Guardiagrele - Da oltre vent’anni il suo
paesaggio è dominato dai rifiuti che costellano tutti i 12 chilometri
del suo corso dalle ex discariche di Colle Barone e Brugneti in pieno
calanco fino allo sbocco nel fiume Aventino, territorio di Casoli. È il
fosso Laio, dal 1991 ribattezzato il fiume di plastica dopo le
frane che lo travolsero portando a valle migliaia di tonnellate di
rifiuti scaricati negli anni cinquanta. I reati contro l’ambiente
erano allora agli albori, visto che il provvedimento più clamoroso fu
una comparizione davanti al giudice per gli usi civici intimata ai
sindaci di Pennapiedimonte, Guardiagrele e Casoli.
Il gruppo dei Verdi in Regione reagì con
un’interrogazione all’allora presidente Rocco Salini, quindi in
città si costituì un comitato pro Laio tra Wwf, Club
Alpino italiano e Pds. L’indignazione montò tra i
pescatori della domenica, che in quella frana videro chiaramente la fine
di un’epoca, quella della rilassante pesca all’anguilla. Ma a due
decenni da quegli eventi blandi si scopre che l’alveo del Laio è
invaso dagli idrocarburi in concentrazione di circa 15 volte i limiti di
legge, come hanno dimostrato le analisi svolte a luglio in vista
della bonifica. Mentre piombo, ferro, arsenico, solfati e
manganese nel terreno, nella falda e nelle 1.200 tonnellate di
rifiuti superstiti testimoniano che dal dirupo sui calanchi venne
gettato di tutto, compresi i rifiuti ospedalieri oggi trattati alla
stregua di scorie nucleari.
La Regione dovrà pagare milioni per le operazioni
di bonifica richieste dall’Uea nel quadro della messa in sicurezza delle
duecento ex discariche abruzzesi.
Costi che potranno aumentare rispetto ai 2 milioni previsti nel 2008.
Voci di questi giorni parlano di vedute differenti tra l’Arta (Agenzia
regionale per la tutela dell’ambiente) e il Comune, che vorrebbe
raccogliere e selezionare i rifiuti sparsi per chilometri quadrati dal
’91, destinando la parte non pericolosa a un fosso scavato tra i
calanchi in zona esente dal rischio di frane. L’Arta si
orienterebbero per l’asportazione totale e il trasferimento in una
regolare discarica. Diversità di vedute che potrebbe rallentare la
bonifica.
Fonte: "il
Centro" del 10-08-2011
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