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Inserito da Redazione il 09/03/2007 alle ore 17:03:26 - sez. Ambiente - visite: 3072 

Rischio emergenza idrica per l’estate
Rischio emergenza idrica per l’estate

Appello dei Presidenti degli ATO all’Assessore Srour

Allarme siccità per le falde acquifere regionali: i Presidenti delle sei Autorità d’Ambito Abruzzesi fanno appello all’Assessore Regionale con delega al ciclo idrico integrato, Mimmo Srour, per chiedere lo stato di emergenza idrica nella Regione

La situazione meteorologica degli ultimi mesi, infatti, mette seriamente in pericolo il rifornimento idrico delle falde e già a primavera, una drastica diminuzione di portata potrebbe minare il normale servizio di rifornimento di acqua potabile nelle città abruzzesi.
In una nota a firma congiunta, Domenico Panone Presidente ATO 1 Aquilano, Angelo S. Angelosante, Presidente ATO 2 Marsicano, Sandro Ciacchi Presidente ATO 3 Peligno Giorgio D’Ambrosio Presidente ATO 4 Pescarese, Giancarlo di Lucanardo Presidente ATO 5 Teramano ed Enrico di Giuseppantonio Presidente ATO 6 Chietino esprimono forti preoccupazioni per l’emergenza idrica e richiamano l’attenzione dei vertici regionali sulla necessità di agire tempestivamente per ridurre il più possibile il rischio di disservizi, danni e disagi per la popolazione.
Occorre intervenire prioritariamente sulle normative che regolano l’approvvigionamento ed il rifornimento idrico potabile, chiedendo lo stato di emergenza idrica – si legge nella lettera - perché si potrebbe registrare un divario senza precedenti tra disponibilità e fabbisogno idrico, con notevoli disagi per i cittadini”.
Nella zona del Chietino in particolare – ha dichiarato il Presidente dell’ATO 6, Enrico Di Giuseppantonio - salvo straordinarie nevicate o condizioni meteorologiche che agevolino il naturale rifornimento delle falde, saremmo al collasso del sistema di rifornimento idrico, come accadde sei anni fa. Sono seriamente preoccupato e ho già chiesto al gestore di intraprendere tutte le possibili iniziative per prevenire l’emergenza”.

Il testo della lettera che i presidenti degli Ato hanno inviato all'assessore regionale Srour

Preg.mo Assessore Regionale Mimmo Srour,

dalla riunione delle sei Autorità d’Ambito Abruzzesi dello scorso 19 febbraio sono emerse forti preoccupazioni per la situazione meteorologica degli ultimi mesi che ipoteca seriamente la prosecuzione della ricchezza delle nostre falde acquifere presenti sull’intero territorio regionale. Gli attuali livelli di disponibilità di questi contenitori naturali, presentano anticipi di diminuzione di portata che, per i prossimi mesi, creeranno un divario senza precedenti tra disponibilità e fabbisogno idrico.

Tale situazione, in considerazione dell’ormai prossima primavera, salvo straordinarie nevicate o condizione del tempo che agevoli il naturale rifornimento delle falde, fa presupporre un’inevitabile emergenza idrica che, già dai prossimi mesi, potrebbe minare il normale servizio di rifornimento di acqua potabile nelle nostre Città.

Riteniamo di dover agire tempestivamente sull’argomento per minimizzare il rischio di disservizio, di danni e disagi che esso comporta. E’ urgente decidere ora le priorità da intraprendere non appena lo stato di emergenza idrica sarà conclamato intervenendo prioritariamente sulle normative che regolano l’approvvigionamento ed il rifornimento idrico potabile.

Per questo motivo Le chiediamo di intraprendere tutte le iniziative necessarie affinché sia possibile dichiarare lo stato di Emergenza Idrica nella nostra Regione, in modo da intervenire tempestivamente e preventivamente su disagi certi che si andranno a creare con l’arrivo delle stagioni calde. Restiamo a disposizione per ulteriori informazioni in merito, dimostrando già da ora la nostra disponibilità a collaborare alla risoluzione delle problematiche su esposte.

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Crisi idrica. Srour: «non siamo in emergenza ma dobbiamo attrezzarci»

«La crisi idrica potrebbe interessare anche l'Abruzzo, ma, al momento, non c'è bisogno di ricorrere allo Stato. Non siamo nè la Puglia, nè la Sicilia, nè la Sardegna. Considerato il nostro tradizionale ruolo di regione donatrice d'acqua, dovremo essere gli ultimi, se ma ce ne fosse bisogno, a chiedere lo stato d'emergenza».
L'assessore regionale ai Lavori pubblici, preposto al Ciclo idrico integrato, Mimmo Srour, non nasconde i problemi ma, nel contempo, non può che frenare gli allarmismi di gestori ed utenti su possibili chiusure di rubinetti.

