Su segnalazione di alcuni insegnanti e
dell'amministrazione comunale di Casoli, nel 2014 la compagnia del Teatro Sociale
di Pescara, ha preso in esame un interessante studio
storico-antropologico, relativo al campo di internato per ebrei di
Casoli. Ed è da qui che prende le mosse lo spettacolo "Noa e le stelle"
dove la protagonista è una ragazza ebrea, di nome Noa.
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NOTE DELLA REGIA (2014)
«Nell'autunno del 1943
- dice la regista dello spettacolo Federica Vicino - l'Abruzzo vive una delle
stagioni più cupe della sua storia. La seconda Guerra Mondiale, che per
gli italiani era sembrata conclusa, dopo l'armistizio, entra invece
nella sua fase più drammatica. E a farne le spese è, in particolare, il
nostro paese. Divisa in due dalla Linea Gustav, l'Italia diventa
il teatro dello scontro diretto fra le truppe naziste della Weermacht
e le truppe anglo-americane, che, dopo essere sbarcate in Sicilia,
iniziano una lenta risalita verso nord, con l'obiettivo di liberare la
penisola dall'invasore tedesco. La linea Gustav attraversava
esattamente il territorio abruzzese, tagliandolo a metà, all'altezza del
fiume Sangro. In questa zona, nel periodo a cavallo fra il
mese di settembre e il mese di dicembre del '43 infuria lo scontro
fra le due parti: tedeschi e alleati si affrontano senza nessuno riesca
a prevalere definitivamente sull'altro. La situazione si fa
incandescente e a farne le spese è soprattutto la popolazione locale.
Ortona, Lanciano, Torino di Sangro si ritrovano nell'occhio del ciclone.
E sulla direttrice della linea Gustav c'è anche la cittadina
di Casoli… Ma la storia della Seconda Guerra Mondiale non è
solo questa. Il capitolo più nero, quello dello sterminio degli ebrei,
apre una parentesi, se mai fosse possibile, ancora più drammatica.
L'Italia fascista, con la promulgazione delle leggi razziali,
diviene complice di Hitler nel folle piano dello sterminio degli
ebrei. Su segnalazione di alcuni insegnanti e su sollecitazione
dell'amministrazione comunale di Casoli, - prosegue la regista F.
Vicino - la compagnia del Teatro
Sociale di Pescara ha preso in esame un interessante studio
storico-antropologico, relativo al campo di internato per ebrei che il
regime fascista realizzò a Casoli. Ed è da qui che prende le mosse lo
spettacolo "Noa e le stelle".
«Può un'intera cittadina dell'entroterra
abruzzese passare dall'odio e dalla diffidenza, alla compassione e
all'altruismo, fino a compiere un gesto eroico? La risposta è una
sola, semplice e schietta: la risposta è sì. - dice ancora la
regista Federica Vicino - L'Italia intera, travolta dal
ciclone del conflitto si scoprì incredibilmente solidale e coraggiosa,
permettendo a migliaia di ebrei di scampare agli orrori della
deportazione e del lager. "Noa e le stelle" racconta una di
queste piccole, semplici e grandiose storie di solidarietà ed eroismo di
provincia. Riportando le parole di alcuni protagonisti di vicende
analoghe, in molti ebbero a dire: "Si faceva del bene semplicemente
perchè, a quei tempi , si sentiva la necessità di fare del bene".
La protagonista dello spettacolo - racconta ancora la regista
F. Vicino - è una ragazza ebrea, di nome Noa,
finita non si sa come nel campo di internato di Casoli, si
ritrova a contatto con una cittadinanza sulle prime schiva e ostile.
Col passare del tempo, però, anche grazie alla malcelata benevolenza del
podestà, Mosé Ricci (personaggio storico), l'atteggiamento nei
confronti della ragazza cambia. E quando la situazione si farà
incandescente, tutti, compresa una compagnia di attrici girovaghe,
approdata rocambolescamente in paese, si faranno in quattro per
cercare di salvarle la vita.
Di seguito le
note di due professoresse, Piera Della Morgia e Lilli
Mattoscio e alla fine tutti i nomi dei partecipanti allo
spettacolo.
NOTE DI PIERA DELLA MORGIA (2014)
Dal progetto scolastico "Quello che resta" allo
spettacolo "Noa e le Stelle".
"......apparentemente la memoria era stata perduta ma in realtà il
ricordo era lì......." ed era giusto recuperare ancora questa
memoria, non solo per partecipare ad un concorso. Forse era la
prima volta in cui gli studenti della V A sentivano narrare fatti
ed eventi che immaginavano lontani dal nostro mondo e che vedevano in
film, documentari e foto; proprio come quei casolani che mai prima si
erano accostati a situazioni impensabili, inimmaginabili e di cui forse
non coglievano fino in fondo la drammaticità.
