Piano di Zona servizi sociali triennio 2007-2009
Approvazione all
Saranno attivati nuovi servizi ed adeguati sostegni per gli
strati più deboli della popolazione
Il Consiglio della Comunità Montana Aventino-Medio Sangro zona “Q”
di Palena, ha
approvato il Piano di Zona dei servizi sociali per il triennio 2007-2009 in data
19 maggio 2007 e lo ha contestualmente trasmesso alla Regione Abruzzo.
Accanto al consolidamento degli obiettivi della programmazione sociale
precedente si sono inseriti
nuovi servizi quali ad esempio:
1) il servizio di trasporto per quelle persone
deboli che non hanno una rete familiare per una riduzione delle difficoltà di
collegamento in un’area montana e per una fruibilità dei servizi socio-sanitari
presenti nel territorio anche per quelle persone che vertono in condizioni di
isolamento;
2) l’inserimento all’interno del piano di zona del centro socio
educativo per disabili gravi in età post-scolare con attività formative
educative mirate al miglioramento della qualità della vita con laboratori
di Ceramica, Attività Libero Espressive, Drammatizzazione, Informatica e
Musicoterapica;
3) interventi per migliorare la qualità della vita e l’integrazione sociale dei
soggetti con malattie mentali e allo stesso tempo di dare sollievo a quelle
famiglie che quotidianamente accudiscono il malato;
4) la creazione di una
specifica area di intervento dedicata all’integrazione e all’inclusione sociale.
Avvio di percorsi di inclusione sociale di soggetti adulti, attivazione di
intese interistituzionali per l’attuazione di programmi individualizzati di
accompagnamento ed inserimento o reinserimento socio-lavorativo (Borse lavoro);
5) interventi rivolti alla prevenzione del disagio giovanile e alla promozione
della partecipazione della vita sociale e culturale, promuovendo occasioni che
favoriscano nei giovani il riconoscimento delle proprie potenzialità e la
comprensione della propria identità. Valorizzare e sostenere l’inserimento e la
partecipazione nella società dei giovani, attraverso strategie ed azioni
finalizzate alla creazione di reti fra enti e associazioni operanti sul
territorio promuovendo il protagonismo sociale e la partecipazione attiva alla
vita pubblica;
6) il potenziamento del Servizio Sociale Professionale e del
Segretariato Sociale con la creazione di uno sportello P.U. A. che permetta di
ottimizzare la “presa in carico”, relativa alla raccolta della domanda socio-sanitaria, del bisogno espresso in termini di economia di tempi nella
elaborazione della valutazione e della successiva risposta in termini di
progetto individualizzato, in modo da favorire la realizzazione di percorsi
assistenziali integrati, l’unitarietà tra prestazioni sanitarie e sociali, la
continuità tra azioni di cura e riabilitazione, l’intersettorialtià degli
interventi;
Si evince un consistente aumento delle risorse finanziarie complessivamente
destinate all’attuazione delle politiche sociali da 699 mila Euro del 2006 a
oltre 3 milioni di Euro nel triennio 2007-2009.
L’EAS n° 20 si è impegnato a promuovere e sviluppare adeguati sostegni agli
strati più deboli della popolazione residente, alle persone e ai nuclei
familiari svantaggiati, in particolare quelli monoparentali, con minori e
anziani a carico o con familiari disabili.
"La situazione demografica riscontrata nell’Ambito Aventino,
- spiega l’Assessore ai servizi sociali della Comunità Montana Dr.
Massimo Tiberini - manifesta un dato di
fondo: la struttura è per età molto anziana, con una tendenza generalizzata alla
diminuzione e al progressivo ulteriore invecchiamento della popolazione, l’impegno della Comunità
Montana è quello di lavorare per evitare uno “schiacciamento” assistenzialistico sull’anziano, cioè, occorre lanciare la sfida di
riconversione del modello assistenzialistico in modello di politiche sociali
attive volto all’autonomia, in modo da favorire l’inversione del trend di
declino del tasso di attività, del tasso di natalità e della disoccupazione
femminile. E’ certamente un piano innovativo attento ai cambiamenti della
società.
I principi fondamentali del nostro piano di zona -
continua Tiberini - sono l’uguaglianza, la solidità e
l’innovazione, la lotta alle disuguaglianze, attraverso la definizione di
requisiti minimi per garantire la priorità degli accessi ai servizi sociali. Lo
sviluppo dei servizi domiciliari e intermedi in grado di alleggerire il carico
sociale delle donne all’interno della famiglia e di riaffermare il diritto della
persona a restare nel proprio domicilio evitando le istituzionalizzazioni. La
corretta applicazione dei contratti collettivi e delle norme previdenziali. La
creazione di una specifica area di intervento dedicata all’integrazione e
all’inclusione sociale. La realizzazione di un sistema di servizi essenziali di assistenza equamente
distribuito su tutto il territorio."
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