Referendum costi politica, giornali assenti e legati alla casta
La raccolta firme per la richiesta di un referendum sui tagli ai costi della politica abruzzese è fallita
Referendum costi politica, giornali assenti e legati alla casta
Abruzzo - Ci terremo queste spese, queste indennità e
a quanto pare i cittadini non sono parsi poi così preoccupati o impegnati a
risolvere la questione.
Ma oggi, Pio Rapagnà, il promotore dei quattro referendum si toglie qualche sassolino dalla
scarpa e accusa i giornali locali che hanno boicottato la notizia.
«Quelli che vengono ritenuti i due principali quotidiani della regione
hanno fatto "orecchie da mercante" sia rispetto ai contenuti ed agli
"effetti pratici" dei 4 quesiti e sia rispetto alla dovuta informazione nei tre
mesi di campagna referendaria per la raccolta delle firme, nel mentre hanno
trattato ampiamente ed a "sirene spiegate" di altre iniziative similari
(referendum consultivo sul piano traffico di Pescara, scontro sulle candidature
alle elezioni primarie per il partito democratico, il partito dell'acqua nella
Val Pescara ed in Abruzzo. Ci si augura - continua Rapagnà - che l'Ordine
dei Giornalisti e gli altri strumenti di controllo e di garanzia della
informazione mantengano alta la guardia anche in questo campo "minato"
ed "inquinato" dei costi della politica e dei rapporti tra certi organi
di informazione, le rispettive proprietà editoriali e l'attuale casta politica
insediatasi in Abruzzo al seguito di quella precedente per "abbandono di campo"».
Il periodo a disposizione per la raccolta delle firme è finito, la immane fatica
quotidiana fisica, psicologica e morale è finalmente conclusa. I tempi non
sembrano ancora maturi in Abruzzo per una partecipazione cittadina che cambi le
cose. L'inerzia è ancora dietro l'angolo.
Fonte:
www.primadanoi.it del 26-09-2007
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