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Inserito da Redazione il 29/11/2010 alle ore 11:03:19 - sez. Cronaca - visite: 3727
Genchi a Casoli, questura gli notifica la destituzione dalla Polizia
Genchi a Casoli, questura gli notifica la destituzione dalla Polizia
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libro
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Casoli - Era arrivato a Casoli sabato pomeriggio il poliziotto e tecnico
informatico Gioacchino Genchi per la presentazione del suo libro ed è
stato accolto da un funzionario della questura.
Gli è stata così notificata la convocazione per il Consiglio Centrale di
Disciplina che si terrà l'1 dicembre prossimo al Ministero dell'Interno
per la sua destituzione dalla Polizia di Stato per avere «offeso il
prestigio dell'on. Silvio Berlusconi al Congresso dell'IDV».
Genchi ha ritirato la convocazione e poi ha partecipato, come da
programma, alla presentazione del suo libro. Ha parlato alla platea che
era lì per assistere alla presentazione del volume da 900 pagine e ha
raccontato quello che era appena successo. Il sito Casoli.org riprende
tutto e il video finisce in rete.
«Non ho la serenità», ha ammesso Genchi, «mi accorgo che siamo arrivati
al capolinea, per me è arrivata la telefonata della questura. Nessuno ha
chiamato per me per dire che sono il nipote di Mubarak. Sono arrivati
fin qui perchè sapevano che ero a Casoli, era scritto su Facebook e sul
blog e così dal Ministero dell'Interno il ministro ha incaricato il
questore di Chieti che ha mandato un funzionario per notificarmi, alle
ore 16.10, prima che entrassi qua dentro, la convocazione».
«Dopo 25 anni di onorato servizio», ha continuato Genchi nel suo
intervento dove non sono mancati picchi di rabbia, «dopo che fino
all'anno scorso mi è stato attribuito un punto in più sul voto massimo
per le 'eccezionali doti morali'..... Adesso mi accingo ad essere
destituito per aver offeso l'onore e il prestigio di Silvio Berlusconi».
«Questa è l'accusa», ha spiegato tra i fischi del suo pubblico. «Non
sono stato condannato per aver ucciso ragazzi, non per aver trafficato
droga, non sono stato condannato per i fatti del G8 o per aver menato
manifestanti. Mi sono limitato ad esercitare il diritto di difesa
dall'oltraggio che quell'uomo (Berlusconi, ndr) nel tentativo di
fermarmi e delegittimarmi per quello che stavo facendo nei suoi
confronti e nei confronti dei suoi accoliti mafiosi che lo hanno portato
in Parlamento inscenando il più grande scandalo».
«Hanno tentato in tutti i modi di fermarci», ha continuato Genchi
facendosi portavoce di magistrati e inquirenti. «Ci hanno provato mentre
facevamo le indagini su Dell'Utri e Cuffaro. Entrambi condannati in
primo e secondo grado».
«Quello che racconto l'ho vissuto, purtroppo, ecco perchè rivendico
queste scelte che mi hanno cambiato la vita».
Dopo qualche ore Genchi ha commentato l'episodio anche su Facebook:
«tutte le mie istanze di accesso e le richieste difensive, fra le quali
l'audizione del Ministro Maroni su alcuni punti precisi della
contestazione, sono state respinte» Fonte:
www.primadanoi.it
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