang di
sette nani ribelli e generosi, che la aiutano a trovare
il coraggio di lottare per salvare il suo paese dalla
Regina Cattiva. |
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- Sabato 28 e Domenica 29
Aprile alle ore:
17,30 -
19,30 - 21,30 |
- Lunedì 30 Aprile e Martedì 1 maggio
alle ore:
17,30 - 21,30 |
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Ingresso E. 4,50 Martedì
ingresso donne E. 2,50
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Info:
www.cinemagarden.it
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Oggi si torna a camminare sul Sentiero della libertà
di
Ezio Pelino
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Leggi il programma 2012
Il “Sentiero della libertà” è giunto felicemente alla
XII edizione. A chi quel sentiero lo ha ideato tornano i ricordi della
prima edizione. Era tanto allora l’ entusiasmo ma altrettanta era la
preoccupazione. C’era tutto da inventare. A cominciare dal percorso. Gli
ex prigionieri inglesi , nostri interlocutori, volevano raggiungere e
guadare il mitico Sangro, il fiume di frontiera bagnato di sangue, noi
raggiungere Casoli, nel ricordo delle ardite traversate della Majella e
delle eroiche guide sulmonesi. Appariva più che problematico, un impegno
ciclopico per una scuola, traghettare centinaia di persone attraverso la
Majella, assicurare loro pasti caldi e ospitalità per la notte in paesi
le cui amministrazioni comunali, nel migliore dei casi, erano
impreparate, nelle peggiori, erano infastidite, se non ostili. Ma non ci
scoraggiammo. Gli incontri, le riunioni, le concertazioni si
susseguirono. Si coinvolsero istituzioni, enti, associazioni,
volenterosi. Mi galvanizzò, ci galvanizzò, la telefonata di Arrigo Levi
che ci annunciava che il Presidente della Repubblica aveva accolto con
entusiasmo l’invito e che Ciampi, per l’occasione, si era ricordato del
suo diario sulla traversata della Maiella con Carlo Autiero e il
fratello e ci informava che quella preziosa testimonianza ci era stato
spedita. La pubblicammo immediatamente e successivamente se ne interessò
la Laterza che provvide ad una seconda edizione. La logistica per la sua
complessità fu affidata ad un esperto. A chi, se non a un generale? Il
generale Fontecchio, che svolse egregiamente il suo arduo compito.
Finalmente arrivò quel giorno festoso e solenne del 17 maggio del 2001.
La piazza era piena di gente. Centinaia erano gli ex-prigionieri con i
loro famigliari. Erano inglesi, canadesi, sudafricani, neozelandesi. E,
sul palco, Carlo Azeglio Ciampi. Era tornato nella terra che, fuggiasco,
lo aveva accolto. Era dal 1957 che Sulmona non ospitava un Capo dello
stato. Se la visita di Gronchi era legata al Bimillenario ovidiano,
quella di Ciampi aveva tutt’altra storia. Veniva a ricordare e ad
inaugurare quel sentiero che, nel marzo del ’44, egli stesso aveva
percorso per ricongiungersi al suo reparto e partecipare alla
liberazione dell’Italia. Era il sentiero dei prigionieri alleati evasi e
di coloro che fuggivano l’oppressione nazista. E il Presidente ricordò:
“Anch’io fui uno di loro. Lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano
accolto come un fratello, la sera del 24 marzo del 1944. In quelle
giornate, in quei mesi di tragedia e di gloria, le popolazioni di queste
regioni diedero prova di straordinario eroismo e di grande spirito
umanitario”.
Anche quest’anno, da oggi 27 aprile, centinaia di giovani si mettono in
cammino, attraverso la Majella, dentro l’epopea degli uomini, dentro la
storia. Sui passi di coloro che fuggivano dalle terre abruzzesi divenute
“straniere”, che violavano la micidiale linea Gustav, presidiata dai
tedeschi. Il sentiero racconta tante storie. Molti, comprese le guide,
finirono prigionieri e furono deportati in Germania. Una lapide al
valico del Guado di Coccia, già rimossa per la costruzione della
seggiovia, ricollocata dalla scuola, ricorda un eroe solitario, il
tenente dell’aeronautica Ettore De Corti, ucciso dai tedeschi perché
reagì sparando con la pistola ad una pattuglia tedesca, mentre i
compagni fuggirono e qualcuno, poi, si inventò una banda armata mai
esistita. A Taranta Peligna, il sacrario testimonia l’incredibile storia
della Brigata Maiella, che ripercorrendo il sentiero in senso contrario,
volle continuare a combattere per l’Abruzzo e oltre l’Abruzzo, fino a
Bologna.
Ezio Pelino
Giovane Italia Valle Aventino sul 25 Aprile
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Foto tratta dal sito
www.bertapiero.it
“Il 25 aprile dovrebbe essere un giorno per
ricordare i morti causati dalla guerra civile, non un'occasione per
festeggiare la vittoria di una parte sull’altra.” Commenta così
Armando Travaglini, presidente della Giovane Italia Valle Aventino.
“Ricordare tutti i martiri della guerra civile e non solo chi era tra
i vincitori è un dovere. - Afferma Travaglini -
Festeggiare la fine di una guerra fratricida fra italiani non è il modo
migliore di unire il Paese e onorare la storia. La storia non può essere
cancellata dalla politica e da chi ha nascosto per anni e tuttora
continua a nascondere le pagine più buie della resistenza e
dell’arrivo degli alleati. Pagine di storia come la strage di
Canicattì e il massacro di Biscari per opera degli americani
su civili e militari italiani non possono più essere nascoste, né
tantomeno le stragi e massacri perpetrati dai partigiani sui militari
dell’esercito regolare italiano e sui volontari della Repubblica di Salò,
tra le tante la strage di Oderzo e l’eccidio dei Monti Manfrei.
Le molte ausiliarie di Salò stuprate e torturate dai partigiani dopo
la fine del conflitto mentre tornavano a casa. Stragi nascoste ai
libri di storia e agli Italiani per anni”. Afferma il presidente dei
giovani del PDL.
“Questo - conclude Travaglini - non vuol dire
dimenticare le morti di molti partigiani e civili causate dai nazisti,
soprattutto nelle nostre zone, ma dare la giusta dimensione ad una
guerra civile che fece vittime tra entrambi gli schieramenti.
Vittime italiane, fratelli e amici che si uccidevano l’un l’altro. Il 25
aprile sia un’occasione per ricordare tutti i morti della guerra
civile solo così può iniziare un tentativo di riconciliazione nazionale.
Il 25 aprile unisca invece di dividere.”
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