Così nasce prima il progetto “Quello che resta”
realizzato dagli studenti e poi "Noa e le stelle",
realizzato dal Teatro Sociale di Pescara in collaborazione con il
Comune di Casoli. Per non dimenticare quei fatti, che si svolsero
tra il giugno del ‘40 e l'autunno del '43, Per dedicare un
ricordo a quelle donne e a quegli uomini che proprio qui,
a Casoli, lontani dalle loro famiglie e dai loro interessi, avevano
trascorso un periodo di internato “libero” nella nostra cittadina. Per
rendere omaggio a quelle persone che nella loro schietta semplicità,
bontà, si erano rivelate accoglienti, ma per porgere un ricordo “sereno”
anche quei pochi, che per paura, si erano mostrati ostili o
indifferenti.
Abbiamo inteso, così, soffermarci anche su questo aspetto di vita
casolana nel corso della seconda guerra mondiale, ma senza la
pretesa di produrre un saggio storico, di parlare di statistiche,
nomi, date...solo sogni e sentimenti, quelli di tutti coloro che
soffrono quando sono privati della loro dignità e della loro libertà.
(Prof.ssa Della Morgia Piera, Ass. alla Cultura del Comune di Casoli)
NOTE DI
LILLI MATTOSCIO (2004)
Progetto “Quello che resta” (Giornata della memoria 2004).
Era l’autunno del 2003, quando, su sollecitazione dell’allora Preside
dell’Istituto Algeri Marino Prof.ssa Piera Della Morgia, scelsi
di partecipare con la classe V A al concorso sulla Shoah, indetto
dalla Comunità Ebraica di Roma e dal Ministero della Pubblica
Istruzione. Ero convinta che per farsi notare da chi avrebbe
esaminato e valutato gli elaborati, bisognasse evitare il classico
saggio storico e puntare, invece, su qualcosa di autentico e
originale che mettesse in gioco i sentimenti e le emozioni.
Scoprii per caso, consultando un fascicolo edito da un sindacato della
scuola, che a Casoli c’era stato un campo di concentramento.
Apparentemente la memoria era stata perduta, nessuno me ne aveva mai
parlato, ma in realtà il ricordo era lì, sotto una patina polverosa che
custodiva storie lontane, banali e straordinarie insieme, appartenute ad
un’umanità dolente che la guerra e il tempo avevano portato chissà dove.
Un vecchio partigiano (Mario Del Bene), felice di essere utile,
accompagnò me e i miei alunni a cercare i luoghi in cui si era
compiuta la vicenda umana degli internati: il palazzo Tilli,
la sala che di solito fungeva da cinema e teatro e che in quei
mesi accoglieva decine di ebrei , le “Cantine” del centro storico nelle
quali essi consumavano i loro pasti. Ci raccontò del medico che
faceva nascere i bambini e che metteva la sua esperienza e la sua
professionalità al servizio delle puerpere contadine casolane, senza
volere nulla in cambio. Gli ingredienti c’erano tutti, bisognava
solo buttarsi nella straordinaria avventura della "memoria". (Prof.ssa
Lilli Mattoscio dell'Istituto "Algeri Marino" di Casoli)
TESTO E REGIA:
Testo di Federica Vicino e Michele Di Mauro
Regia di Federica Vicino
GLI ATTORI E I
RUOLI:
Valentina Papagna nel ruolo di Noa (la protagonista)
Assunta Dezio nel ruolo di Estrella (la capocomica del circo delle
stelle) e le Stelle (le artiste del circolo delle stelle:
Rita de Bonis (Jolanda)
Irene Marchetta (Carlotta)
Azzurra Cipollone (Judi)
Manuela Francia (Vika)
Katia Desiderio (Iris) e il musicista gitano Alberto Sator Grosso
Luigi Ciavarelli nel ruolo del podestà, Mosè Ricci,
Nicky De Chiara nel ruolo del parroco di Casoli, don Alfredo,
Giorgia Starinieri nel ruolo di Maria, l'amica di Noa
Lorenzo Valori nel ruolo di Yoha, il fratello di Noa
Lino Pisciella nel ruolo del padre di Maria
Daniele Di Masci nel ruolo di un fascista
Carlo Elpidio nel ruolo del Dott. Salomon
Loryana Di Taranto nel ruolo di Donna Lina
Michele Di Mauro nel ruolo del Capitano Norman Schroeder (Wehrmacht)
Dott Davide Leonzio soldato tedesco
Gaetano Caputo un popolano
Cristina Aloisi una popolana
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