Srour, dati alla mano, ha voluto illustrare qual è la situazione contingente in Abruzzo in una conferenza stampa, all'Aquila, già programmata da tempo.
Da quando cioè il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha inviato una circolare a tutte le Regioni invitandole a razionalizzare l'uso dell'acqua ed a stabilire delle priorità.
Annualmente, in Abruzzo, vengono immessi in rete 253.444.270 metri cubi di acqua ma alle utenze ne vengono fatturati solo 105.048.411 con una dispersione idrica del 58 per cento.
Alle perdite fisiche e fisiologiche di rete che coprono circa il 10-25 per cento del totale, vanno infatti ad aggiungersi le cosiddette perdite amministrative che riguardano la mancata fatturazione per edifici ad uso pubblico (uffici della pubblica amministrazione, scuole, impianti sportivi, fontane pubbliche, etc.).
«Siamo tranquilli, dunque, per il momento - ha detto Srour - ma questo non significa non preoccuparci. Anzi. La riforma del sistema idrico rimane uno degli impegni prioritari di questa Giunta. Basti pensare che la ricchezza delle nostre fonti ci consente di immettere in rete quasi il triplo di quanto ci dovrebbe servire. E allora, quali le cause di tali sprechi? E quali i possibili rimedi?».
Per Srour c'è una sola ricetta. Investire di più e presto nel potenziamento infrastrutturale, adeguando la rete ed attivando i quattro potabilizzatori già realizzati ma non ancora in funzione (Vomano, Pescara, Gizio e Trigno), puntare sulla sensibilizzazione dei cittadini-utenti, rivedere le competenze gestionali. I fondi ci sono, anche se quelli relativi al Docup sono stati in serio pericolo. Dall'ultima emergenza idrica di sei anni fa, investimenti ne sono stati fatti pochi.
Degli oltre 30 milioni di euro destinati agli Ato ne sono stati spesi poco più di tre milioni e 600 mila euro (appena il 12,3 per cento).
«Bisogna - ha quindi ribadito Srour - programmare seriamente e razionalmente i lavori da fare affinchè un'ipotetica emergenza estiva non ci trovi impreparati».
Attualmente c'è un gap con la portata media stagionale degli anni precedenti di -1.076 litri al secondo (14,2 per cento).
Nei mesi più caldi si potrebbe aggirare intorno al 25 per cento. Per l'assessore, pertanto, «meglio soluzioni ragionate con effetti a lungo termine che temporanee soluzioni tampone dalla discutibile efficacia».

«REGIONE DALL’ALTO POTENZIALE IDRICO MA… "FACCIAMO ACQUA DA TUTTE LE PARTI"»

«Siamo una regione dall'immenso potenziale idrico - ha ribadito Srour - eppure il nostro sistema distributivo soffre, di carenze strutturali, di deficienze gestionali, di scarsa cultura nell'utilizzo del bene. L'emergenza siccità che di fatto sta interessando, chi più chi meno, tutte le regioni italiane, è un fatto contingente inconfutabile. Ma l'inefficienza della nostra rete - ha aggiunto - è un problema annoso, degenerato col tempo. Ecco perchè questa Giunta sta lavorando su una riforma tout-court del ciclo idrico che dovrebbe portare, in prospettiva, a non dover più soffrire le emergenze che pure, nel contesto di un surriscaldamento del clima, potrebbero essere frequenti».

LA LEGGE DI RIORDINO DEGLI ATO

Per non limitarsi, quindi, a soluzioni tampone, Srour ha ricordato che è in fase di approvazione la legge di riordino del settore che avrà come punti cardine; a)la riduzione degli Ato con l'incorporazione di quello Peligno-Marsicano all'Aquila e di quello Lanciano-Vasto a Chieti (ogni Ato coprirà una popolazione di 300.000 abitanti); b) l'azzeramento dei costi politici sulla tariffa; c) l'istituzione di un'authority terza che vigilerà sull'operato degli Enti.
«La Regione - ha concluso Srour - dovrà riappropriarsi di un proprio ruolo. Se in passato ci fosse stato un qualche tipo di controllo, i quattro potabilizzatori non sarebbero rimasti inutilizzati per ritardi accumulati dalla Sanità nei rilievi sulle acque. Nè una qualche forma di autorità avrebbe consentito agli Enti gestori di essere in più occasioni colpevolmente inadempienti».

Fonte: PrimaDaNoi.it del 10-03-2007
Inserito da  casoli.org  il 10/03/2007 alle ore 17:44:18
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