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Redazione il 17/08/2017 alle ore 19:16:30 - sez.
Libri - visite: 2243
Domani 18 Agosto 2017 secondo giorno del festival dannunziano con Francesco Merlo e Luciano D'Alfonso
Domani alle ore 19:00 presso il Castello Ducale di Casoli, ospite della seconda serata del festival, sarà il giornalista Francesco Merlo, che parlerà del suo libro 'Sillabario dei malintesi' e dialogherà con Luciano D'Alfonso. Conduce Marzio Maria Cimini
Domani 18 Agosto 2017 secondo giorno del festival dannunziano con
Francesco Merlo e Luciano D'Alfonso
Seguirà al termine della presentazione, nell'ambito della "Scuola del
gusto", previa prenotazione (leggi
l'articolo) una
degustazione guidata in tre atti, al costo di 15 euro, per espolorare le
prelibatezze dell'Abruzzo dannunziano. In omaggio la guida
enogastronomica d'Abruzzo del Touring Club
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Domani Venerdì 18, alle ore 19, Francesco Merlo –
giornalista a Catania, a Milano, a Roma, per tredici anni inviato a
Parigi, diciannove anni al “Corriere della Sera” e dal 2003 alla
“Repubblica” – presenterà nella splendida dimora casolana il suo
Sillabario dei malintesi – Storia sentimentale d’Italia in poche parole
(Marsilio). Dialogherà con l’autore Luciano D’Alfonso,
presidente della Regione Abruzzo, in una serata condotta da Marzio Maria
Cimini.
Francesco Merlo – giornalista a Catania, a Milano, a
Roma, per tredici anni inviato a Parigi, diciannove anni al “Corriere
della Sera” – nel suo Sillabario prova a comporre la storia d’Italia dal
dopoguerra a oggi associando parole invece di date e luoghi.
Così la parola “terrone” esplora il Sud e si combina con “Unità”,
“briganti”, “emozioni”. “Casa” spiega il paesaggio e il potere,
“tangente” la corruzione, “referendum” illumina la monarchia, l’aborto,
il divorzio… e il “sì ma anche no”. Il libro non insegue i significati
e le etimologie, e non è una difesa purista della lingua. È una
narrazione di parole che decifrano Milano e Roma, il delitto Moro, la
fine della Dc, lo stile Agnelli e la musica di Morricone. E sono parole
i caratteri di un popolo: furbizia, doppiezza, trasformismo, peccato.
E poi, nel paese delle parolacce e del chiasso, c’è il silenzio
di quegli italiani che non sprecano parole. Il
sillabario di Merlo propone un metodo e, alla fine, scopre che le parole
non somigliano alle cose che nominano, e che dunque la storia d’Italia
è una storia di malintesi.
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