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Palazzo Scolastico, la Sovrintendenza salta il referendum
Quello che conta ora è la Sovrintendenza il cui parere sarà vincolante per tutto ciò che si vorrà fare dentro e fuori il Palazzo. L’edificio può essere considerato bene storico monumentale

Ex Palazzo scolastico La Sovrintendenza salta il referendum

di Daria De Laurentiis

Casoli - Il destino del Palazzo scolastico è ancora tutto da decidere. Non basta più sapere che uno su dieci dei votanti al referendum indetto dal giugno scorso aveva scelto di realizzare una piazza e di abbattere lo storico edificio. Quello che conta ora è la Sovrintendenza il cui parere sarà vincolante per tutto ciò che si vorrà fare dentro e fuori il Palazzo, piazze o centri polivalenti che siano. L’edificio può essere considerato bene storico monumentale. La valutazione dell’ex sede delle scuole elementari, inaugurata nel 1933 è stata richiesta dall’amministrazione comunale dopo un’attenta valutazione dell’origine dell’edificio. «In base alla normativa vigente - spiega il sindaco, Sergio De Luca (Pd), - questa struttura può essere considerata di valore storico e monumentale e avere dei vincoli storico-paesaggistitci, ecco perché in questi mesi è stata sollecitato più volte una risposta da parte della Sovrintendenza del ministero dei Beni culturali che sta studiando la documentazione e valutando la storicità dell’edificio». In base alla valutazione ufficiale si vedrà che cosa fare. L’amministrazione vorrebbe dar seguito ad un’iniziativa importante anche tenendo conto delle risorse comunali. Il referendum indetto per far scegliere alla popolazione la destinazione più adatta, e ormai risalente allo scorso anno, non ha più avuto alcun seguito. La consultazione avviata il 10 giugno scorso era addirittura slittata più volte fino a chiudersi il 9 ottobre 2008. La partecipazione al voto si era attestata comunque su numeri molto bassi, appena il 10,8 per cento dei potenziali elettori. La scelta era ricaduta sulla piazza al posto dell’edificio. «Quella del referendum voleva essere una procedura democratica che coinvolgesse i cittadini - precisa De Luca - ma a questo punto bisogna aspettare la valutazione del ministero». E le opzioni tornano ad essere diverse, soprattutto in considerazione della capacità di spesa del Comune. Abbattere e ricostruire l’edificio con l’annessa piazza può infatti arrivare a costare almeno 4 milioni di euro, ipotesi attualmente difficile da realizzare considerata la situazione delle casse pubbliche. Ristrutturarlo, invece, risulterebbe più economico: “appena” un milione e 700mila euro.

Fonte: il Centro  del 10-11-2009

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Inserito da Redazione il 11/11/2009 alle ore 07:01:01 - sez. Beni culturali - visite: 5205